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Gesualdo Alì

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Cavalier Prof. Gesualdo Alì (Caltagirone, 26 febbraio 1899Caltagirone, 23 ottobre 1957 Miocardite alle ore 15:30) è stato un fotografo e insegnante italiano.

Nasce a Caltagirone come terzogenito di Giacomo e Nicoletta, sin da bambino rivela capacità non comuni nelle arti figurative, in particolar modo nei ritratti a Tempera.

Dopo le scuole d'avviamento si iscrive presso l'Accademia di Belle Arti di Palermo, nel 23 Agosto 1921 consegue il Diploma di disegno Artistico, per poi ottenere l'anno successivo il 12 Luglio 1922 l'Abilitazione all'insegnamento nelle scuole medie inferiori conferitogli dalla Pubblica Istruzione di Roma e il 5 Dicembre stesso anno consegue il Diploma nell'Ornato, presso lo stesso istituto di Palermo.

Nel 1923 lascia anzitempo l'insegnamento perché eredita e accetta ⁣la conduzione dello studio fotografico sito a Caltagirone in Via Gabelle n. 17, appartenuto sino a quel momento al fratello maggiore Antonino, quest'ultimo partito alla volta dell' Argentina, per cercare nuove opportunità lavorative.

Alì mostra sin da subito un notevole entusiasmo per la nuova attività lavorativa, si dedica anima e corpo a quello che da li a poco sarebbe divenuto il suo autentico laboratorio artistico, così facendo unisce le sue capacità grafiche con la fotografia, sfornando opere di notevole fattura artistica e stilistica in autentici capolavori, grazie anche all'attenta osservazione dell'espressioni dei volti umani, avvenimenti e riprese paesaggistiche, tracciando un vissuto quotidiano e reale ispirato agli eventi di carattere religioso, politico, sociale e folcloristico.

Tra i tanti personaggi da lui ritratti in studio di Via Gabelle n. 17 si annovera quella di Don Luigi Sturzo nel 1923, al Conte e Contessa Gravina (famiglia) nel 1924.

Passati alcuni anni matura perfezionamenti tecnici, studi sulle cromature dei chiaroscuri e regolazioni di dosaggi chimici presso il suo laboratorio, sentendosi pronto a scommettersi in un nuovo scenario artistico che lo completi professionalmente, partecipando a mostre inerenti la sua amata attività, l'esposizione in concorsi nazionali e internazionali d'alto livello, proponendo le sue fatiche artistiche alla platea e personaggi del settore.

Inizia così di fatto un confronto con la critica per confrontarsi anche con altri emeriti artisti della sua epoca, ovviamente con la proposizione dei suoi lavori più rappresentativi, dette opere erano oltre che di natura fotografica anche pittorica e grafica ritraenti vari scenari.

Nel Giugno del 1927 partecipa all'Esposizione Campionaria di Roma ottenendo un doppio massimo riconoscimento, quello della medaglia d'Oro e l'altro all'elevazione di Membro del Giurì d'onore, farà seguito quello Internazionale nello stesso anno di Settembre a Parigi, dove gli viene riconosciuto un talento innato conferendogli la medaglia d'Oro all'Exposition International du progrès, riscuotendo notevole successo di critica per la realizzazione di opere fotografiche colorate a mano e di disegni a tempera d'indiscussa entità creativa e spessore artistico.

Nel Maggio del 1929 proseguendo il percorso intrapreso approda nel Continente africano precisamente alla terza Campionaria Fiera internazionale di Tripoli, allora colonia del Regno d'Italia (1861-1946), e sotto l'Alto patronato del capo del Governo italiano, Benito Mussolini, dove si aggiudica la medaglia d'Oro, confermandosi ottimo esecutore di ritratti d'arte.

Nel 25 Agosto del 1929, espone e ottiene la medaglia d'Argento, alla prima mostra dell'artigianato nella sua città natale di Caltagirone, per la realizzazione di lavori fotografici altamente artistici e carichi d'espressività.

La ritrattistica di posa con i clienti e modelli/posatori assumono per lui motivo di studio nelle sue opere, non tralasciando i servizi esterni in qualità di Fotoreporter e cronista d'immagini di varie cerimonie a carattere religioso, politico e sociale, accantonando momentaneamente la partecipazione a mostre e fiere.

Il 5 Maggio del 1930 in occasione della visita del Re Vittorio Emanuele III di Savoia a Caltagirone, in occasione dell'inaugurazione del Monumento ai caduti del primo Conflitto Mondiale, sito in Via Roma, fu incaricato dalle autorità locali del tempo, l'ingegner La Rosa (commissario prefettizio del comune), a effettuare il servizio fotografico corredato da una cinquantina d'immagini di vario formato e impaginate in un album dedicato e donato per sua iniziativa alla Casata dei Savoia, ricevendo elogi e congratulazioni con un encomio dello stesso Re.

Nel Novembre del 1932 ritorna a partecipare alla mostra internazionale fotografica "Ausstellung International Fotografisch", riconfermandosi personaggio e artista di spicco nel suo settore con la medaglia d'Oro.

Nel Luglio del 1936 all'Exposiciòn Internacional d'Arte di Madrid, prosegue la filiera di successi lasciando il segno del suo valore e portata artistica delle opere proposte nel salone espositivo sia esse pittoriche che fotografiche, onde per cui gli viene tributato il più alto riconoscimento con l'ennesima medaglia d'Oro.

Sua ultima apparizione in mostra avviene nel Maggio del 1938 in occasione della dodicesima Fiera internazionale di Tripoli, a distanza di nove anni, non venendo meno alla sua oramai fama, si riconferma insignito dalla massima onorificenza.

Gli eventi della Seconda guerra mondiale, lo costringono a desistere dalle vetrine espositive, ma resta fedele al suo stile professionale mantenendo tutti gli impegni dello studio fotografico comportava, annoverando sempre più clienti illustri come il Vescovo della Diocesi di Caltagirone Monsignor Pietro Capizzi, Giovanni Bargiggia, Gesualdo Di Bartolo, Giuseppe Vaccaro, Finocchiaro Aprile, Dante La Rosa, Umbero II di Savoia, Mario Scelba, Silvio Milazzo e altri ancora.