Utente:Jack Aliu Çelpica/Sandbox

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Jack Aliu Çelpica/Sandbox
Fotografia in abito tradizionale albanese della Myzeqeja
Bey di Bashtova
Stemma
Stemma
In carica1995
Nascita28 novembre 1995
DinastiaFamiglia Çelpica
PadreAfrim Çelpica
MadreRezearta Aliu
ConsorteContessa Nina Osima Mihalyi zis Burla di Borșa in Maramureș
ReligioneAgnostico (ma battezzato cattolico

Il nob. rag. Jack Aliu Çelpica dei Bey di Bashtova

Nato nel 1995 a Desio in provincia di Monza e della Brianza, da genitori albanesi. Ha ottenuto il diploma quadriennale di tecnico dei servizi d’impresa (ex ragioneria) presso il CFP Sandro Pertini di Seregno (MB), e ha svolto l’attività di operaio in una vetreria brianzola e attualmente ricopre la figura di controllo qualità in una multinazionale nel settore automotive.

Diventato cittadino della Repubblica Italiana dal 2009 con decreto del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.

Appassionato di storia bizantina e ottomana, si interessa in tale ambito di diritto nobiliare, genealogia, e soprattutto delle scienze araldiche. Gestisce una pagina Facebook dal nome “Il Conte di Bashtova” con l’intento di promuovere la fortezza bizantina nel centro Albania.

Socio del CISV e del Gruppo Araldica Civica.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere dell'Ordine Imperiale della Corona Eracliana di Costantinopoli (Casa Tomassini Paternò Leopardi) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere del Drago (Casa Imperiale Cantacuzino) - nastrino per uniforme ordinaria
immagine del nastrino non ancora presente
Benemerenza dell’Associazione Archivio Storico Tomassini

Ascendenza[modifica | modifica wikitesto]

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Jakub Çelpica (Seferaj … - Seferaj, 1935) Ahmed bin Sulejman Çelpica  
 
Ajazi  
Shefik Çelpica 1939 - 2021  
Nozhë Dorti Yahya Dorti (Kërçukje, 1900)  
 
Hatice Dushman  
Afrim Çelpica (1972 - 2008)  
Nuredin Turku (Ndroq, 1883 - Shkallnur, 1991) Bajram Turku, nome cattolico Paolo (…- 1910)  
 
Bihane Dedej figlia di Sulejman (… - 1954)  
Lide Turku  
Fatime Xherahi Sulejman Xherahi (جراحی)  
 
Hajrie Hasa (Synej, Kavaja)  
Jack Aliu Çelpica (Desio, 28/11/1995)  
Sali Aliu (Lekaj 1921 – Vile Bashtöve 1980 Hassan Aliu bey Kolonja  
 
Lumja "Hume" ?  
Pellumb Aliu (Kavaja 1948 - vivente)  
Hava Prendi (Çermë 1923 – Vile Bashtöve 2007) Musa Prendi (Dibrri)  
 
Salie Sina (Spolate 1900 – 1980)  
Rezearta Aliu (Gose 1975 - vivente)  
Ramiz Manushi (Sharrdushk 1912 - Sharrdushk 2011) Rafmone Manushi (Kabashi)  
 
Zenepe Danglli  
Razie "Kia" Manushi (Kryevidh, 1954 - vivente)  
Refije Murrizi (Djviake - Sharrdushk) Havid Murrizi di Shenepremte  
 
Tushe Kasmi  
 

Celpica[modifica | modifica wikitesto]

La famiglia Çelpica ( چلپیچا ) talvolta scritto anche Celpica, è stata una delle famiglie principali della nobiltà albanese a nella provincia di Durazzo[1] durante l’epoca ottomana, a partire dal XVII fino all'inizio del XX secolo[2].

Çelpica
D'azzurro, al sinistrocherio d'argento, tenente una sciabola dello stesso, manicata d'oro, piegata in banda. Lo scudo è accollato ad un manto sostenuto da due tugh e timbrato da un turbante di verde, bordato di pelliccia, piumato di una penna in banda fissata da una nappina. Ornamenti esteriori da Bey.
Stato
Titoli
  • Agha dei Giannizzeri
  • bey di Seferaj
FondatoreSefer Seyfullah
Data di fondazione1500
Data di deposizione1946
Etniaalbanese

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Il loro nome deriva dall’abbreviazione della parola turco-ottomana "Çelebizade" (figlio del Çelebi), e si riferisce al fatto che la famiglia era possidente [3] e quindi dei timarioti come attestano le numerose tombe [4]. Un altra teoria vuole che derivi da Celep[5] che è l’allevatore e commerciante di pecore, capre, bovini per il Palazzo del Sultano di Costantinopoli appartenente alla Esnaf (gilda) dei Celepkeşan[6]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Via “dei Çelpica” a Seferaj.

Dopo la conquista ottomana di quella che oggi è l'Albania, durante il XV secolo, la famiglia Çelpica fu tra quelle elevate a nobiltà locale dagli ottomani, che intendevano istituire una gerarchia locale per meglio controllare i territori conquistati[7].

Il feudo di Seferaj.

Fondarono la mahalle di Seferaj[8], nel 1400, situato nell’altopiano del Manesato (dal nome della famiglia nobile dei Manesi), a metà strada tra il Pascialato di Kavaja e la città di Durazzo, capitale del Sangiaccato, nel tempo vi si insediarono altre famiglie come i Çopa (di origine valacca, il nome deriva da çoban ), gli Ajazi [9], i Bodlli (Bogdan+olli), Xhafer (Jafar), questo contribuí all’aumento demografico del paese, l’etimologia del villaggio è composto dal nome turco Sefer, riferendosi al fondatore del paese e “aj che è la declinazione dialettale che significa “discendente / abitanti di”.

Nei defter ottomani di non si registra il nome del villaggio, ma compare solo nel 1870 ad opera di alcuni mappe austriache con il nome di Teferitschi.[10]

In una cartina militare dell'Austria-Ungheria, dell'Albania ottomana del 1887 è scritto "Sebferaj"[11]. Il filologo tedesco Friedrich Kraner inserisce una nota commento nel libro "Commentarii de bello civili"[12], di Caio Giulio Cesare alla frase "pauloque citra eum locum"[13], nei pressi del attuale villaggio esisteva una fortezza romana e ci fu una battaglia, tra la nona legione di Cesare e i legionari pompeiani.

In una mappa del 1887, conservata al Museo della Tecnica a Praga (Narooni technickë muzeum), è scritto Sefferej, ed è indicato a 756 metri sul livello del mare, e con 3 fuochi.
Ipotetica raffigurazione di Huseyin Paşa bin Şeyfullah Effendi

La moschea di recente costruzione è molto semplice, il regime comunista di Hoxha chiese di chiuderla nel 1967, come le altre. Fu solo nel marzo 1968, l'ultimo Kurban Bajram, fu svolto dal predicatore e venerabile Mufti Ferik Ajazi. Mentre l'imam e hatib era l’hogia Huyseni. L'ultimo Eid a pochi giorni dopo l'ultimo venerdì, pregarono circondati dalle forze di sicurezza dello stato e dalla polizia che chiusero la moschea, anche quando era chiusa, le persone si riunivano per pregare il Tarāwīḥ.

L’esistenza di un waqf gestito, dai Çelpica è accertato vista l’importanza in paese. Anche se non vi è una documentazione scritta, potrebbe essere la presenza stessa della moschea collocata vicino al cimitero storico.

Divennero rapidamente fra i maggiori possidenti della zona, e lo rimasero fino alla metà XX secolo, con i loro possedimenti. Persero la maggior parte del patrimonio durante caduta dell’Impero Ottomano e la nascita della Repubblica d’Albania. Ci fu in seguito l'invasione italiana e il rovesciamento della monarchia. Con conseguente salita al potere dei comunisti attraverso la lotta partigiana, ripresero il loro prestigio e il potere.

Attualmente Seferaj che è una frazione della città soppressa di Golemi, ed esiste una via intitolata a loro e ciò che rende unica questo cognome è l’assenza in altre regioni in Albania.

Ad oggi la famiglia vive divisa tra Italia e Albania, dopo il famoso esodo del 1991 e del 1994, si è perfettamente integrata col il tessuto sociale italiano ed alcuni componenti gestiscono diverse attività come quello edilizio, flore-vivaistico o come maestranza, ma senza mai dimenticare la loro storia.

Membri notevoli[modifica | modifica wikitesto]

I membri più rilevanti della famiglia Çelpica si posso ritrovare nell’attuale cimitero ed includono:

  • Sefer Şeyfullah Effendi; …- 1400 circa fu un ayan albanese convertito all’Islam e il fondatore di Seferaj;
  • Huseyin Paşa bin Şeyfullah Effendi; morì nel 1500 fu un timariota;
  • Ahmed bey Çelpica (…-1846 ) figlio di Sulejman bey che fu un timariota vissuto nel 1700 circa, partecipò alle guerre contro l’Austria in Bosnia;
  • Jakub Çelpica bey visse nel 1900 contadino libero (secondo la legge dell’iltizam) e commerciante di frutta;
  • Shefik Çelpica nato il 3 gennaio 1930 morto il 5 marzo 2021, rimasto orfano fu cresciuto dallo Zio Mustafa Çelpica, divenne partigiano del Battaglione “Maliq Muço” distaccamento del Gruppo di Pezës, terminata la guerra, venne nominato vigilante del paese, uccise un nemico del popolo e fu decorato con l’Ordine del Coraggio caduto il regime la famiglia ebbe modo di riacquistare alcuni terreni che erano stati espropriati dal Governo.

Ajazi[modifica | modifica wikitesto]

Patronimico che deriva dal turco ottomano ayaz (آیاز‎) significa "cielo sereno; gelo".

Dorti[modifica | modifica wikitesto]

Ipocoristico di Teodoro, quindi ipotizzabile

Originari di Ndroq, dove oggi troviamo i resti del castello bizantino di Andronikos.

Kake Pleura, dal greco κακέ πλευρά, «cattivo fianco»


https://books.google.it/books?id=PzM3BAAAQBAJ&pg=PA165&lpg=PA165&dq=kake+pleura+ndroq&source=bl&ots=P5JQJjLw7G&sig=ACfU3U3Sq4R4osQzhO0SbkGe4IGhZQUt3g&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwjp9ozgy9qEAxXAh_0HHZ2nC6UQ6AF6BAgdEAI#v=onepage&q=kake%20pleura%20ndroq&f=false

Dusmani[modifica | modifica wikitesto]

Dushmani
Coat of arms of the Dusmani as depicted in Rangabè's Livre d'Or De La Noblesse Ionienne – Corfou
StatoAlbania medievale
Titoli
  • Patrizio di Scutari
  • Signore di Drivasto
  • Signore di Pulati
EtniaAlbanese

I Dushmani erano una famiglia nobile albanese che governava parti della diocesi di Pulati, una provincia storica all'interno del territorio dell'omonima tribù Dushmani degli altopiani di Dukagjin nel nord dell'Albania, durante il dominio del XV secolo sotto la Repubblica di Venezia. Il nome della famiglia Dushmani e della tribù da cui provenivano è probabilmente il nome più antico di una tribù albanese attestato storicamente. Reso nella forma Dousmanes da Procopio, era il nome di uno dei forti illirico-traci ricostruiti da Giustiniano nel VI secolo d.C.

La generazione più antica della famiglia è menzionata il 2 giugno 1403 quando il Senato veneziano confermò ai tre fratelli Goranin, Damjan e Nenad il dominio sulle loro terre in Polati Minor come sudditi veneziani. In vari modi, la Repubblica di Venezia conquistò la nobiltà locale della regione di Scutari e creò così una certa zona di sicurezza attorno ai loro possedimenti contro gli Ottomani. Nel luglio 1404 i fratelli chiesero al governo che le loro controversie fossero indirizzate al governatore di Scutari. Nel 1427, un "Dusmanus" è menzionato come vescovo di Pulati (Dusmanus ep. Polat.); Daniele Farlati (1690–1773) lo chiamò "Dussus" e pose il suo incarico nel 1427–46. Pal Dushmani (morto nel 1457) era un vescovo cattolico attivo a Shas (1443), Drisht (1446) e Krajë (1454). Lekë Dushmani, è stato menzionato come uno dei fondatori della Lega di Alessio. Lekë Dushmani deteneva Zadrima. La figlia di Lekë, Irene (Jerina), divenne famosa mentre per lei ci fu una disputa che portò alla prima defezione tra i membri della Lega di Alessio che portò alla guerra albanese-veneziana (1447–48). La famiglia Dushmani e Spani non ha partecipato alla guerra. A Drivasto, Bozidar Dushmani radunò gli oppositori veneziani e, collaborando con Lekë Dukagjini, preparò la ribellione nella città e tra i villaggi. Progettavano di attaccare Drivasto, controllato dai veneziani, ma il complotto fu scoperto e nel marzo 1451 il Consiglio dei Quaranta fece condannare Bozidar Dushmani a 30 anni di esilio dai possedimenti veneziani in Albania. Si minacciava che la sua testa sarebbe stata tagliata tra due pilastri nel palazzo ducale se qualcuno lo avesse trovato lì. Nel luglio 1452, Papa Nicola V inviò Pal Dushmani per risolvere il conflitto tra Lekë Dukagjini e Skanderbeg. Secondo Demetrios Sicilianos, la famiglia Dousmanis in Grecia discendeva infine dal nobile albanese del XV secolo "Lekas (Alessandro) Dousmanis", la cui famiglia si rifugiò in Grecia dopo la conquista ottomana dell'Albania da parte di Maometto il Conquistatore (1444–81).

Ritroviamo che alcuni abitanti di Drisht, che emigrano durante le prima guerra balcanica, a causa dell’invasione serba, nella provincia di Durazzo, ma una volta caduta la medesima città si rifugiarono nell’entroterra montuoso.

Turku[modifica | modifica wikitesto]

La famiglia utilizzava all’interno della casa un cognome cattolico “?”

Onomastica: di origine turca oppure di religione mussulmana vi è anche un’altra ipotesi del perché adottarono questo cognome per avere ucciso un turco in battaglia.

Tra le personalità importanti di questa famiglia troviamo Xhemal Turku che fu allievo ufficiale nella Reale accademia militare (Scuola militare "Nunziatella"), che era nipote di sergente Riza Ismail Turku



________


Nga trajta e shkruar Karye-i Andronik'ler në rregjistrin turk të vitit 1432 mund të supozojmë se fshati ka marrë emrin e familjes së Andronikëve.

Famiglia originari di Ndroq (Andranikos) dove prese il cognome Turku dopo aver ucciso un turco durante l’Epopea di Scanderbeg.

dopo l’approvazione della legge sul Cognome in Albania, in realtà possedeva un cognome cattolico utilizzato solo all’interno della cerchia della famiglia, che l’aiutó a sopravvivere sia in epoca zoghista che nel periodo comunista.

La leggenda tramanda in famiglia vuole che il nome originario era Maneze (Menese), nobile casato che dominarono l’altopiano nei pressi di Durazzo.

Genealogia

Nuredin Turku: Padre di Lide

Kemal Turk: fratello di Nuredin è ufficiale Scuola militare "Nunziatella" di Napoli

Lide Turku: madre di Afrim Çelpica

Il Sergente Maggiore Riza Ismail Turku, cugino di Kemal e Nuredin

Fonti:

Pag.

Bollettino ufficiale delle nomine, promozioni e destinazioni negli ufficiali e sottufficiali del R. esercito italiano e nel personale dell'amministrazione militare.

https://books.google.com/books/about/Bollettino_ufficiale_delle_nomine_promoz.html?hl=it&id=tpYJL9cRdUsC

Dedej[modifica | modifica wikitesto]

Famiglia stabilitasi a Petra (Πέτρα), antico insediamento illirico dove Giulio Cesare riporta che era situata su una collina sulla costa e che aveva solo un porto moderatamente buono. Il suo sito è situato vicino alla moderna Shkëmbi i Kavajës.

Un ramo cadetto fondó un villaggio che porta il loro nome tutt’oggi, un altro ramo andò a Shkallnur.

Il nome ricorda con molta probabilità la mansione di famiglia che era quella di Dede che aveva il compito di amministrare una tekke bektashi. Sicuramente di derivazione dalla presenza in Albania di molti reggimenti di giannizzeri, che si amalgamarono con le tradizioni e gli usi e i costumi locali.

Ritroviamo reclutato il 28 novembre del 1937 un sergente maggiore di nome Adem.

Xherahi[modifica | modifica wikitesto]

medico in turco ottomano.

Hasa[modifica | modifica wikitesto]

Originari del villaggio di Synej situato nella provincia di Kavaja.

Aliu - Kolonja[modifica | modifica wikitesto]

Oriundi del villaggio di Kolonja situato nella Prefettura di Fier la fondazione si deve a “Kūlūnyalı Osmān bin Alì bin Musaka”, di etnia albanese che da Erseka, si spostò insieme ad i suoi soldati di etnia valacca, per offrire i suoi servigi al monastero di Ardenica, e si stanziarono ai piedi della collina, dove in cima sorge tuttora oggi il Monastero, che fu costruito dal Basileus Andronico III Paleologo per omaggiare la vittoria avvenuta contro gli Angioini nell'assedio di Berat nel 1280.

Kolonja è il nome della regione storica a confine con la regione greca di Kastoria, che fu inizialmente un thema da Basilio II Bulgaroctono con il nome di Koloneia, governata da albanesi prima vassalli del Zar di Bulgaria e poi del Despotato d’Epiro.

Il trisavolo Hasan Aliu Kolonja come era in uso nell’ onomastica ottomana fu un brigante (hajdut) nelle terre di Bashtova dove acquistò il titolo di bey (inizialmente concesso dal Sultano), dopo aver partecipato alla battagli di Çannakale, dopo essere decorato con la stella di Çannakale, ritornó nella neo costituita patria albanese, morì nel paesino di Lekaj per una cirosi epatica.

Il cognome Aliu riulta è un patronimico derivato dall’albanesizzazione del nome arabo Alì, che fu il genero del Profeta Maometto e 4° imam e portato da tutta la casata, e fu un nome prestigioso addottato da tante famiglie albanesi e bosniache convertite all’Islam e confluite nelle gerarchie ottomane, grazie al sistema del devscirme che era uso presso gli ottomani per reclutare giovani ragazzi cristiani per l’esercito ottomano.

Durante il regime comunista adottarono il cognome Aliu e persero volutamente l’onomastica ottomana per non essere identificati come mussulmani e quindi rischiare di essere perseguiti. Salì figlio del già citato Hasan, ebbe 5 figli maschi….



Prendi[modifica | modifica wikitesto]

La famiglia Prendi [14] appartiene alla bandiera (bajrak) dei Dibrri[15] nell’attuale Mirditä, diffusa anche nella regione Iballja [16] governa dal clan Berisha.

L’etimologia[17][18] del cognome è legata al culto ancestrale della divinità illirica chiamata Prende che si è poi sovrapposta alla martire della santa Paresceva.

Governavano sui terreni dall’attuale villaggio di Kashnjet [19], che secondo molti, il toponimo deriva dal castagnetum, ovvero albero di castagne.

Nel 1800 la famiglia emigra dal nord nelle regione della Myzeqeja, grazie all’opportunità lavorativa che offriva la città commerciale di Kavaja, per poi andare a Çerme Çifliku, dove commerciavano grazie alle numerose tratte fluviali dello Shkumbini.

Kanun

Sina[modifica | modifica wikitesto]

L’etimologia si ricollega al nome turco Sinan.

Casato dei Sina di Moscopoli[modifica | modifica wikitesto]

Blasonatura:

La famiglia Sina proveniva da Moscopole, Impero Ottomano (oggi Albania meridionale).

L'origine etnica della famiglia è stata descritta come aromaniano, aromanico ellenizzato, o greco. Indipendentemente dalla loro origine etnica, la famiglia Sinas di Vienna faceva parte della classe mercantile greca socio-culturale che manteneva stretti rapporti con il nuovo Stato greco della loro epoca. In tenera età Sinas perse la madre e fu cresciuto dalla zia a Serres (oggi in Grecia), dove visse durante i suoi primi anni di scuola. Intorno al 1790 si trasferì con suo padre, il commerciante di tabacco e cotone Georgios Sinas il Vecchio (1753–1822), nella residenza asburgica di Vienna, dove completò i suoi studi basilari. All'età di 20 anni si è impegnato nelle attività del padre ed è riuscito a prendere iniziative e ad espandere con successo l'azienda di famiglia.




Manushi[modifica | modifica wikitesto]

Il cognome Manushi è probabile che sia la coniugazione del nome della famiglia Manisi, infatti è composto da: Man(i)u – shi. Non è da escludere che anche il nome Manush sia collegato con la forma medievale: “Mamesi, Manessis, Manesi;

Originari della diocesi di Cunavia, noti con il nome di Maneshi, entrati a far parte del esercito del Castriota contro i Turchi, un certo Paolo Manesi fece parte della “guardia pretoria” ed affiliato al clan Cuccia (Kuçi) nel nord dell’Albania.

In un registro ottomano del 1480 si trova un Manushi figlio di Giorgio(Manisi/Manesi) di Pantalesh (Orahovo – Montenegro) che era sotto la giurisdizione del Clan Kuçi.

La famiglia vanta tra le sue fila innumerevoli soldati di ventura noti in occidente come stradioti che si misero al servizio di Venezia sia in Italia che nell’odierno Peloponneso, nella città di Malvasia. Dopo la caduta di Scutari per mano dei turchi emigrarono nell’entroterra montuoso di Kabash-Puke dove per a causa di un epidemia di colera che decimo la famiglia tra il 1723 e il 1724, così dispersero sia nel Kosovo che nel distretto di Durazzo, dove ritroviamo anche una banesa (casale) che ne porta il nome qui si integrarono con la società ottomana in Albania.

I fratelli Giuseppe (Zef) Manusheve e Andrea (Ndue) Manushi furono gestori di un mulino alle rive del fiume Vameç. Erano definiti “anas” dal clan Kabashi cioè oriundi.

Dalla ricerca del professore Gezim Kopani si ritrova la toponomastica lasciata da questa famiglia nell’odierna Kabash (Puke). Come ad esempio: la collina dei Manushi, il ruscello di Manushi e i mulini dei Manushi.

Troviamo poi in Albania diverse personalità con il medesimo cognome ciò però non indica una parentela.

Vangjel Manushi nato a Berat nel 1890, Console del Belgio a Durazzo nel 1935 e delegato di Zogu.

Idriz Manushi fu delegato nel congresso di Trieste del marzo del 1913.

IL RAMO ELLENICO DI SIATISTA (KOZANI)

I Manussi sono un famiglia greca discendente da quei stradioti arvaniti che svolgendo il lavoro di mercante si arricchirono e lo vediamo oggi giorno dalla splendida dimora abbandonata. C’è da dire che il nome Manusso, è legato al nome Emanuele in greco. Entrati a contatto con la realtà asburgica furono nobilitati con due predicati quali “von Ohabitza” “von Montesole” che ad oggi identificano due famiglie.

Danglli[modifica | modifica wikitesto]

Nobile famiglia Suliota, che secondo la tradizione orale discendente da

https://sq.wikipedia.org/wiki/Suliotët

https://en.wikipedia.org/wiki/Dangëllia

Murrizi[modifica | modifica wikitesto]

La famiglia Murrizi (in italiano sul dire Biancospino) furono una delle casate feudali del centro Albania, ebbero potere nell'area tra Berat, Elbasan e Sulzotaj, dove inn quest'ultimo costituirono un territorio libero.

Origini[modifica | modifica wikitesto]

La famiglia Murrizi dopo essere stati espulsi dal villaggio di Murrizi (oggi il villaggio di Murriz Kozare) a causa di un litigio con una altra clan, vennero esiliati e giunsero nel villaggio di Sulzotaj, la famiglia era composta da quattro ragazzi con i seguenti nomi Haxhi, Tahir, Hajro e Dervish il più giovane. A Sulzotaj erano musulmani, mentre in precedenza si pensava che fossero cattolici e provenissero dai grandi altopiani di Scutari, ma di questo non si hanno notizie storiche affidabili.


Nel tempo la famiglia si è diffusa nei villaggi di Plemer, Shenepremte e Sulzotaj dove oggi si trova il quartiere Murrizi.

Berat nel 1813

I Murrizi di Sulzotaj[modifica | modifica wikitesto]

Gur varri i fisit Murrizi të Sulzotajve

Hanno incontrato difficoltà durante il loro arrivo nelle terre di Suleyman bey (l'odierna Sulzotaj) mentre il resto del terreno era di proprietà di della famiglia di Abaz Bey Lushnja. perché hanno occupato l'edificio della casa del suddetto bey, durante il periodo dell'Impero Ottomano.

Il bey si recò dal Omer Pasha di Kavaja, e si lamentò che gli fu privata la sua dimora e il suo territorio, dopo aver riferito il tutto gli vennero dati 25 soldati per riprendersi il potere. Nel mentre la famiglia Murrizi ricevette la notizia che sarebbero uccisi dal bey. In viaggio con i suoi soldati per giustiziare gli usurpatori, ma non sapeva che la famiglia Murrizi era a conoscenza dell’agguato.

Ma i monaci bektashi erano all'erta e sapper questa situazione e avevano preso provvedimenti posizionandosi in posizioni strategiche ben nascoste del villaggio nel momento in cui il bey stava per entrare, i soldati non agirono e dopo aver preso la strada del ritorno dite loro perché non gli avete sparato, dite loro che ci avevano teso un'imboscata, ma non li avete guardati. Il bey decise di venire con un esercito più numeroso, ma la fortuna della famiglia Murrizi che il bey non aveva reso omaggio al Sultano e la sua testa fu tagliata, e dopo questo incidente la famiglia Murrizi divenne proprietaria del timar.

Raffigurazione di come doveva apparire il sepolcro del bektashi Baba Hasan

Un Murrizi nell'impero ottomano aveva una posizione elevata nell'esercito e fu Delibashi (prefetto) di Berat, ma accadde che durante la guerra ottomano-russa il soldato Murrizi abbandonò la guerra e appena si sposò tornò da Sulzotaj, le spie del nostro villaggio che appartenevano alla tribù Kasmi ha informato i funzionari ottomani è sono venuti al villaggio, mentre il Murrizi era nei campi, quindi il prefetto di Berat, Hajji Murrizi ha negato che non fosse lì. Nel villaggio era presente anche una moschea costruita alla fine del XIX secolo e distrutta dal regime nel 1967. La casa base durante la lotta partigiana il capofamiglia Nuredin Murrizi ospitò il comandante Myslym Peza e Kajo Kajrafili. Sappiamo inoltre che Xhaferr Murrizi è stato martirizzato dal regime hoxhaista poiché è stato ucciso nel quartiere Murrizi dai fascisti italiani. Vi è da dire che erano con il Fronte Nazionale (Balli Kombtare), quindi i partigiani monarchici, che erano contro il sistema comunista e di conseguenza quelli della tribù dei Murrizi sono stati dichiarati "Kulaki" e le loro proprietà e ricchezze, sono state requisite dallo stato.

Ipotetica rappresentazione di Baba Hasan

La teqja di Baba Hasan[modifica | modifica wikitesto]

La leggenda afferma che c'era una vecchia chiesa dove si trova il quartiere di Murrizi, i più antichi abitanti di questa tribù raccontano della presenza della "teqja" o come è popolarmente conosciuta la teqja di Baba Hasan.

Di questo brav'uomo, si dice che fosse rimasto in questo mondo e non avesse parenti, alcuni anziani della tribù dei Murrizi lo presero per aiutarlo ma non visse molto e morì all'inizio del 1900. Si dice anche che quando l'esercito serbo si stabilì nel villaggio di Sulzotaj, vicino alla tomba, un cavallo di questo esercito stava manovrando come se volesse avvertire di qualcosa lì. Il soldato serbo ha chiesto a un locale cosa ci fosse, gli hanno spiegato che lì era sepolto un brav'uomo, la cui tomba ardeva di notte.

Caush Murrizi (27/05/1700 - 28/05/1781) Krijusi i Fshatit Shenepremte; Kujtim nga pasardhesit

I Murrizi di Shenepremte[modifica | modifica wikitesto]

Il nome del paese di Shenepremte viene fatto risalire al nome di Santa Parasceva, forse un tempo vi esisteva una chiesa dedicata a lei, ma d cui oggi non vi è traccia. Ci fu un ragazzo orfano che da bambino ha lavorato nella famiglia Murrizi, dopo essere cresciuto, gli hanno dato la terra di Shenepremte, e il loro cognome, e lo hanno poi maritato. Questi Murrizi oggi affermano che sono originari di Dibra, furono adottati secondo la consuetudine, e concesso il loro cognome per motivi di prestigio. Nel marzo del 1913 arrivò nel villaggio l'esercito serbo, durante l'invasione nella prima guerra mondiale, dove istituirono un "posto di blocco" per monitorare gli ingressi e le uscite del fiume Shkumbin. Quando si sono ritirati, hanno cercato di derubare tutti i viveri, ma hanno incontrato l'opposizione degli abitanti, e ad un certo punto hanno ucciso Xhaf Murriz nel villaggio di Shenepremte mentre a Çerma, uccisero il derviscio Bujari.

Membri notabili[modifica | modifica wikitesto]

Myslim Nafiz Murrizi nato il 14 aprile 1968 a Divjakë è un avvocato albanese, imprenditore e deputato all'Assemblea d'Albania per conto del Partito Democratico d'Albania.

Gramoz Murrizi è un operatore dell'Amministrazione Regionale delle Aree Protette di Fier.

Kasmi / Kamsi[modifica | modifica wikitesto]

Onomastica

Kasmi abbreviazione dle noe turco Kasım



https://en.wikipedia.org/wiki/Kas%C4%B1m_Pasha

Moschea di Kasım Agha


Alcuni membri della famiglia Angelo fuggiti nei possedimenti di Venezia, altre due famiglie di Scutari affermano di discendere dagli Angeli: le famiglie Kamsi e Radovani.[20]


Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Gino Macchioro, Il Sangiaccato di Durazzo, in Bollettino del Ministero degli affari esteri parte amministrativa, 18, Roma, Tip. del Ministero degli affari esteri, gennaio 1903, pp. 967-1036., 1903. URL consultato il 18 agosto 2023.
  2. ^ (EN) Robert Elsie, A Biographical Dictionary of Albanian History, Bloomsbury Academic, 2013, p. 444, ISBN 978-1-78076-431-3. URL consultato il 30 marzo 2023.
  3. ^ Nella Fletorja Zyrtare (Gazzetta Ufficiale) del 30 dicembre 2019 vengono citati come Possidenti (Bashkëpronësi) (PDF), su qkcsaish.gov.al.
  4. ^ Halil Inalcik, An Economic and Social History of the Ottoman Empire Volume 1, Cambridge University Press, p. 409. URL consultato il 30 marzo 2023.
  5. ^ Celep, su islamansiklopedisi.org.tr.
  6. ^ Bistra Cvetkova, Les Celep et leur Rôle dans la Vie Economique des Balkans a l'Epoque Ottomane (XV°-XVIII°s.) - Studies in the Economic History of the Middle di M. A. Cook.
  7. ^ (EN) George Gawrych, The Crescent and the Eagle: Ottoman Rule, Islam and the Albanians, 1874-1913, Bloomsbury Academic, 27 ottobre 2006, p. 85, ISBN 978-1-84511-287-5. URL consultato il 30 marzo 2023.
  8. ^ (EN) Seferaj, in Wikipedia, 14 dicembre 2022. URL consultato il 16 agosto 2023.
  9. ^ (EN) ayaz, in Wiktionary, the free dictionary, 5 maggio 2023. URL consultato il 16 agosto 2023.
  10. ^ General-Karte von der Europäischen Türkei 10 (JPG), su upload.wikimedia.org.
  11. ^ 3rd Military Mapping Survey of Austria-Hungary - Durazzo (JPG), su it.m.wikipedia.org.
  12. ^ pauloque citra eum locum: auf den Höhen von Sebferaj , 1/2 km östlich von Tilaj, su books.google.it.
  13. ^ Milites legionis VIIII subito conspirati pila coniecerunt et ex inferiore loco adversus clivum incitati cursu praecipites Pompeianos egerunt et terga vertere coegerunt; quibus ad recipiendum crates deiectae longuriique obiecti et institutae fossae magno impedimento fuerunt. Nostri vero, qui satis habebant sine detrimento discedere, compluribus interfectis V omnino suorum amissis quietissime se receperunt pauloque citra eum locum aliis comprehensis collibus munitiones perfecerunt. ITA: I soldati della nona legione, ritrovata d'un tratto l'intesa, scagliarono dardi e, con una corsa veloce risalito il pendio dalla posizione più bassa, respinsero a precipizio i Pompeiani costringendoli alla fuga. Mai graticci rovesciati, i pali nascosti e le fosse scavate furono di grande impedimento alla loro ritirata. I nostri invero, ai quali bastava ripiegare senza danno, dopo avere ucciso molti nemici e perduti soltanto cinque uomini, si ritirarono in tutta tranquillità e, occupate altre colline un poco al di qua di quel luogo, condussero a compimento i lavori di fortificazione., su la.m.wikisource.org.
  14. ^ Gjenetika Shqiptare, su gjenetika.com.
  15. ^ Enciklopedia e Mirditës, su facebook.com.
  16. ^ Berisha is all Christian, but in the neighbourhood of Ibalje are many Moslems, su digital.library.upenn.edu.
  17. ^ Prende, su en.wikipedia.org.
  18. ^ Perëndi, su en.m.wikipedia.org.
  19. ^ Pag. 115 - Dan le nom de Kashnjet, Xhuvani et Çabej voient un reflet du lat. castagnetum. Dans la vallée du Drin Noir le toponyme Kashtel peut provenir du lat. castellum, su persee.fr.
  20. ^ Malaj, Edmond (2015). "Familje fisnike shqiptare Ëngjëlli para pushtimit osman"(PDF). Malësia (10): 467–477..