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Il sistema Piave-Santa Croce è un complesso di infrastrutture per la produzione di energia idroelettrica distribuite nell'area prealpina bellunese e trevigiana.

Viene alimentato dalle acque del Piave, captate all'altezza di Soverzene e quindi scaricate nel Livenza presso Sacile attraverso il lago di Santa Croce e la val Lapisina. Realizzato tra il 1919 e il 1930, rappresentò la spina dorsale della produzione idroelettrica della regione, rifornendo in particolare il polo industriale di porto Marghera.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Presa di Soverzene[modifica | modifica wikitesto]

Il sistema Piave-Santa Croce inizia dalla cosiddetta presa di Soverzene, uno sbarramento che devia una parte delle acque del Piave convogliandole verso il lago di Santa Croce. La prima opera, in legno, fu realizzata nel 1920 e deviava appena 9 m3/s; dopo una ricostruzione nel 1923, nel 1928-29 venne realizzata un'infrastruttura definitiva per la deviazione di 30 m3/s.

Si tratta di una diga sommergibile in muratura di 400 m di lunghezza. Attraverso tre paratoie collocate sulla sponda sinistra, le acque vengono convogliate in un canale per lo sghiaiamento lungo il quale si collocano dodici porte di presa. Dopo essere transitato per un bacino di decantazione, il flusso prosegue per un secondo canale di undici 11 km con portata massima di 80 m3/s. Realizzato tra il 1919 e il 1921, esso raggiunge la località La Secca dove sfocia nel lago di Santa Croce.

Lago di Santa Croce[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Lago di Santa Croce.
Il lago di Santa Croce da sudest.

Il lago di Santa Croce, ampio bacino naturale sul fondo dell'Alpago, viene sfruttato come serbatoio di regolazione mediante una diga di terra di 2 km, sviluppata lungo il lato nord.

Dalla parte opposta del lago sono state costruite due prese, con portata di 60 m3/s, che conducono le acque in una galleria forzata di 2,5 km. Questa, transitando sotto la sella di Fadalto, alimenta la prima centrale del sistema, quella di Fadalto Nuova.

Centrale di Fadalto Nuova[modifica | modifica wikitesto]

Inaugurata da Benito Mussolini nel 1923, la centrale sorge in località Fadalto Basso, sulle rive del lago Morto. Fu progettata da Vincenzo Ferniani e Antonio Pitter, gli stessi che avevano ideato la centrale di Fadalto Vecchia, costruita nel 1914 e demolita con la realizzazione della Nuova.

È un edificio monumentale che richiama all'architettura storicista e classista ancora in voga a Milano e a Roma. L'interno è impreziosito da marmi, affreschi, un solaio con mensole decorate, ceramiche, lampadari in ferro battuto.

Nel 1971 l'impianto è stato smantellato e sostituito da una nuova centrale in caverna (intitolata a Ottaviano Ghetti), con una potenza di 210 MW e una producibilità di 344,8 GWh.

Centrali di Nove[modifica | modifica wikitesto]

Analogamente al lago di Santa Croce, anche il lago Morto funge da serbatoio di regolazione e, attraverso un'altra galleria forzata, convoglia le acque in località Nove, presso il lago del Restello.

In periodi successivi vi sono state costruite tre centrali. Le strutture sono ancora in piedi, ma solo gli impianti più recenti, Nove Nuova e Nove, sono ancora in funzione.

Nove Nuova (potenza 45 MW, producibilità 23,7 GWh) è in funzione dal 1925, ma attualmente funge da riserva a Nove. Quest'ultima, aperta nel 1971, è una centrale in caverna accessibile attraverso una galleria di 54 m. Genera una potenza di 65 MW e una producibilità di 289,6 GWh.

Lago e diga del Restello[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Lago del Restello.
Il lago del Restello visto da sudovest.

Le centrali di Nove scaricano l'acqua nel lago del Restello, un bacino artificiale formatosi con la costruzione di una diga. Di tipo rettilineo e a gravità, alta 181 m e realizzata in muratura di pietrame, l'infrastruttura di due paratoie di scarico che conducono 40 m3/s alla centrale di San Floriano. L'acqua passa attraverso una galleria di distribuzione lunga 214 m.

Centrali di San Floriano[modifica | modifica wikitesto]

In località San Floriano, a valle del lago del Restello, esistono due centrali. Si tratta di impianti molto meno potenti dei precedenti a causa del ridotto salto d'acqua (17,7 m).

San Floriano Vecchia venne definitivamente ultimata nel 1928 e presenta linee architettoniche molto più semplici rispetto agli impianti di Nove e Fadalto; tuttora in funzione, genera una potenza di 4 MW e una producibilità di 0,5 GWh.

San Floriano Nuova, costruita nel 1961, genera una potenza di 9 MW e una producibilità di 48,10 GWh.

Lago di Negrisiola e canale derivatore[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Lago di Negrisiola.
Il lago di Negrisiola.

Le centrali di San Floriano scaricano le acque nel lungo e stretto lago di Negrisiola, confondendosi con quelle del fiume Meschio. A valle del bacino è stato realizzato un canale che conduce le acque sino alla confluenza con il Carron, dove si divide in due tronconi.

Il canale preleva le acque del bacino tramite una diga con soglia a stramazzo. Accanto a questa, una bocca di immissione assicura al Meschio 3 m3/s.

Le acque proseguono attraverso una galleria (o, meglio, due gallerie parallele realizzate in fasi differenti). A Fratte di Fregona confluiscono nel torrente Carron dove si trova un bacino partitore che divide le acque in due tubature: la prima, orientata verso sud, porta all'impianto di Castelletto; la seconda, verso est, conduce alle centrali di Caneva e Livenza.

Centrale di Castelletto[modifica | modifica wikitesto]

Situata nell'omonima località in comune di Cappella Maggiore, è attiva dal 1923. Venne realizzata in base agli accordi con il consorzio di bonifica Sinistra Piave: le acque, infatti, vengono successivamente scaricate nel Meschio in località borgo Pianche; qui, grazie a delle opere di presa, vengono in parte prelevate e immesse in canali per l'irrigazione.

Nel 1962 è stato inaugurato l'ampliamento della centrale (Castelletto II) che attualmente genera una potenza di 17 MW e una producibilità di 75,7 GWh.

Centrale di Caneva[modifica | modifica wikitesto]