Unione Tresinaro Secchia

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Unione Tresinaro Secchia
unione di comuni
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Emilia-Romagna
Provincia Reggio Emilia
Amministrazione
CapoluogoScandiano
PresidenteGiorgio Zanni (centrosinistra)
Data di istituzione3 aprile 2008
Territorio
Coordinate
del capoluogo
44°35′33″N 10°41′16″E / 44.5925°N 10.687778°E44.5925; 10.687778 (Unione Tresinaro Secchia)
Superficie291,54 km²
Abitanti81 660[1] (1-1-2022)
Densità280,1 ab./km²
ComuniBaiso, Casalgrande, Castellarano, Rubiera, Scandiano e Viano
Altre informazioni
Cod. postale42013, 42014, 42019, 42030, 42031, 42048
Prefisso0522, 0536
Fuso orarioUTC+1
Cartografia
Unione Tresinaro Secchia – Mappa
Unione Tresinaro Secchia – Mappa
Sito istituzionale

L'Unione Tresinaro Secchia è un'unione di comuni nata il 3 aprile 2008 attualmente composta da sei comuni della Provincia di Reggio Emilia.

I quattro comuni fondatori sono Casalgrande, Castellarano, Rubiera e Scandiano. Il 21 ottobre 2013 hanno aderito all'unione i comuni di Baiso e Viano formando l'attuale unione di sei comuni del distretto ceramico reggiano il cui capoluogo e comune capodistretto è Scandiano.

Confina a nord con l'Unione Pianura Reggiana, a sud con l'Unione Montana dell'Appennino Reggiano, a est con l'Unione Distretto Ceramico (MO), la città di Modena e l'Unione Terre d'Argine (MO) e a ovest con l'Unione Colline Matildiche e la città di Reggio Emilia.

L'Unione ha una popolazione di circa 81 660 abitanti (2022)[1] e ha sede nel comune di Scandiano.

L'Unione Tresinaro Secchia gestisce per conto delle singole amministrazioni comunali la Polizia Municipale, i Servizi sociali rivolti a minori, disabili e loro famiglie e l’ufficio di piano, l’ufficio informazioni stranieri e il Difensore Civico[2].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Demografia comuni e unioni di comuni Provincia di Reggio Emilia 2022 (PDF), su autonomie.regione.emilia-romagna.it, Regione Emilia-Romagna. URL consultato il 27 dicembre 2023.
  2. ^ Servizi, su tresinarosecchia.it. URL consultato il 19 gennaio 2016 (archiviato dall'url originale il 7 febbraio 2016).

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]