Uccello del Paradiso (costellazione)

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Uccello del Paradiso
Mappa della costellazione
Nome latinoApus
GenitivoApodis
AbbreviazioneAps
Coordinate
Ascensione retta16 h
Declinazione-75°
Area totale206 gradi quadrati
Dati osservativi
Visibilità dalla Terra
Latitudine min-90°
Latitudine max+5°
Transito al meridiano10 luglio, alle 21
Stella principale
Nomeα Apodis
Magnitudine app.3,83
Altre stelle
Magn. app. < 3Nessuna
Magn. app. < 613
Costellazioni confinanti
Da est, in senso orario:
Immagine dell'Uccello del Paradiso

Coordinate: Carta celeste 16h 00m 00s, -75° 00′ 00″

L'Uccello del Paradiso (in latino Apus, abbreviato in Aps) è una debole costellazione vicina al polo sud celeste. Viene ufficialmente menzionata per la prima volta nell'Uranometria di Johann Bayer, ma si ipotizza che fosse in uso già in precedenza presso i marinai.

Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]

Pagina dell'Uranometria di Johann Bayer; l'Uccello del Paradiso si trova poco in alto a destra del centro della mappa.

Si tratta di una piccola costellazione relativamente poco luminosa, situata sul bordo della parte più meridionale della Via Lattea del sud; le sue stelle principali risaltano soprattutto perché sono relativamente isolate e vicine fra loro rispetto alle stelle luminose vicine. La sua visibilità è limitata alle regioni dell'emisfero australe terrestre, più una ristretta fascia poco a nord dell'equatore.

L'Uccello del Paradiso è una delle dodici costellazioni create da Petrus Plancius in seguito alle osservazioni compiute da Pieter Dirkszoon Keyser e Frederick de Houtman e fece la sua prima comparsa in un globo celeste di 35 cm di diametro realizzato nel 1597 (o 1598) ad Amsterdam da Plancius e Jodocus Hondius. Plancius chiamò la costellazione Paradysvogel Apis Indica; il primo termine significa «uccello del paradiso» in olandese, ma le altre due parole, latine, significano «ape indiana»; «apis» («ape» in latino) è probabilmente una svista per «avis» o «uccello».[1] Questa confusione sembra aver portato ad un cambio di nome per due costellazioni: «Avis Indica», trasformato in «Apus», e «Apis», l'ape, divenuta in seguito «Musca», la mosca.

Stelle principali[modifica | modifica wikitesto]

Stelle doppie[modifica | modifica wikitesto]

La costellazione, sia per le piccole dimensioni che per l'assenza di campi stellari notevoli, contiene pochissime stelle doppie alla portata di piccoli strumenti.

L'unica coppia di rilievo è la δ Apodis, risolvibile anche con un binocolo; le due componenti, di magnitudine apparente pari a 4,7 e 5,3, sono due giganti rosse situate a distanze piuttosto differenti dal sistema solare: 760 e 660 anni luce rispettivamente. Si tratta dunque di una doppia ottica, piuttosto che di un reale sistema binario.

Principali stelle doppie[2][3]
Nome Magnitudine
Separazione
(in secondi d'arco)
Colore
A B
δ Apodis 16h 20m 22s -78° 41′ : 4,68 5,27 102,9 r + ar

Stelle variabili[modifica | modifica wikitesto]

Le stelle variabili alla portata di piccoli strumenti si presentano in numero maggiore rispetto alle doppie.

La più brillante è la δ1 Apodis, una delle componenti della coppia più brillante della costellazione; si tratta di una variabile irregolare che oscilla di due decimi di magnitudine.

Fra le Mireidi spicca la VZ Apodis, che transita fra la settima e la quindicesima magnitudine in 385 giorni; un'altra Mireide è la T Apodis, che quando è al massimo possiede una magnitudine di 8,41. Il suo ciclo è di 261 giorni.

Interessante notare che la stella R Apodis, nonostante riporti la nomenclatura delle stelle variabili, non è in realtà una stella variabile.

Principali stelle variabili[2][3][4]
Nome Magnitudine
Periodo
(giorni)
Tipo
Max. Min.
T Apodis 13h 55m 50s -77° 48′ 05″ 8,41 15,00 261,11 Mireide
VZ Apodis 16h 16m 14s -74° 02′ 25″ 7,00 15,00 385 Mireide
DW Apodis 17h 23m 30s -67° 55′ 45″ 7,9 9,1 2,3130 Eclisse
δ1 Apodis 16h 20m 21s -78° 41′ 45″ 4,66 4,87 - Irregolare
θ Apodis 14h 05m 20s -76° 47′ 48″ 6,4 8,6 119 Semiregolare pulsante

Oggetti del profondo cielo[modifica | modifica wikitesto]

Gli oggetti non stellari scarseggiano, anche a causa delle ridotte dimensioni della costellazione; le polveri della Via Lattea non oscurano il profondo cielo, ma le galassie qui presenti sono tutte molto deboli e remote.

L'unico oggetto di rilievo, situato verso il confine settentrionale della costellazione, è NGC 6101, un ammasso globulare poco concentrato e distante quasi 50.000 anni luce.

Principali oggetti non stellari[3][5][6]
Nome Tipo Magnitudine
Dimensioni apparenti
(in primi d'arco)
Nome proprio
IC 4499 15h 00m 18s -82° 13′ : Ammasso globulare 9,76 2,0
NGC 6101 16h 25m 48s -72° 12′ : Ammasso globulare 9,2 10,7

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Star Tales - Apus
  2. ^ a b Result for various objects, su simbad.u-strasbg.fr, SIMBAD. URL consultato il 4 giugno 2009.
  3. ^ a b c Alan Hirshfeld, Roger W. Sinnott, Sky Catalogue 2000.0: Volume 2: Double Stars, Variable Stars and NonstellarObjects, Cambridge University Press, aprile 1985, ISBN 0-521-27721-3.
  4. ^ The International Variable Stars Index - AAVSO, su Results for various stars. URL consultato il 20 giugno 2009.
  5. ^ The NGC/IC Project Public Database, su Results for various objects. URL consultato il 20 giugno 2009 (archiviato dall'url originale il 28 maggio 2009).
  6. ^ NASA/IPAC Extragalactic Database, su Results for various stars. URL consultato il 20 ottobre 2006.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]