Troso da Monza

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Troso de Medici, detto Trozo da Monza o Troso di Giovanni Jacobo (Lodi, 1452 circa – 1515 circa), è stato un pittore italiano.

Medici stemma

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Troso da Monza chiamato anche Troso di Giovanni Jacobo è stato un pittore del ’400, presumibilmente nato a Lodi [nota 1] di cui non è rimasta nessun'opera ma solo numerose testimonianze riportate su documenti antichi.

Coetaneo di Bernardo Zenale e di Leonardo, superò i sessant'anni di età. Solo da una ricerca di Graziella Colmuto Zanella del 1999[1] si è appreso che apparteneva alla famiglia Medici, conosciamo le sue capacità artistiche grazie a documenti di Giovanni Paolo Lomazzo che testimoniano la sua capacità nelle raffigurazioni prospettiche e in quelle grottesche. Il suo passaggio da Milano a Bergamo è documentato in un atto del 18 settembre 1477 dove risulta che abbia costituito una società con Giacomo Scanardi da Averara detto Oloferne, atto che cita Trosun Filius quondam magistri Iohannis Iacobi de Mediolano.

È del 3 marzo 1487 la sua firma su di un contratto dove s'impegna a dipingere in una cappella della chiesa di San Pietro in Gessate, la storia di Sant'Ambrogio [2], ma sembra che poi questo affresco sia stato terminato da Vincenzo Foppa. Venne chiamato nel 1490 a dipingere la sala della Balla del Castello Sforzesco in occasione delle nozze del duca Francesco Sforza con Beatrice d'Este del 1491 raccontandone le gesta, questo incarico, che eseguì in tempi brevi, lo rese popolare tra gli artisti del tempo.

Documentato e immortalato su due fogli di un taccuino di un viaggiatore inglese è l'affresco di una facciata in via dei Meravigli a Milano probabilmente tra il 1491 e il 1493, anni della riqualificazione urbanistica promossa da Ludovico Maria Sforza[nota 2] ma ne rimangono solo alcuni disegni. Nel 1498 lo si ritrova tra i progettisti del duomo di Bergamo, sono infatti presenti molte ricevute di pagamento a suo nome per la realizzazione di questo lavoro. Certa la sua presenza in Bergamo dal 1512 al 1518, ma forse sin dal 1497 anno in cui sposa la bergamasca Comina Pisoni andando ad abitare nel borgo di San Lorenzo. Suoi, insieme a Bernardo Zenale e al Bramantino, sono i disegni per le tarsie del coro della chiesa domenicana di Santo Stefano e poi in San Bartolomeo[3].

Nonostante il nome con cui era conosciuto non vi è testimonianza di un'attività lavorativa a Monza, anche se sono presenti molti contratti notarili con affitti di abitazioni in questa località[4] [nota 3]. Rimane testimonianza solo scritta degli affreschi presso la chiesa di San Pietro Lino in Milano e degli affreschi raffiguranti la storia della regina Teodolinda [5] per una cappella nel Duomo di Monza [6] da alcuni attribuiti al Troso, da altri ai fratelli Zavattari.

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni
  1. ^ tratto da atto notarile del 1487 con Ambrogio Griffi
  2. ^ il viaggiatore inglese ha immortalato su due fogli di uno dei suoi taccuini di viaggio uno degli episodi dipinti
  3. ^ un atto notarile cita Per un fitto annuo di 6 lire e 8 soldi, Troso occupava due camere al primo piano di una casa sita in contrada Sant'Agata
Fonti
  1. ^ Rossetti, p.114.
  2. ^ Rossetti, p. 115.
  3. ^ Zambelli Damiano detto da Bergamo, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 14 aprile 2016.
  4. ^ Rossetti, p. 116.
  5. ^ Torre, p.219.
  6. ^ Pietro Toesca, Troso da Monza, in Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 14 aprile 2016.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Troso de Medici prospettico lombardo tra Monza e Milano Rossetti Edoardo, Centro Di della Edifimi, 2007.
  • Il ritratto di Milano Carlo Torre.
  • Marco Rossi,Alessandro Rovetta, Studi di storia dell'arte in onore di Maria Luisa Gatti Perer, Università Cattolica Milano.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN96000300 · CERL cnp01143447 · ULAN (EN500048051 · GND (DE135620198 · WorldCat Identities (ENviaf-96000300