Tre età dell'uomo

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Disambiguazione – Se stai cercando il dipinto di Tiziano, vedi Tre età dell'uomo (Tiziano).
Tre età dell'uomo
AutoreGiorgione
Data1500-1501 circa
TecnicaOlio su tavola di pioppo
Dimensioni62×77 cm
UbicazioneGalleria palatina, Firenze
Dettaglio

Le Tre età dell'uomo (conosciuto anche come la Lezione di canto) è un dipinto a olio su tavola (62x77 cm) di Giorgione, databile al 1500-1501 circa e custodito nella Galleria Palatina a Firenze.

Storia

L'opera viene identificata con quella descritta da Marcantonio Michiel nel Camerino delle anticaglie di Gabriele Vendramin, citata anche in inventario del 1569. Nel 1657 passò nelle collezioni del pittore Niccolò Regnier, in parte poi acquistate dai Medici tra il 1666 e il 1675, entrando nelle collezioni del gran principe Ferdinando de' Medici. La tavola col triplice ritratto venne inizialmente attribuita a Palma il Vecchio, poi riferita alla "maniera lombarda". Nel 1880 Morelli fu il primo a riattribuirla a Giorgione, ipotesi per lo più condivisa dalla critica.

Descrizione e stile

Il soggetto del dipinto è tutt'altro che chiaro. Il titolo con cui oggi è più noto è seicentesco, ma altre ipotesi di individuazione del soggetto hanno parlato di una Lezione di canto o dell'Educazione del giovane Marco Aurelio. Talvolta il giovane sulla destra viene identificato con il ritratto del musicista Philippe Verdelot (Salmen, 1982).

Nella scena sono presenti tre personaggi, di età differenti, su fondo scuro: il giovane al centro legge un foglio su cui sono vergate due righe di un pentagramma, l'adulto alla sua sinistra indica lo stesso spartito ed un vecchio guarda l'osservatore[1]. Presumibilmente si tratta dello stesso uomo, rappresentato in tre momenti della sua vita[2].

Il fondo scuro fa risaltare l'incisiva scelta cromatica applicata ai personaggi; le vesti e gli incarnati emergono dallo sfondo gradualmente, con il procedimento dello "sfumato" tipicamente Leonardesco[1]. Anche la stesura pittorica con sottili velature deriva da Leonardo, con attenzione meticolosa nei dettagli, come le capigliature dipinte spesso con sottilissime pennellate[3].

L'elemento allegorico trainante, spesso presente nei quadri di Giorgione, è in questo caso la musica, espressione dell'animo stesso dell'uomo e dell'armonia che lega l'esistenza[1].

Note

  1. ^ a b c Gillo Dorfles, Stefania Buganza e Jacopo Stoppa, Arti visive. Dal Quattrocento all'Impressionismo, Atlas, 2001, pag.203.
  2. ^ Renato Barilli, Maniera moderna e manierismo, Feltrinelli Editore, 2004, pag.227.
  3. ^ Fregolent, cit., pag. 61.

Bibliografia

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