Torre di Martinsicuro

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Torre di Martinsicuro
Torri costiere d'Abruzzo
Torre di Carlo V.
Ubicazione
StatoRegno di Napoli
Stato attualeBandiera dell'Italia Italia
RegioneAbruzzo
CittàMartinsicuro
Coordinate42°53′23.55″N 13°53′56.65″E / 42.889875°N 13.899069°E42.889875; 13.899069
Mappa di localizzazione: Italia
Torre di Martinsicuro
Informazioni generali
TipoTorre costiera
Inizio costruzione1547
CostruttorePedro Luis Escrivà
Materialelaterizio
Condizione attualerestaurato
Informazioni militari
UtilizzatoreRegno di Napoli
Funzione strategicaavvistamento
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La torre di Martinsicuro o torre di Carlo V, si trova sulla costa dell'Adriatico, in provincia di Teramo, vicino alla foce del Tronto, nel comune di Martinsicuro, dalla statale adriatica è possibile vederla.

Differisce notevolmente dalle altre torri costiere abruzzesi mentre presenta analogie con quelle laziali, marchigiane e campane.

La torre e l'adiacente casa doganale, recentemente restaurate, ospitano il Centro di educazione ambientale Scuola Blu di Legambiente e nel 2009 sono diventate sede del Museo archeologico Antiquarium di Castrum Truentinum[1].

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Si tratta di una imponente costruzione in laterizio, a base quadrangolare, su tre livelli scanditi da due cornici marcapiano bombate in pietra.

Il tetto a due falde, aggiunto in un secondo momento sostituendo probabilmente l'originale merlatura, poggia su un coronamento sporgente di lunghi beccatelli intervallati da caditoie.

Le finestre, incorniciate in pietra sul lato est, forse furono aggiunte od ottenute dalla trasformazione di feritoie quando la torre perse la sua funzione militare e divenne una residenza di prestigio.

La torre è collegata con un passaggio all'edificio adiacente, che originariamente ospitava la dogana.

L'edicola[modifica | modifica wikitesto]

L'edicola.

Una bellissima edicola campeggia sulla facciata est: due colonnine con capitelli poggiano su grosse mensole e sorreggono un architrave sormontato da un timpano, il tutto racchiude le insegne araldiche di Don Pedro di Toledo poste sotto quelle dell'imperatore Carlo V, l'aquila bicipite degli Asburgo ed il Toson d'Oro.

L'architrave reca un'iscrizione

«CAR. V. ROMA. INPERA»

mentre alla base è rimasto solo un frammento dell'epigrafe dedicatoria, posta nel 1547, sulla quale era scritto:

«CAROLUS V ROMANORUM IMPERATOR ANNO DOM. MDXLVII AD BONORUM SECURITATEM REORUMQUE VINDICTAM ILLUS D. PETRUS DE TOLEDO VICEREX ET CAPITANEUS GENERALIS MAGNIFICO MARTINO SEGURO AUCTORI ERIGI ET CUSTODIRI MANDAVIT.[2]»

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Nel XVI secolo, quando Carlo V era Imperatore del Sacro Romano Impero e, tra l'altro, re di Napoli, il corso inferiore del fiume Tronto segnava il confine tra il Regno di Napoli a sud e lo Stato della Chiesa a nord.

Per volere del viceré Don Pedro di Toledo nel 1547 si costruì la torre, come posto di guardia e difesa della costa dalle incursioni saracene, ed anche l'edificio adiacente, destinato a dogana del confine con lo Stato Pontificio, in funzione fino al 1860.

La progettazione fu affidata al capitano ed architetto militare di Carlo V, il valenciano Pedro Luis Escrivà (italianizzato in Pirro Aloisio Scrivà[3]), lo stesso del Forte spagnolo di L'Aquila e Castel Sant'Elmo a Napoli[4]. La realizzazione fu diretta dal capitano Martin da Seguera o Martin De Segura[5] dal quale presero il nome sia il centro abitato che la stessa torre.

In seguito la torre di Martinsicuro, sul fiume Tronto, divenne una delle torri costiere d'Abruzzo, parte del vasto sistema di avvistamento e difesa delle torri costiere del Regno di Napoli, creato per porre un freno alla crescente minaccia di incursioni da parte dei Saraceni, che furono particolarmente intense nell'estate del 1556.

Nel 1598, su ordine del viceré Enrique de Guzmán, conte di Olivares, il marchese di Celenza Valfortore Carlo Gambacorta, governatore degli Abruzzi, effettuò un censimento delle torri d'Abruzzo, predisponendo una serie di schede contenenti schizzi, descrizione ed osservazioni varie[6]; in una di tali schede la torre e la casa doganale sono descritte com'erano all'epoca.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Antiquarium di Castrum Truentinum, su castrumtruentinum-antiquarium.blogspot.it. URL consultato il 16 settembre 2012.
  2. ^ N. Palma, Storia della Città e Diocesi di Teramo, vol. III, Teramo 1833
  3. ^ Storia del Comune, su comune.martinsicuro.te.it, Comune di Martinsicuro. URL consultato il 9 settembre 2008 (archiviato dall'url originale il 24 settembre 2008).
  4. ^ Paesaggio nell'Arte - Provincia dell'Aquila, su regione.abruzzo.it, Regione Abruzzo. URL consultato il 13 settembre 2008 (archiviato dall'url originale il 7 marzo 2016).
  5. ^ M. Antonietta Adorante, Marcello Sgattoni, La Torre di Cerrano, in Cerrano ieri e oggi, p. 57.
  6. ^ M. Antonietta Adorante; Marcello Sgattoni,  p. 60.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Marcello Sgattoni e Pino Zanni Ulisse (a cura di), Cerrano ieri e oggi, Teramo, Amministrazione Provinciale di Teramo, settembre 1983.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Torre di Martinsicuro - Carlo V, su Patrimonio culturale - Torri, Regione Abruzzo. URL consultato il 9 settembre 2008 (archiviato dall'url originale il 7 marzo 2016).
  • Torre Carlo V [collegamento interrotto], su martinsicuro.gov.it, Comune di Martinsicuro. URL consultato il 15 settembre 2012.
  • Pasquale Tucci, Il Torrione cinquecentesco, su Martinsicuro e il suo passato, Scuola Blu. URL consultato il 13 settembre 2008 (archiviato dall'url originale il 21 aprile 2012).