Tommaso Lamberti

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Tommaso Lamberti
NascitaMontecorvino Pugliano, 4 marzo 1908
MorteTaranto, 18 aprile 1939
Cause della morteFerite riportate in combattimento
Dati militari
Paese servitoItalia (bandiera) Italia
Forza armataRegia Marina
Anni di servizio1927-1939
Gradosecondo capo segnalatore
GuerreGuerra d'Etiopia
CampagneInvasione italiana dell'Albania
Decorazionivedi qui
dati tratti da Uomini della Marina, 1861-1946[1]
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Tommaso Lamberti (Montecorvino Pugliano, 4 marzo 1908Taranto, 18 aprile 1939) è stato un militare e marinaio italiano, decorato di medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso dell'invasione italiana dell'Albania[2].

Nacque a Montecorvino Pugliano, provincia di Salerno, il 4 marzo 1908, figlio di Vincenzo e Olimpia Sica.[1] Arruolatosi volontario nella Regia Marina nel marzo 1927 in forza al CREM di Napoli, al termine del Corso ordinario per timonieri, frequentato presso la Scuola sottufficiali di Taranto, venne nominato nel dicembre successivo comune di 1ª classe e nel dicembre 1928 sottocapo timoniere imbarcato sull'esploratore Ancona.[1]

Posto in congedo per fine ferma nel 1931, il 14 luglio 1935, per esigenze eccezionali legate alla guerra d'Etiopia, venne richiamato in servizio attivo e trasferito nella categoria segnalatori.[1] Promosso secondo capo segnalatore il 1 giugno 1936 fu trattenuto in servizio, imbarcandosi sulla torpediniera Airone, con la quale, il 7 aprile 1939 partecipò alle operazioni militari legate all'occupazione dell'Albania.[1]

Nel corso delle operazioni anfibie per lo sbarco delle truppe a Santi Quaranta, si espose sulla plancia per meglio individuare e notificare al proprio comandante le postazioni nemiche a terra, sulle quali fu diretto il fuoco delle artiglierie di bordo.[1]

Rimasto ferito gravemente decedette undici giorni dopo presso l'Ospedale dipartimentale di Taranto.[1] Fu insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[1]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Durante l’operazione di sbarco a Santi Quaranta rimaneva con sereno coraggio e sprezzo del pericolo, al posto di combattimento sulla plancia della torpediniera “Airone “, battuto da violento fuoco avversario, per individuare la postazione delle mitragliatrici nemiche. Caduto senza un lamento gravemente ferito, tentava di allontanarsi da solo dalla plancia per non distogliere i compagni dal proprio compito. in seguito, durante il dolorosissimo decorso del male, manteneva grande serenità e forza d’animo ammirevoli, affermando di essere contento di avere compiuto il suo dovere anche a costo di tanti patimenti. Poche ore prima della morte perfettamente conscio della sua fine, affermava a voce, e per iscritto, di essere fiero di dare la sua vita per la Patria e per la Marina. — Santi Quaranta, 7 aprile 1939 .[3]»
— Regio Decreto 22 maggio 1939.[4]


  1. ^ a b c d e f g h Alberini, Prosperini 2016, p. 295.
  2. ^ Gruppo Medaglie d'Oro al Valore Militare 1965, p.372.
  3. ^ Medaglie d'oro al valor militare sul sito della Presidenza della Repubblica
  4. ^ Registrato alla Corte dei conti il 30 maggio 1939, registro n.5 Marina, foglio n.478.
  • Paolo Alberini e Franco Prosperini, Uomini della Marina, 1861-1946, Roma, Ufficio Storico dello Stato Maggiore della Marina Militare, 2016, ISBN 978-8-89848-595-6.
  • Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare, Le Medaglie d'oro al valor militare. Volume 1 (1929-1941), Roma, Tipografia regionale, 1968, p. 372.

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Collegamenti esterni

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