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Algirdas (in latino Olgerdus; in bielorusso Альгерд?, Aĺhierd; in polacco Olgierd; 1296 circa – Vilnius, 24 maggio 1377) fu granduca di Lituania dal 1345 al 1377, anno della sua morte.

Figlio dell'influente granduca Gediminas, al potere dal 1316 al 1341, fu per decisione di suo padre che Algirdas sposò nel 1320 Maria di Vicebsk. Alla morte di Gediminas, il Granducato fu ereditato da Jaunutis, che si dimostrò incapace di governare e di contenere le aspirazioni del fratello maggiore Algirdas. Con la collaborazione di un secondo fratello, Kęstutis, con il quale aveva una forte intesa, Algirdas salì al potere nel 1345 destituendo il suo predecessore. Da quel momento costituì una sorta di duumvirato con Kęstutis, assegnando a quest'ultimo la gestione dei confini occidentali dello Stato, mentre tenne per sé il controllo delle frontiere orientali.

Intenzionato innanzitutto a espandersi, mise in atto una serie di efficaci campagne contro l'Orda d'Oro e alcune città situate nell'odierna Russia. Grazie alle conquiste che riuscì a compiere si pose a capo di un vasto dominio che, per la prima volta nella sua storia, si estendeva dal Mar Baltico al Mar Nero o quasi. Rimasto vedovo sposò nel 1350 circa Uliana di Tver', una parente del sovrano della Moscovia Simeone, alla guida di un'altra potenza dell'Europa orientale. Ciò non appianò le divergenze tra Vilnius e Mosca, sfociate in un aperto conflitto tra il 1368 e il 1372, la guerra lituano-moscovita, conclusosi con scarsi risultati per la Lituania. La lotta per il predominio sulla vecchia Rus' con Mosca riguardò anche il campo religioso, dove Algirdas si dimostrò in grado di convincere il patriarca di Costantinopoli a prolungare l'esistenza di una metropolia autonoma nelle terre lituane nel 1354. Nel 1374, inoltre, la Chiesa bizantina accolse la richiesta di Algirdas di elevare come metropolita un chierico da lui benvisto.

Nonostante si fosse concentrato perlopiù sulle vicende che interessavano la parte orientale della Lituania, ciò non gli impedì di assistere suo fratello nelle lotte che questi portò avanti, con alterne fortune, nei confronti degli ordini religiosi cavallereschi a occidente, intenzionati a sottomettere l'ultimo Stato pagano rimasto in Europa. Come suo padre, Algirdas portò avanti la politica del «bilanciamento dinamico», congeniata nel tentativo di compiacere la Chiesa cattolica e quella ortodossa avanzando delle false e vaghe promesse di conversione, mai concretizzatesi. Negli anni sessanta del Trecento, la contesa sorta con la Polonia per la supremazia sulla Volinia rappresentò la tappa finale di un lungo percorso che, per via delle varie campagne belliche intraprese, aveva sfinito in maniera notevole l'esercito lituano. Malgrado tutto, i baltici riuscirono a riprendere possesso della Volinia nel 1376, scacciando le truppe nemiche. L'anno successivo Algirdas morì e gli subentrò Jogaila, primo figlio della sua seconda moglie Uliana di Tver'. Benché si discuta sulla possibilità che Algirdas avesse abbandonato le antiche credenze aderendo alla fede ortodossa, è certo che il suo funerale si svolse secondo i riti pagani tipici della mitologia lituana.

Alla morte di Algirdas, la Lituania appariva considerevolmente più estesa rispetto ai decenni passati e godeva di un peso internazionale maggiore in Europa orientale. Se da una parte avevano funzionato politiche interne quali la tolleranza religiosa e le iniziative commerciali volte a promuovere l'arrivo di cittadini di ogni etnia, dall'altra i numerosi conflitti avevano logorato il Granducato, impegnandolo a combattere su fronti troppo distanti tra di loro.

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