Tassa sulla barba

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Un "gettone della barba" del 1705, che veniva portato per indicare che il proprietario aveva pagato la tassa sulla barba imposta da Pietro il Grande.

La tassa sulla barba era una tassa introdotta in Russia da Pietro il Grande alla fine del XVII secolo. In seguito al pagamento della tassa veniva consegnato un gettone metallico.[1]

La tassa, che poteva arrivare fino a 100 rubli, venne abolita nel 1772.[2]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Pietro il Grande, nel progetto politico volto a rendere la Russia più vicina alla cultura europea, impose ai cittadini di radersi la barba. Chi non avesse adempiuto a tale obbligo, a partire dal 5 settembre 1698,[3] avrebbe dovuto pagare una tassa del valore proporzionale al proprio reddito e gli sarebbe stato dato un gettone metallico a garanzia dell'avvenuto pagamento.

Qualsiasi persona fosse stato trovato con la barba e sprovvisto del gettone attestante il pagamento della tassa, sarebbe incorso nell'immediata rasatura. Per far rispettare il divieto della barba, lo zar autorizzò infatti la polizia a radere pubblicamente e con la forza coloro che si rifiutavano di pagare la tassa.[4] L'opposizione alla rasatura era diffusa: molti credevano che fosse un requisito religioso per un uomo portare la barba,[5] e la Chiesa ortodossa russa dichiarò blasfemo l'essere rasati.[6]

L'imposta riscossa dipendeva dallo status dell'uomo barbuto:[7]

  • a coloro che erano associati alla Corte Imperiale, all'esercito o al governo, venivano addebitati 60 rubli all'anno;
  • ai ricchi mercanti venivano addebitati 100 rubli all'anno;
  • agli altri commercianti e cittadini venivano addebitati 60 rubli all'anno;
  • ai moscoviti venivano addebitati 30 rubli all'anno;
  • ai contadini venivano addebitati due mezzi copechi ogni volta che entravano in una città.

Questa imposizione fiscale venne mantenuta anche dai regnanti succeduti a Pietro il Grande. Dal 1705 al 1708 la tassa raccolse in media 3.588 rubli all'anno. Tuttavia, dal punto di vista finanziario, la tassa non ebbe successo, sia a causa del numero relativamente basso di persone non disposte a radersi la barba, sia per una sovrastima della capacità dello Stato russo di amministrare e riscuotere la tassa.[8]

Nel 1772 la tassa fu formalmente abrogata da Caterina la Grande.[9][10]

Gettone della barba[modifica | modifica wikitesto]

Gettone della barba nella versione del 1725 (sopra) e del 1705 (sotto).

Coloro che pagavano la tassa dovevano portare con sé un "gettone della barba" (in russo: Бородовой знак) o un "copeco della barba" (бородовая копейка).[11] Si trattava di un gettone di rame o d'argento con un'aquila russa sul rovescio e sul dritto la parte inferiore di un volto con naso, bocca, baffi e barba. Diverse versioni furono coniate tra l'emanazione del decreto e la sua revoca nel 1772.[12]

Il primo gettone coniato nel 1698 o 1699 era un semplice penny di rame di cui sono stati ritrovati solo due esemplari.[13] Fu seguito dal più comune gettone rotondo in rame, coniato nel 1705 e di nuovo nel 1710. Una versione romboidale fu emessa nel 1724 e 1725.[14] Walter Hawkins pubblicò un articolo nel 1845 illustrando un esempio del gettone della sua stessa collezione e descrivendo la storia della tassa in Russia.[15]

Le versioni del 1699 e del 1705 recavano iscritte le parole "denaro preso" (ДЕНГИ ВЗѦТЫ) sul dritto e la data in numeri cirillici (̂АѰЕ ГОДѸ, "Anno 1705") sul retro del gettone del 1705. La versione del 1710 era sostanzialmente la stessa con una data aggiornata (̂АѰІ, "1710"). La versione romboidale del 1724/1725 era liscia sul rovescio con la frase "tassa sulla barba presa" (СБОРОДЫ ПОШЛИНА ВЗЯТА) sul dritto e "la barba è un peso superfluo" (БОРОДА ЛИШЬНАѦ ТѦГ ОТА) sul bordo. La data sui gettoni successivi era scritta in numeri arabi.[13][16][17]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Giovanni Codevilla, La Russia imperiale Da Pietro il Grande a Nicola II (1682-1917), Jaca Book, ISBN 978-88-16-80284-1.
  2. ^ (EN) Gerald Tebben, Peter the Great’s beard tax, su Coin World.
  3. ^ (EN) Richard Corson, Fashions in Hair: The First Five Thousand Years, 3ª ed., London, Peter Owen Publishers, 2005, p. 220, ISBN 978-0720610932.
  4. ^ (EN) Daryl Worthington, History's Strangest Tax? Peter the Great Puts a Price on Beards, in New Historian, London, Forgotten Books, 9 aprile 2016. URL consultato il 27 dicembre 2016.
  5. ^ (EN) Devan Walsh, Analysis of Peter the Great's Social Reforms and the Justification of the Reactions from the General Public (PDF), 2015. URL consultato il 27 dicembre 2016.
  6. ^ (EN) Kat Eschner, Why Peter the Great Established a Beard Tax, in Smithsonian Magazine, 5 settembre 2017. URL consultato il 29 luglio 2021.
  7. ^ (RU) Указ Императора Петра I — О бритiи бородъ и усовъ всякаго чина людямъ, кромѣ поповъ и дьяконовъ, о взятiи пошлины съ тѣхъ, которые сего исполнить не захотятъ, и о выдачѣ заплатившимъ пошлину знаковъ [Decree of Tsar Peter I — Concerning Beards and Mustaches of Certain Ranks of People, Exempting Priests and Deacons, and Levying a Fee and Issuing a Mark to Those Who Do Not Wish to Shave], su runivers.ru, 16 gennaio 1705. URL consultato il 27 dicembre 2016.
  8. ^ Evgenii Akelev, Is It Possible to Make Money from Beards? The beard tax and Russian state economics at the beginning of the eighteenth century, in Cahiers du monde russe, vol. 61, n. 1, 2020, pp. 81–104, DOI:10.4000/monderusse.11923, ISSN 1252-6576 (WC · ACNP).
  9. ^ Enrico Silvestri, "Tagliatevi la barba" ordine dello zar, in Il Giornale, 4 settembre 2014. URL consultato il 22 aprile 2022.
  10. ^ (EN) Gerald Tebben, Five Facts: Peter the Great's beard tax, in Coin World, 15 aprile 2015. URL consultato il 29 luglio 2021.
  11. ^ (EN) Jonathan Schaffer, Smithsonian Rare Russian Coin Collection Seeks Exhibition Sponsor, su iipdigital.usembassy.gov, US Department of State, 25 novembre 2009. URL consultato il 28 dicembre 2016 (archiviato dall'url originale il 13 ottobre 2011).
  12. ^ Mark Mancini, The Time Peter the Great Declared War on Facial Hair, in Mental Floss, 29 marzo 2014. URL consultato il 27 dicembre 2016.
  13. ^ a b (RU) Ольга Миронович, У сенсационной находки псковских археологов нет цены — Татьяна Ершова [The sensational find of Pskov archaeologists has no price — Tatyana Ershova], in МК, Pskov, Russia, 15 agosto 2018. URL consultato il 3 gennaio 2023.
  14. ^ (DE) von Schrötter (a cura di), Wörterbuch der Münzkunde [Dictionary of Coin Studies], Berlin, Germany, Walter de Gruyter & Co., 1970, p. 63, ISBN 978-3-11-001227-9. URL consultato il 1º agosto 2021.
  15. ^ (EN) Walter Hawkins, Russian Beard Token, in John Yonge Akerman (a cura di), The Numismatic Chronicle and Journal of the Numismatic Society, vol. 7, London, Taylor & Walton, 1845, pp. 153–155. URL consultato il 27 dicembre 2016.
  16. ^ (EN) Pavel Florensky, The Pillar and Ground of the Truth: An Essay in Orthodox Theodicy in Twelve Letters, Princeton, New Jersey, Princeton University Press, 1997, p. 535, ISBN 978-0691032436.
  17. ^ Бородовой знак, in Brockhaus and Efron Encyclopedic Dictionary, Saint Petersburg, 1907. URL consultato il 27 dicembre 2016.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]