Suthora webbiana

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Panuro di Webb
Suthora webbiana, Corea del Sud
Stato di conservazione
Rischio minimo
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Subphylum Vertebrata
Classe Aves
Sottoclasse Neornithes
Ordine Passeriformes
Famiglia Sylviidae
Genere Suthora
Specie S. webbiana
Nomenclatura binomiale
Suthora webbiana
Gould, 1852
Sinonimi

Sinosuthora webbiana, Paradoxornis webbianus

Nomi comuni

Panuro di Webb, Becco a cono di Webb, Psittorinco golavinata

Il panuro di Webb (Suthora webbiana Gould, 1852) è un uccello della famiglia dei Silvidi, in passato classificato come facente parte della famiglia dei Timalidi,[1] oppure sempre tra i Silvidi, ma nel genere Paradoxornis.[2] Dal 2023 il genere ha cambiato nome da Sinosuthora in Suthora.[3]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il panuro di Webb deve il suo nome al botanico inglese Philip Barker Webb[4] ed è un piccolo uccello lungo circa 5 cm, con una coda da 7 cm e un becco tozzo e corto che ricorda quelli dei pappagalli.[2] Il peso varia da 8,5 a 11 grammi. Il piumaggio è pressoché uguale per tutti gli individui a prescindere da sesso, età o stagione. È di colore brunastro, con punte di rossiccio sulle penne remiganti e sfumature fulve sul groppone, così come sul capo arrotondato; la pancia è più chiara e tendente al giallastro, mentre la coda ha lunghe penne più scure e piume esterne marrone-grigiastre. Il becco è grigio scuro, mentre le zampe bruno-grigie.[5][6]

Di indole molto gregaria e poco aggressiva nei confronti delle specie vicine, forma stormi fino a 150 individui appartenenti alle stesse famiglie, i quali dormono insieme nel folto della vegetazione, tenendosi a poca altezza dal suolo.[7]

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Voce[modifica | modifica wikitesto]

Il canto del panuro di Webb comincia con dei deboli "rit rit rit", prosegue con un rapido "cidididi" e si conclude con un alto e acuto "vi-ttsii-tssu".[6]

Alimentazione[modifica | modifica wikitesto]

Il panuro di Webb si nutre di semi, frutti, fiori, piccoli insetti, larve, ragni e, talvolta, grano.[6][8] La dieta varia in base al periodo dell'anno: in primavera-estate è composta per oltre il 90% da animaletti, mentre in inverno questa percentuale scende al 19%.[9]

Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]

La stagione riproduttiva dura da aprile a luglio (da maggio a luglio in Italia[10]). Il panuro è monogamo, nidifica solitario e fa uso di roveti e cespugli fitti per costruire, a massimo tre metri di altezza, il proprio nido, dalla forma a coppa tondeggiante o leggermente allungata, che non viene foderato con peli né piume. Ogni covata comprende in media da quattro a sette uova di colore da verde-blu a bianco, e vengono deposte due covate consecutive accudite da entrambi i genitori per circa 13-15 giorni.[2][7][8][9]

Spostamenti[modifica | modifica wikitesto]

Durante l'estate, il panuro di solito rimane nel sottobosco e nella boscaglia ai margini delle foreste miste. Durante l'inverno, stormi di fino a quaranta individui si riuniscono nei canneti, sui pendii erbosi, nei boschetti e sui terreni agricoli.[8] I suoi spostamenti, concentrati attorno ai siti riproduttivi, sono dettati prevalentemente da esigenze di cibo.[9]

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Mappa di distribuzione del panuro di Webb nel mondo.

Il panuro vive in Cina, Giappone, Corea, Mongolia, Russia, Taiwan e Vietnam.[1] Il suo habitat naturale sono foreste di diverse tipologie, tra cui macchie, selve e aree coltivate a bambù, oltre che siepi, canneti e paludi. Si adatta anche agli habitat modificati dall'uomo come piantagioni di tè e vivai. In Cina si trova nelle zone montane più basse; nel Sichuan è sostituito a 1.000 metri sul livello del mare dal pappagallo dal panuro golacenerina, mentre a Taiwan, dov'è l'unica specie di panuro, si ritrova dal livello del mare fino a 3.100 metri e occupa la nicchia più ampia di qualsiasi uccello sull'isola.[11] In Corea è diffusa esclusivamente la sottospecie fulvicauda, salvo al nord dove alcuni esemplari potrebbero rientrare nella sottospecie mantschurica.[12]

In seguito alla liberazione in natura di 150 esemplari rimasti invenduti nel 1995, il panuro di Webb è diventato naturalizzato in alcune località della Lombardia (Italia): palude Brabbia, lago di Varese, lago di Comabbio, valle Bagnoli di Vergiate, lago di Monate e palude Bozza di Besozzo.[13][14] L'habitat italiano è leggermente diverso da quello dell'areale asiatico di origine e si presenta maggiormente legato alle zone umide caratterizzate da vegetazione erbacea, boscaglie e arbusteti ripariali.[10]

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

Suthora webbiana bulomacha in un'illustrazione di Joseph Wolf, 1866.

Se ne riconoscono sei sottospecie:[15]

  • Suthora webbiana webbiana (Gould, 1852), Jiangsu e Zhejiang (Cina orientale)
  • Suthora webbiana bulomacha (Swinhoe, 1866), Taiwan.
  • Suthora webbiana elisabethae (La Touche, 1922), Cina meridionale e Vietnam nord-occidentale.
  • Suthora webbiana fulvicauda (Campbell, 1892), Hebei (Cina orientale) e Corea
  • Suthora webbiana mantschurica (Taczanowski, 1885), Russia sudorientale e Cina nordorientale
  • Suthora webbiana suffusa (Swinhoe, 1871), Cina centrale e sud-orientale e Vietnam nordorientale

La classificazione tassonomica del panuro di Webb è tuttavia controversa e la specie viene talvolta unita ad altre specie del genere Suthora, in particolare al panuro golacenerina, con cui è strettamente imparentato, e con cui si è ibridato in Vietnam, Cina e Italia.[13][16]

Conservazione[modifica | modifica wikitesto]

Il panuro di Webb è diffuso in un'ampia area e il rischio di estinzione è estremamente ridotto, perciò è inserito nella Lista rossa IUCN nella categoria LC (Rischio minimo).[1]

Nella cultura di massa[modifica | modifica wikitesto]

In Corea del Sud il proverbio "Se un panuro di Webb cerca di seguire una cicogna, si spezzerà le zampe" (뱁새가 황새 따라가다 가랑이가 찢어진다?, Baepsaega hwangsae ttaragada garang-iga jjij-eojindaLR) viene utilizzato frequentemente per invitare le persone ad adattare le ambizioni alle proprie capacità o risorse e a non desiderare l'impossibile, con particolare riferimento a chi ha una bassa estrazione sociale e aspira a migliorare la propria condizione. La boy band sudcoreana BTS ha utilizzato il proverbio come metafora della propria carriera nella canzone Silver Spoon (The Most Beautiful Moment in Life, Pt. 2, 2015).[17][18]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Paradoxornis webbianus (Vinous-throated Parrotbill), su web.archive.org, 21 aprile 2016. URL consultato il 17 settembre 2019 (archiviato dall'url originale il 21 aprile 2016).
  2. ^ a b c Federica Luoni, Un esotico alle porte del Ticino: il panuro di Webb (Paradoxornis webbianus) in provincia di Varese (PDF), su immaginidinatura.it.
  3. ^ (EN) Sylviid babblers, parrotbills, white-eyes – IOC World Bird List, su worldbirdnames.org. URL consultato il 15 settembre 2023.
  4. ^ Bo Beolens, Michael Watkins, Whose bird? : common bird names and the people they commemorate, Yale University Press, 2003, p. 361, ISBN 030010359X, OCLC 54616507. URL consultato il 17 settembre 2019.
  5. ^ Mark Brazil, Birds of East Asia, Londra, AC Black, 2009, p. 382.
  6. ^ a b c Brichetti e Fracasso, p. 459.
  7. ^ a b Brichetti e Fracasso, p. 458.
  8. ^ a b c Bernhard Grzimek, Donna Olendorf, Grzimek's animal life encyclopedia., vol. 10, 2ª ed., Gale, 2003-2004, p. 521, ISBN 0787653624, OCLC 49260053. URL consultato il 20 settembre 2019.
  9. ^ a b c Brichetti e Fracasso, p. 464.
  10. ^ a b Brichetti e Fracasso, p. 463.
  11. ^ Craig Robson, Family Paradoxornithidae (Parrotbill), in Josep del Hoyo, Andrew Elliott, David Christie (a cura di), Handbook of the birds of the world, 12: Picathartes to Tits and Chickadees, Lynx Edicions, 2007, pp. 292-320, ISBN 8487334105, OCLC 861071869. URL consultato il 17 settembre 2019.
  12. ^ (EN) Vinous-throated Parrotbill (Sinosuthora webbiana), su hbw.com. URL consultato il 21 settembre 2019.
  13. ^ a b (EN) Alberto Boto, Andrea Galimberti, Richard Bonser, The parrotbills in Lombardia, Italy, su ResearchGate. URL consultato il 17 settembre 2019.
  14. ^ Brichetti e Fracasso, pp. 460-1.
  15. ^ (EN) Sylviid babblers, parrotbills, white-eyes, su worldbirdnames.org. URL consultato il 17 settembre 2019 (archiviato dall'url originale il 9 ottobre 2018).
  16. ^ (EN) John Penhallurick e Craig Robson, The generic taxonomy of parrotbills (Aves, Timaliidae) (PDF), Forktail, 2009, pp. 137-141. URL consultato il 20 settembre 2019 (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2016).
  17. ^ (KO) Kim Seung-yong, [속담말ㅆ·미]뱁새가 황새걸음을 하면 가랑이가 찢어진다, su news.khan.co.kr, 27 agosto 2018. URL consultato il 23 settembre 2019.
  18. ^ BTS' Most Political Lyrics: A Guide to Their Social Commentary on South Korean Society, su Billboard. URL consultato il 23 settembre 2019.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Pierandrea Brichetti e Giancarlo Fracasso, Panuro di Webb (Paradoxornis webbianus [Gould 1852]), in Ornitologia italiana, illustrazioni di Silvia Gandini, 6 - Sylviidae e Paradoxornithidae, Bologna, Oasi Alberto Perdisa Editore, 2010, pp. 458-465, ISBN 978-88-8372-473-2.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Suthora webbiana, in Avibase - il database degli uccelli nel mondo, Bird Studies Canada.
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