Superflat

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Il Superflat (Superpiatto) è un movimento artistico postmoderno, influenzato dai manga e dagli anime, fondato dall'artista giapponese Takashi Murakami.[1] È anche il nome di una mostra d'arte del 2001 curata da Murakami, esposta a West Hollywood, Minneapolis e Seattle.[2]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

"Superflat" è un vocabolo usato da Murakami per riferirsi a varie forme appiattite presenti nell'arte grafica, nell'animazione, nella cultura di massa e nelle belle arti giapponesi, oltre alla "superficiale vuotezza della cultura di consumo giapponese".[3] Il movimento Superflat si propone di analizzare la cultura giapponese del dopoguerra attraverso la cosiddetta sottocultura otaku.

Tra gli artisti del "Superflat" figurano: Chiho Aoshima, Mahomi Kunikata, Sayuri Michima, Yoshitomo Nara, Aya Takano, Mr. e Takashi Murakami.[4][5] Inoltre, anche alcuni disegnatori di anime e mangaka hanno presentato dei loro lavori in esposizioni Superflat, in particolare Kōji Morimoto, e l'opera di Hitoshi Tomizawa, autore di Alien 9 e Milk Closet. Il movimento è stato abbracciato da vari artisti statunitensi che hanno creato un ibrido chiamato "SoFlo Superflat".[2]

Murakami definisce il termine "Superflat " a grandi linee, di conseguenza l'argomento in oggetto è molto vario. Alcuni lavori esplorano il consumismo e il feticismo sessuale che sono comuni nella cultura giapponese del dopoguerra. Questo spesso include la cosiddetta arte "lolicon" che è parodiata da lavori come quelli di Henmaru Machino. Questi lavori sono un'esplorazione della sessualità "otaku" attraverso immagini grottesche e/o distorte. Gli altri lavori riguardano più la paura di crescere. Per esempio, il lavoro di Yoshitomo Nara spesso raffigura giocosi graffiti su antichi "ukiyo-e" giapponesi eseguiti in modo infantile. Altri lavori si concentrano sulla struttura e sui desideri alla base che costituiscono l'otaku e in generale la cultura giapponese del dopoguerra.[6]

Uno sguardo sovversivo all'otakuismo non è un fattore decisivo delle gallerie Kaikai Kiki; Bome, uno dei più importanti artisti coinvolti nella prima vera mostra del Superflat, è un famoso scultore di action figure e il suo lavoro, basato sugli attuali personaggi anime bishōjo, è stato presentato in molteplici gallerie compresa una personale presso la Kaikai Kiki Gallery. Mr., uno dei membri del movimento si autodescrive un artista di "lolicon" e considera il suo lavoro non una testimonianza culturale ma una rappresentazione delle sue personali fantasie.[7]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Natalie Avella, Graphic Japan: From Woodblock and Zen to Manga and Kawaii, Rotovision, 2004, p111.
  2. ^ a b Kitty Hauser, Superflat: Kitty Hauser on fan fare, ArtForum, Oct, 2004.
  3. ^ Hunter Drohojowska-Philp, artnet.com
  4. ^ Superflat, su artnet.com, 14 gennaio 2001. URL consultato il 27 ottobre 2015.
  5. ^ Little Boy: The Arts of Japan’s Exploding Subculture, su japansociety.org, 8 aprile 2005. URL consultato il 27 ottobre 2015 (archiviato dall'url originale il 4 ottobre 2015).
  6. ^ Frenchy Lunning, Emerging Worlds of Anime and Manga, University of Minnesota Press, 2006, p133. ISBN 0-8166-4945-6
  7. ^ Chen, Aric. "Candy Man Archiviato il 15 luglio 2017 in Internet Archive.." Hint Fashion Magazine. May 2007. Accessed 9 March 2009.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Murakami, Takashi, ed. (2003). Little Boy: The Arts of Japan’s Exploding Subculture. New York: Japan Society. ISBN 0-913304-57-3.
  • Murakami, Takashi, ed. (2001). Superflat. Last Gasp. ISBN 4-944079-20-6.
  • Michael Darling (2001). "Plumbing the Depths of Superflatness". Art Journal. College Art Association. 60 (3, Autumn): 76–89. JSTOR 778139. doi:10.2307/778139.
  • Store A, ed. (1999). Takashi Murakami: the meaning of the nonsense of the meaning. New York, NY: Center for Curatorial Studies Museum, Bard College, in association with Harry N. Abrams, Inc., Publishers. ISBN 0-8109-6702-2.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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