Stuart Hameroff

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Stuart Hameroff

Stuart Hameroff (Buffalo, 16 luglio 1947) è un medico anestesista statunitense e professore presso l'Università dell'Arizona, noto per la promozione dello studio scientifico della coscienza e per le sue teorie sui meccanismi che la governano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Cresciuto a Cleveland, Stuart Hameroff si è laureato in chimica all'Università di Pittsburgh specializzandosi poi in medicina all'Hahnemann University Hospital di Filadelfia, dove ha studiato prima di entrare al Drexel University College of Medicine. Dopo l'internato al Tucson Medical Center (1973), un istituto "d'eccellenza" per le neuroscienze, a partire dal 1975 ha svolto la sua intera carriera accademica all'Università dell'Arizona, dove nel 1999 è divenuto professore ordinario del Dipartimento di anestesiologia e psicologia nonché direttore associato del Centro per gli studi sulla coscienza e nel 2003 professore emerito di anestesiologia e psicologia. Per circa quarant'anni ha dedicato le proprie ricerche alla coscienza e in particolare ai meccanismi con cui la "materia grigia" (e rosata) del nostro cervello produce la straordinaria ricchezza delle nostre conoscenze, rendendoci consapevoli delle nostre esperienze.

Teorie[modifica | modifica wikitesto]

All'inizio della sua carriera professionale, mentre era ancora all'Hahnemann University Hospital, il lavoro di ricerca sulle neoplasie e sui meccanismi dei gas anestetici ha indirizzato gli interessi e gli studi di Hameroff sul ruolo svolto nella divisione cellulare dalle strutture proteiniche chiamate microtubuli, portandolo a ipotizzare che essi siano capaci di una qualche forma di calcolo[1] e quindi di "coscienza" nella propria attività. Di qui la supposizione che almeno una parte della soluzione al problema dello stato di coscienza fosse riconducibile alla comprensione delle funzioni dei microtubuli nelle cellule cerebrali, funzioni a livello molecolare e supramolecolare di notevole complessità e diffusione; giungendo così alla conclusione che bene o male nelle operazioni cellulari potrebbe verificarsi uno schema di calcolo sufficiente per parlare di coscienza. Queste teorie sono state presentate da Hameroff nel suo primo libro, Ultimate computing (1987, op. cit.), il cui argomento principale riguarda l'elaborazione dell'informazione in un tessuto biologico, in particolar modo nei microtubuli ed altre parti del citoscheletro che potrebbero essere le unità base del processo anziché i neuroni stessi.

Due anni dopo il fisico e matematico inglese Roger Penrose ha pubblicato La mente nuova dell'imperatore (1989, op. cit.), una ricerca scientifica sulla coscienza umana e l'intelligenza artificiale in cui, sulla base dei teoremi di incompletezza di Gödel, ha sostenuto che il nostro cervello può svolgere funzioni non assimilabili alla logica formale e quindi impossibili per qualsiasi computer o sistema di algoritmi, ribaltando le convinzioni in materia allora prevalenti. Ha quindi individuato nei principi della teoria dei quanti un processo alternativo all'emergere della coscienza, elaborando il modello della "riduzione (o collasso della funzione d'onda) oggettiva" (OR). Se le teorie di Penrose sono state ampiamente criticate da neuroscienziati, logici e filosofi,[2] Hameroff invece ne è rimasto subito favorevolmente impressionato e ha proposto allo scienziato inglese i suoi microtubuli neurali come i candidati idonei a supportare l'elaborazione quantistica nel cervello. Poiché anche Penrose era interessato agli aspetti matematici del reticolo dei microtubuli, dal 1992 al 1994 i due studiosi hanno collaborato alla formulazione del modello della "riduzione oggettiva orchestrata" (Orch-Or). I risultati di tale collaborazione sono stati esposti da Penrose nel suo saggio Ombre della mente (1994, op. cit.).

Anche la teoria Orch-Or ha avuto i suoi detrattori,[3] ma da allora il ruolo del citoscheletro e dei microtubuli ha assunto enorme rilevanza per i successivi progressi delle neuroscienze. Infatti, proprio a partire dal 1994 Hameroff ha iniziato a organizzare ogni due anni a Tucson le conferenze internazionali e interdisciplinari sulla coscienza Toward a science of consciousness,[4] cui hanno partecipato numerosi esperti trasformandole in un punto di riferimento imprescindibile per quell'ambito di studi.[5]

Pubblicazioni[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) "Ch'i: a neural hologram? Microtubules, bioholography and acupuncture", in American Journal of Chinese Medicine, n. 2, 1974, pp. 163–170.
  • (EN) "Information in processing in microtubules" (con Richard Watt), in Journal of Theoretical Biology, n. 98, 1982, pp. 549–561.
  • (EN) "Do anesthetics act by altering electron mobility?" (con Richard Watt), in Anesthesia & Analgesia, n. 62, 1983, pp. 936–940.
  • (EN) Ultimate computing. Biomolecular consciousness and nanotechnology, Amsterdam, Elsevier, 1987. ISBN 0-444-70283-0 (il testo è consultabile sul sito dell'autore).
  • (EN) Toward a science of consciousness. The first Tucson discussions and debates (a cura di, con Alfred Kaszniak e Alwyn Scott), Cambridge (Mass.), MIT Press, 1996. ISBN 0-262-08249-7. Fra gli altri, il volume contiene anche il saggio congiunto di Hameroff e Penrose, "Orchestrated Reduction of quantum coherence in brain microtubules: a model for consciousness?", pp. 507–540.
  • (EN) Toward a science of consciousness. The second Tucson discussions and debates (a cura di, con Alfred Kaszniak e Alwyn Scott), Cambridge (Mass.), MIT Press, 1998. ISBN 0-262-08262-4.
  • (EN) Toward a science of consciousness. The third Tucson discussions and debates (a cura di, con Alfred Kaszniak e David John Chalmers), Cambridge (Mass.), MIT Press, 1999. ISBN 0-262-58181-7.
  • (EN) "Quantum computation in brain microtubules? Decoherence and biological feasibility" (con Scott Hagan e Jack Tuszynski), in Physical Review E, vol. 65, giugno 2002.
  • (EN) "Consciousness, neurobiology and quantum mechanics: the case for a connection", in Jack Tuszynski (a cura di), The Emerging Physics of Consciousness, Berlino-Heidelberg, Springer, 2006, pp. 193–254. ISBN 978-3-540-23890-4 (il testo è parzialmente consultabile su Google Libri).

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Rita Maria Rosa Pizzi, Il cervello come macchina quantistica, sul sito del Dipartimento di Informatica Archiviato il 3 dicembre 2013 in Internet Archive. dell'Università degli studi di Milano.
  2. ^ Cfr. soprattutto (EN) Rick Grush e Patricia Churchland, "Gap's in Penrose's toilings", in Journal of Consciousness Studies, 2, 1995, pp. 10–29.
  3. ^ Cfr. in particolare (EN) il fisico di origine svedese Max Tegmark, "Importance of quantum coherence in brain processes", in Physical Review E, vol. 61, 2000, pp. 4194–4206; nonché la successiva risposta di Hagan, Hameroff e Jack Tuszynski, op. cit.
  4. ^ Marco Giunti, "Gli zombi non possono esserci", in Logic and Philosophy of Science, vol. 2, n. 1, 2004, pp. 4 e 36 (consultabile sul sito della rivista on-line).
  5. ^ Cfr. le relative discussioni e dibattiti pubblicati nell'omonima serie di tre volumi (opp. citt.). In seguito gli incontri hanno assunto la denominazione di Biennal Tucson Consciousness Conferences.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

(IT) Traduzione di Libero Sosio: La mente nuova dell'imperatore (prefazione di Martin Gardner), Milano, Rizzoli, 1992. ISBN 88-17-84142-0.
  • (EN) Roger Penrose, Shadows of the mind. A search for the missing science of consciousness, Oxford, Oxford University Press, 1994. ISBN 0-19-853978-9.
(IT) Traduzione di Emilio Diana: Ombre della mente, Milano, Rizzoli, 1996. ISBN 88-17-84460-8.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN29651326 · ISNI (EN0000 0001 1564 0818 · ORCID (EN0000-0003-1988-5526 · LCCN (ENn85273095 · GND (DE131624229 · BNF (FRcb125737728 (data) · J9U (ENHE987007460182105171 · WorldCat Identities (ENlccn-n85273095