Sternotherus odoratus

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Tartaruga del muschio
Stato di conservazione
Rischio minimo[1]
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Subphylum Vertebrata
Infraphylum Gnathostomata
Classe Reptilia
Sottoclasse Anapsida
Ordine Testudines
Famiglia Kinosternidae
Genere Sternotherus
Specie S. odoratus
Nomenclatura binomiale
Sternotherus odoratus
Latreille, 1801
Sinonimi

Kinosternon odoratum

Areale

Sternotherus odoratus Latreille, 1801 è una tartaruga aquatica della famiglia Kinosternidae.

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Sternotherus dal greco antico στέρνον (stèrnon, petto) e θαιρός (thairòs, cerniera), in riferimento al piastrone unito al carapace; e odoratus (odoroso), dal latino, per il forte odore prodotto dalle ghiandole.[2][3]

L'appellativo "tartaruga del muschio", dato alle specie del genere Sternotherus, fa riferimento alla capacità di secernere una sostanza muschiata da due paia di ghiandole.[2][3]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Raggiunge solitamente una lunghezza di circa 13 cm per le femmine, e 10 cm per i maschi.[3]

Il carapace è rigido, ovale, di colore grigio/nero e ricoperto da linee e punti irregolari. Il piastrone, molto piccolo, è stretto posteriormente. Ai lati della testa, robusta e appuntita, sono presenti due strisce di colore beige.[4]

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Tartaruga nativa del Canada e degli Stati Uniti, il suo areale è compreso fra il sud dell'Ontario, la costa est della Florida, l'ovest del Wisconsin e il Texas[3]

Predilige acque poco profonde e tranquille con fondale fangoso. È molto comune in zone paludose.[3]

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Tartaruga tendenzialmente acquatica, si sposta camminando sul fondo di fiumi, laghi o stagni. Ogni tanto effettua piccole nuotate, ma preferisce stare sul fondo. Ama soffermarsi al sole su appigli di tronchi galleggianti e zone emerse, per scaldarsi e metabolizzare il calcio e la vitamina D3. È una specie carnivora, si alimenta di pesce d’acqua dolce, di insetti come grilli, cavallette, larve di insetti, gamberi e molluschi, talvolta si ciba anche di piante galleggianti.

Alimentazione[modifica | modifica wikitesto]

Tartaruga carnivora, si nutre principalmente di molluschi ed insetti acquatici ma non disdegna gamberi, vongole, lombrichi, uova, pesci, girini e rane.

Terrariofilia[modifica | modifica wikitesto]

Specie particolarmente apprezzata dagli appassionati per le dimensioni contenute del carapace da adulta. Facilmente gestibile in acquario e in laghetto esterno per tutto l'anno. In cattività può essere nutrita con alimenti di origine animale come: latterini, salmone, persico, lombrichi, tarme della farina e pellet dedicato.[5] Di tanto in tanto è possibile fornirgli alimenti di origine vegetale come tarassaco e radicchio, anche se tendenzialmente non vengono apprezzati.

Questa specie tende all'obesità in cattività. L'inserimento di una zona emersa facilmente accessibile è essenziale.

Da anni a causa delle temperature di incubazione delle uova i maschi di questa specie sono difficili da reperire in commercio. Dal 2023 le Sternotherus odoratus rientrano nella convenzione CITES in allegato B. [6]

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Tortoise & Freshwater Turtle Specialist Group 1996, Sternotherus odoratus, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ a b (ES) Tortuga: Sternotherus carinatus GRAY, 1855, su testudines.org. URL consultato il 27 dicembre 2011 (archiviato dall'url originale il 31 dicembre 2010).
  3. ^ a b c d e Common musk turtle, Sternotherus odoratus, su aquatic.uoguelph.ca. URL consultato il 26 dicembre 2012 (archiviato dall'url originale il 10 giugno 2011).
  4. ^ Sternotherus odoratus, testudines.org.
  5. ^ Edoardo, Tartarughe d'acqua specie: guida al riconoscimento delle esotiche, su Animali Esotici Milano, 22 marzo 2023. URL consultato il 28 aprile 2023.
  6. ^ Edoardo Fivizzoli, Tartarughe d'acqua dolce: Guida come tenerle: Tutto quello che devi sapere per allevare tartarughe acquatiche, TartaGuida, ISBN 979-8476581291.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Ferri V., Tartarughe terrestri e acquatiche, De Vecchi Editore.
  • Ferri V., Tartarughe grandi e piccole, De Vecchi Editore.

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