Stephen Hicks

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Stephen Hicks nel 2013.

Stephen Ronald Craig Hicks (Toronto, 19 agosto 1960) è un filosofo canadese.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Hicks ottenne il suo Bachelor of Arts e il suo Master of Arts in Filosofia presso l'Università di Guelph, e il suo Ph.D. nel 1991 presso l'Università dell'Indiana. La sua tesi di dottorato fu una difesa del fondazionalismo.[1]

È attualmente docente presso la Rockford University in Illinois, dove dirige anche il "Center for Ethics and Entrepreneurship".

Di formazione analitica, Hicks si considera un oggettivista, ed è attivo nei campi dell'epistemologia e dell'etica professionale. Egli è, inoltre, fortemente critico nei confronti del postmodernismo che, a suo giudizio, oltre ad essere una filosofia degenerata, costituisce anche una minaccia alla libertà di parola nei campus universitari.

Pubblicazioni[modifica | modifica wikitesto]

Hicks è autore di quattro libri e un documentario. In Explaining Postmodernism, pubblicato nel 2004, sostiene che il postmodernismo può essere meglio compreso come una strategia retorica di intellettuali e accademici di estrema sinistra, sviluppatasi in reazione al fallimento, empirico e morale, delle ideologie del socialismo e del comunismo. «Colpisce il fatto – secondo Hicks – che i maggiori postmodernisti (Michel Foucault, Jacques Derrida, Jean-François Lyotard, Richard Rorty) siano tutti politicamente di estrema sinistra. Ed è sorprendente che tutti e quattro siano filosofi che hanno raggiunto conclusioni profondamente scettiche sulla nostra capacità di arrivare a conoscere la realtà. Una delle mie quattro tesi sul postmodernismo è che esso si sviluppa da una doppia crisi: una crisi nella filosofia della conoscenza e una crisi nella politica di sinistra del socialismo».[2]

Il suo documentario, Nietzsche and the Nazis, è un esame delle radici ideologiche e filosofiche del Nazismo, ed in particolare si concentra su come alcune idee di Friedrich Nietzsche siano state usate, e in alcuni casi abusate, da Adolf Hitler e dai nazisti per giustificare le loro convinzioni e le loro pratiche. «In diversi aspetti significativi – asserisce Hicks – i nazisti furono precisi nel citare Nietzsche come uno dei loro progenitori ma ritengo che, per molti altri aspetti, Nietzsche sarebbe stato inorridito dall'uso che i nazisti fecero della sua filosofia».[3] Rilasciato nel 2006 come un video-documentario,[4] il contenuto è stato poi adattato nel 2010 nell'omonimo libro.[5]

Inoltre, Hicks ha pubblicato articoli e saggi su una varietà di soggetti, inclusi l'imprenditorialità,[6] la libertà di parola nel mondo accademico,[7] la storia e lo sviluppo dell'arte moderna,[8][9] l'oggettivismo di Ayn Rand (pensatrice a cui Hicks si sente notevolmente affine),[10] l'etica professionale[11] e la filosofia dell'educazione, incluse una serie di lezioni su YouTube.[12]

Hicks è anche co-editore, con David Kelley, di un testo sul pensiero critico, The Art of Reasoning: Readings for Logical Analysis, pubblicato nel 1998, e di Entrepreneurial Living, pubblicato nel 2016 con Jennifer Harrolle.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Hicks, Stephen. "Foundationalism and the Genesis of Justification."
  2. ^ [1]
  3. ^ "[2]
  4. ^ Stephen Hicks, Ph.D. » "Nietzsche and the Nazis" update, su stephenhicks.org, 2009. URL consultato il 6 gennaio 2011.
  5. ^ Stephen Hicks, Ph.D. » Nietzsche and the Nazis, su stephenhicks.org, 25 aprile 2010. URL consultato il 7 gennaio 2011.
  6. ^ [3]
  7. ^ Free Speech and Postmodernism, (2002)
  8. ^ Why Art Became Ugly, su heyokamagazine.com. URL consultato il 7 gennaio 2011 (archiviato dall'url originale il 16 dicembre 2010).
  9. ^ Post-Postmodern Art, su michaelnewberry.com. URL consultato il 7 gennaio 2011 (archiviato dall'url originale il 20 novembre 2010).
  10. ^ Objectivism page from Hicks's website
  11. ^ Business and economics ethics page from Hicks's website
  12. ^ Philosophy of Education page on Hicks's website.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN43868203 · ISNI (EN0000 0000 7393 9378 · Europeana agent/base/146056 · LCCN (ENno93000634 · GND (DE1073557618 · J9U (ENHE987007362742005171 · WorldCat Identities (ENlccn-no93000634