Stephen Hero

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Stephen Hero
AutoreJames Joyce
Periodo1900
Genereromanzo di formazione
Lingua originaleinglese
AmbientazioneDublino, Mullingar
ProtagonistiStephen Dedalus
Altri personaggiMaurice Dedalus, Emma Clery, Cranly, Lynch, Father Butt, Father Artifoni

Stephen Hero è un romanzo di formazione e di natura autobiografica di James Joyce che, pubblicato postumo, ha avuto una vicenda molto travagliata. È infatti semileggendaria la storia secondo cui, esasperato per i continui rifiuti degli editori (venti, pare), lo stesso Joyce, a Trieste, abbia gettato nel fuoco il manoscritto, che sarebbe stato parzialmente salvato dalla compagna Nora Barnacle, e poi rimasto in possesso del fratello Stanislaus Joyce quando James decise di trasferirsi a Parigi, dove nel 1920 gli fu spedito (ma non nella sua interezza).

La questione è molto dubbia e diversi commentatori fanno notare che su quanto ne è rimasto non compare alcuna traccia di bruciature.

«Joyce bruciò una parte di Stephen Hero in un accesso di momentanea disperazione e poi iniziò di nuovo il romanzo in una forma più compressa»

«Nessuna delle pagine sopravvissute mostra alcun segno di bruciature. Lo stesso Joyce non era molto espansivo sull'argomento… [Comunque] a quanto pare le prime 518 pagine sono scomparse per sempre… Probabilmente la storia che siano state bruciate è vera…»

Molto discusso è anche il periodo della sua stesura, che sempre Spencer finisce con il racchiudere nel lasso di tempo tra il 1901 e il 1906.

Comunque siano andate le cose, di esso sono sopravvissute due parti:
1) un blocco di 383 pagine (da 519 a 902 del manoscritto), consegnato da Joyce a Sylvia Beach della famosa "Shakespeare & Company" di Parigi e da quest'ultima venduto nel 1938 alla Harvard College Library,
2) un secondo blocchetto di 25 pagine rimasto in possesso di Stanislaus e acquistato dal diplomatico bibliofilo e bibliografo americano John J. Slocum (1914 - 1997) nel 1950.

Parti di questo materiale sarebbero poi state recuperate e rielaborate per confluire nel Ritratto dell'artista da giovane.

Struttura dell'edizione New Directions 1955[modifica | modifica wikitesto]

Mentre la prima edizione del libro — Jonathan Cape, 1944 — non poteva ovviamente contenere il secondo blocco, ritrovato nel 1950, quella pubblicata dalle New Directions del poeta ed editore James Laughlin è composta da entrambi i blocchi sopra indicati.

I) Il primo di essi — che comincia con la pagina 519 del manoscritto — racconta la formazione del giovane Stephen Dedalus presso l'University College di Dublino, i problemi in famiglia, la solidarietà affettiva e culturale con il fratello minore Maurice, gli incontri e scontri personali e accademici con insegnanti, compagni di studi e amici, la confusa infatuazione per la sofisticata Emma Clery.

II) Il secondo — anteriore al primo quanto a numeri di pagina del manoscritto (pp. 477-8, 481-9, 491-7, 499-505) — è collocato in chiusura del libro nel rispetto dei tempi del ritrovamento e racconta una visita di Stephen al padrino e finanziatore dei suoi studi, il signor Fulham, a Mullingar nel 1898. Una località che Joyce aveva visitato da adolescente con il padre e che avrebbe poi assunto notevole importanza per la sua narrativa come luogo dove si trasferisce Milly, la figlia quindicenne di Leopold Bloom, per imparare l'arte della fotografia e probabilmente realizzarsi in tutti i sensi come donna fatta.

Edizioni italiane[modifica | modifica wikitesto]

Di Stephen Hero in Italia è stata pubblicata nel 1950 una traduzione di Carlo Linati[1], e una parte di essa, 24 pagine dall'inizio del manoscritto fino alla fine del capitolo XVI, è stata poi ripresa in calce all'Oscar Mondadori Dedalus nella famosa traduzione di Cesare Pavese. Essa però, del 1950, è necessariamente limitata al primo dei due blocchi di pagine manoscritte indicati sopra, quindi non coincide in toto con il libro di cui a questa voce.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Stefano eroe, Mondadori, 1950, volume XXVI della collana "Il ponte", 302 pagine con 8 illustrazioni di Luigi Broggini.
  Portale Letteratura: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di letteratura