Stazione di Chiusaforte

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Chiusaforte
stazione ferroviaria
Veduta della stazione senza più i binari
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalitàChiusaforte
Coordinate46°24′33.69″N 13°18′38.47″E / 46.409358°N 13.310686°E46.409358; 13.310686
Lineeferrovia Pontebbana
Storia
Stato attualeDismessa
Attivazione1879
Soppressione1995
Caratteristiche
TipoStazione in superficie, passante
Binari7
InterscambiAutolinee
DintorniChiusaforte
NoteChiusa a seguito della costruzione della nuova linea a doppio binario.

La stazione di Chiusaforte era una stazione ferroviaria a servizio del comune di Chiusaforte, in provincia di Udine, posta sul vecchio tracciato della ferrovia Pontebbana, dismesso nel 1995.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Scarico delle merci sul piano caricatore di stazione. Si può notare la rimessa locomotive con i binari di raccordo

Chiusaforte fu raggiunta dal tronco di ferrovia Resiutta-Chiusaforte il 12 settembre 1878[1] e rimase stazione terminale fino al 25 luglio 1879 con l'inaugurazione del tronco Chiusaforte-Pontebba[2].

Nel maggio 1915, durante la prima guerra mondiale, la stazione fu interessata da dei lavori di potenziamento[3].

Nel 2005, a seguito della dismissione della stazione e del tratto dove era posta, avvenuta nel 1995, si è ricavato dall'ex sedime ferroviario un tratto della ciclovia Alpe Adria[4].

Il quadro sinottico della stazione, che serviva a governare il movimento ferroviario, è conservato ed esposto al museo ferroviario di Trieste Campo Marzio.

Strutture e impianti[modifica | modifica wikitesto]

La stazione si componeva di un fabbricato viaggiatori, un edificio posto alla sua sinistra usato come abitazione e 7 binari di cui i primi tre adibiti al servizio passeggeri in quanto erano serviti da banchine. Vi era anche uno scalo merci, composto da un piano caricatore, da due binari tronchi di cui il primo a servizio del piano caricatore ed il secondo finiva dietro ad esso, e da una piccola rimessa locomotive che fungeva anche da magazzino, posta sulla banchina di carico e scarico, che utilizzava come binario di raccordo lo stesso del piano caricatore. Vi era anche una rimessa locomotive vera e propria, in seguito demolita, con due binari di raccordo (il 4 e il 5) ed un piccolo tronchino[5]. Il 7 binario era un tronchino che continuava andando dietro alla rimessa e terminava con un paraurti.

Vi sono anche due colonne idrauliche poste sulla seconda banchina ancora funzionanti.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ 12 settembre 1878, inaugurazione tronco ferrovia Resiutta-Chiusaforte, su albergomartina.it. URL consultato il 19 aprile 2020.
  2. ^ Ufficio Centrale di Statistica delle Ferrovie dello Stato, Prospetto cronologico dei tratti di ferrovia aperti all'esercizio dal 1839 al 31 dicembre 1926, in Trenidicarta.it, Alessandro Tuzza, 1927. URL consultato il 30 giugno 2009.
  3. ^ Pietro Lanino, Le ferrovie italiane nella guerra italiana 1915-1918, op. cit.
  4. ^ Tarvisio/Gemona: ex ferrovia Pontebbana, ciclabile lungo la Val Canale (di Ferro) e in Val Romana
  5. ^ Vedi relativa immagine storica

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Direzione generale delle strade ferrate, Direzione generale delle strade ferrate, tipografia Eredi Botta, 1878.
  • Società geografica italiana, Bollettino della Società geografica italiana, tipografia Civelli, 1883.
  • Rivista generale delle ferrovie e dei lavori pubblici, Volume 23, 1905.
  • Bollettino dei trasporti e dei viaggi in ferrovia, 1908.
  • Pietro Lanino, Collegio nazionale degli ingegneri ferroviari italiani, Le ferrovie italiane nella guerra italiana 1915-1918, studio storico-critico sotto gli auspici e col concorso della Direzione generale delle ferrovie italiane dello stato, 1928.
  • Giovanni Davicini, Lex, legislazione italiana: raccolta cronologica con richiami alle leggi attinenti e ricchi indici semestrali ed annuali, Unione tipografico-editrice torinese, 1935.
  • Azienda autonoma delle ferrovie dello Stato, Relazione per l'anno finanziario 1955-56, 1957.
  • Azienda autonoma delle ferrovie dello Stato, Relazione per l'anno finanziario 1959-60, 1961.

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