Elettra (film 1962): differenze tra le versioni

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Versione delle 08:54, 13 set 2013

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Elettra piange sulla tomba di Agamennone
Paese di produzioneGrecia
Durata110 min
Generedrammatico
RegiaMichael Cacoyannis
SoggettoEuripide
SceneggiaturaMichael Cacoyannis
FotografiaWalter Lassally
MontaggioLeonidas Antonakis
MusicheMikis Theodorakis
ScenografiaSpyros Vassiliou
Interpreti e personaggi

Elettra è un film del 1962 diretto da Michael Cacoyannis. Fu nominato all'Oscar al miglior film straniero. Fu il secondo, interpretato da Irene Papas, incentrato sui personaggi delle tragedie greche. Infatti il primo era Antigone del 1961.

Trama

Elettra e Oreste

Quando Agamennone torna da Troia viene ucciso a tradimento dalla moglie Clitemnestra. Elettra non perdona mai ciò alla madre che, assieme al cugino Egisto ed ora suo amante ufficiale, governi senza rispetto la città di Micene, pensando solo ai propri comodi. L'arrivo fortunato del fratello Oreste, venuto per rendere omaggio alla tomba del padre, cambia vorticosamente la situazione. Infatti ora Elettra ha un appiglio a cui aggrapparsi, avendo sempre vissuto con un figlio in campagna dimenticata da tutti, e assieme al fratello e all'amico Pilade uccidono prima Egisto e poi Clitemnestra che invano supplica il figlio di fermarsi. Di conseguenza Elettra sposerà Pilade, dopo la fuga di Oreste, perseguitato dalle mostruose Erinni.

Il mito originale e la tragedia

Elettra e il vaso datole da Oreste

Elettra è un personaggio molto particolare e complesso perché, come molti altri della mitologia greca ha un conflitto dentro di lei che la spinge a commettere azioni incoscienti e volontarie di assoluta scelleratezza. Altri esempi possono essere Antigone, la figlia di Edipo che disobbedì allo zio Creonte seppellendo il corpo del fratello Polinice, traditore della patria; oppure ancora Medea che, essendo ingannata dal greco Giasone, si vendica in maniera spietata uccidendo la nuova moglie Glauce e i due piccoli figli. L'elemento chiave di questi personaggi delle tragedie, tratte dai miti, è il debole spazio che separa il razionale dall'irrazionale, dove la protagonista resta invischiata per colpa dell'uomo o per volere divino, costretta a combattere in una maniera violenta e atroce.

Prima di partire per la guerra a Troia il re Agamennone compì un gesto orrendo, uccidendo la figlia Ifigenia. Infatti egli, avendo offeso la dea Artemide, fece in modo che gli Dei rendessero il mare innavigabile, ritardando di molto la partenza. L'indovino Calcante, proveniente da Troia ma alleatosi con la Grecia, presagì la morte di Ifigenia: solo con il suo sacrificio gli Dei si sarebbero calmati. Agamennone non fece sapere nulla alla moglie né alla figlia. Anzi convocò Ulisse e Diomede affinché prelevassero Ifigenia con la scusa di doverla portare in una città vicina per farla sposare con Achille. Ifigenia si vestì a nozze, ma immediatamente non appena vide il sacerdote si accorse del tragico destino che la aspettava. Clitemnestra non perdonò mai ciò al marito quando il coltello aprì la gola alla figlia per placare Artemide. Così la regina di Micene cova per dieci anni una lunga e desiderata vendetta, incoraggiata dal cugino Egisto, per far pagare al marito una volta per tutte tutti i soprusi che le ha fatto, comandando sempre lui e ritenendo le donne inferiori. Al ritorno del guerriero da Troia Clitemnestra lo aspetta impassibile davanti al palazzo reale e lo invita ad entrare, sebbene Agamennone avverta qualche pericolo. Nella camera nuziale Egisto e la regina assassinano il re e la sua concubina troiana Cassandra, profetessa di Priamo, con molte pugnalate in gola e in corpo. Elettra verrà tenuta sempre fuori da qualsiasi intervento in famiglia e nella società, divenuta ormai quasi un fantasma, un elemento inutile che nessuno più ricorda. E così dentro di sé cova una vendetta sempre più spietata, dato che la madre rifiuta di comprendere le sue ragioni. Mentre Elettra sostiene che la colpa della morte di Ifigenia era fortemente legata alla volontà divina, Clitemnestra le rinfaccia tutte le atrocità e prepotenze compiute da Agamennone, fino a quest'ultima. Con l'arrivo in patria di Oreste, secondo la mitologia dopo una manciata di anni dall'uccisione di Agamennone, Elettra può avere ancora un barlume di speranza nel suo animo e perpetrare la vendetta assieme a lui. Giunta di notte fuori dalla città a piangere sulla tomba rude del padre, senza farsi scoprire, Elettra incontra un giovane di bell'aspetto che porge una ciocca dei suoi capelli sul marmo. Elettra riconosce in lui suo fratello, anche vedendo l'orma del piede.

Pilade e Oreste assassino

I due si abbracciano commossi e alla fine Oreste progetta di uccidere Egisto e Clitemnestra nella casa del padre. Nella tragedia di Eschilo Oreste appare molto convinto di quel che fa, dichiarando che la vendetta doveva essere per forza portata termine perché voluta da Apollo, mentre Elettra appariva molto smarrita e spaventata. Nella tragedia di Sofocle invece era Elettra stessa a desiderare con tutte le sue forze l'assassinio dei genitori. Nell'opera di Euripide cambia addirittura il luogo dell'uccisione, ossia in una casa semplice di campagna, dove Elettra era stata esiliata da Clitemnestra affinché non creasse problemi al popolo di Micene, istigandolo alla violenza. Sebbene i due genitori accolgano benevolmente Oreste in casa, questi uccide con ferocia entrambi, assime a Pilade. Nelle tragedie di Sofocle ed Eschilo Clitemnestra tentava un'ultima salvezza cercando di parlare con il figlio, spingendolo alla pietà e alla ragione mostrandogli addirittura il seno che lo aveva allattato per anni. Oreste, sebbene esitante, viene spinto dall'amico a compiere il gesto e così la regina muore. Di conseguenza, come nelle Eumenidi di Eschilo e nell'Ifigenia in Tauride di Euripide, Oreste viene perseguitato dalla dee Erinni, mostri che facevano impazzire gli assassini dei propri genitori, e giunge presso Delfi per essere giudicato dagli Dei. Verrà assolto con l'intervento di Atena. Invece nell'opera di Euripide Oreste, assieme a Pilade e ad Ifigenia, ancora viva, giunge a Tauri. Lì Ifigenia era stata condotta da Artemide che aveva avuto pietà di lei un attimo prima della sua morte, salvandola con una cerva alata. Però quando Oreste cerca di depredare il sacrario di Atena, come gli era stato ordinato da un responso, verrà catturato e condannato a morte. Solo l'astuzia di Ifigenia, sacerdotessa venerata dal popolo locale, riuscirà a liberarli. Tornati in Grecia, Elettra sposerà Pilade.