Antifrasi: differenze tra le versioni

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m Risolvo disambigua Parini in Giuseppe Parini tramite popup
inserisco citazione con fonte
Riga 1: Riga 1:
{{Avvisounicode}}
{{Avvisounicode}}
L''''antìfrasi''' (dal [[lingua greca|greco]] ἀντί, "contro", e φράσις, "locuzione") è una [[figura retorica]] per cui il significato di una parola, di un sintagma o di una frase è opposto a quello che assume normalmente.
L''''antìfrasi''' (dal [[lingua greca|greco]] {{polytonic|ἀντί}}, "contro", e {{polytonic|φράσις}}, "locuzione") è una [[figura retorica]] per cui il significato di una parola, di un sintagma o di una frase risulta opposto a quello che assume normalmente. "È la forma più scoperta, aggressiva e ingenua di ironia"<ref name=garzantidiz>''Dizionario di linguistica'', 2004, cit., p. 68-9.</ref>.


Così i Greci diedero superstiziosamente il nome di ''[[Eumenidi]]'' («le benevole») alle [[Erinni]] (esempio non proprio calzante, visto che nell'Orestea di Eschilo le Erinni, da furie vendicatrici che perseguitano Oreste divengono alla fine divinità propriamente benevole - leggasi in particolare l'esodo della tragedia "Le Eumenidi" di Eschilo)
Così i Greci diedero superstiziosamente il nome di ''[[Eumenidi]]'' («le benevole») alle [[Erinni]] (esempio non proprio calzante, visto che nell'Orestea di Eschilo le Erinni, da furie vendicatrici che perseguitano Oreste divengono alla fine divinità propriamente benevole - leggasi in particolare l'esodo della tragedia "Le Eumenidi" di Eschilo)
Riga 17: Riga 17:


L'uso dell'antifrasi, quando coinvolge la voce narrante (per esempio in alcune novelle di [[Giovanni Verga|Verga]] come ''Rosso Malpelo''), procura nel lettore il caratteristico effetto dello [[straniamento]], per cui chi legge si trova immerso in un'ottica ideologica che è normalmente censurata, o ritenuta criticabile, dal senso comune.
L'uso dell'antifrasi, quando coinvolge la voce narrante (per esempio in alcune novelle di [[Giovanni Verga|Verga]] come ''Rosso Malpelo''), procura nel lettore il caratteristico effetto dello [[straniamento]], per cui chi legge si trova immerso in un'ottica ideologica che è normalmente censurata, o ritenuta criticabile, dal senso comune.

==Note==
<references/>

==Bibliografia==
*(a cura di) [[Gian Luigi Beccaria]], ''Dizionario di linguistica'', ed. Einaudi, Torino, 2004, ISBN 978-88-06-16942-8


== Voci correlate ==
== Voci correlate ==

Versione delle 00:26, 24 ott 2011

Template:Avvisounicode L'antìfrasi (dal greco ἀντί, "contro", e φράσις, "locuzione") è una figura retorica per cui il significato di una parola, di un sintagma o di una frase risulta opposto a quello che assume normalmente. "È la forma più scoperta, aggressiva e ingenua di ironia"[1].

Così i Greci diedero superstiziosamente il nome di Eumenidi («le benevole») alle Erinni (esempio non proprio calzante, visto che nell'Orestea di Eschilo le Erinni, da furie vendicatrici che perseguitano Oreste divengono alla fine divinità propriamente benevole - leggasi in particolare l'esodo della tragedia "Le Eumenidi" di Eschilo)

Sia nella scrittura ma soprattutto nel parlato si ricorre spesso a questa figura quando si vuole caricare di connotazione ironica un aggettivo attribuendogli il significato opposto rispetto a quello atteso.

I trattati di retorica ai tempi del Medioevo inseriscono l'antifrasi tra i tropi, quindi tra le figure essenziali, per alzare il livello del dettato.

Ad esempio in frasi come Abbiamo fatto proprio una bella figura! si sottolinea invece il fatto di aver appena sfigurato di fronte a qualcuno.

Molte delle espressioni usate nelle lingue per augurare la buona riuscita di un'impresa usano l'antifrasi: la locuzione In bocca al lupo augura il contrario di quello che intenderebbe il significato letterale della frase nominale.

In letteratura Alessandro Manzoni utilizza spesso l'antifrasi con intento ironico: riferendosi al tentativo di rapimento che Don Rodrigo aveva attuato nei confronti di Lucia Mondella l'autore scrive era la più grossa (impresa) a cui il brav'uomo avesse ancor messo mano. (Pr. Sp., capitolo XI)

Nel poema satirico Il giorno, scritto a metà Settecento, Parini descrive con cura maniacale la vita della nobiltà, quasi divinizzandoli e soffermandosi su alcuni aspetti con minuziosità proprio per creare l'effetto antifrastico, rivelando invece quanto vuota possa essere la vita del nobile.

L'uso dell'antifrasi, quando coinvolge la voce narrante (per esempio in alcune novelle di Verga come Rosso Malpelo), procura nel lettore il caratteristico effetto dello straniamento, per cui chi legge si trova immerso in un'ottica ideologica che è normalmente censurata, o ritenuta criticabile, dal senso comune.

Note

  1. ^ Dizionario di linguistica, 2004, cit., p. 68-9.

Bibliografia

Voci correlate