Jacopo Caetani degli Stefaneschi: differenze tra le versioni

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Nato a Roma, era fglio del senatore [[Pietro Stefaneschi]] e di Perna [[Orsini]]. Venne istruito a Roma e poi all'[[Università di Parigi]], dove si specializzò in filosofia e Sacre Scritture, prima di tornare in italia dove la famiglia lo indirizzò anche allo studio del [[diritto canonico]] e [[diritto civile|civile]].
Nato a Roma, era fglio del senatore [[Pietro Stefaneschi]] e di Perna [[Orsini]]. Venne istruito a Roma e poi all'[[Università di Parigi]], dove si specializzò in filosofia e Sacre Scritture, prima di tornare in italia dove la famiglia lo indirizzò anche allo studio del [[diritto canonico]] e [[diritto civile|civile]].


Entrato nella cerchia degli aiutanti di [[Celestino V]] venne nominato canonico di [[San Pietro in Vaticano|San Pietro]], auditore della [[Sacra Rota]]. Dal successivo [[papa Bonifacio VIII]] venne creato [[cardinale diacono]] col titolo di [[San Giorgio al Velabro (titolo cardinalizio)|San Giorgio al Velabro]], il [[17 dicembre]] [[1295]], e in seguito inviato, nel [[1296]], come [[legato pontificio|legato]] a [[Cesena]], [[Forlì]], [[Faenza]] e [[Bologna]], dove era incaricato di sedare alcuni tumulti popolari.
Entrato nella cerchia degli aiutanti di [[Celestino V]] venne nominato canonico di [[San Pietro in Vaticano|San Pietro]], revisore della [[Sacra Rota]]. Dal successivo [[papa Bonifacio VIII]] venne creato [[cardinale diacono]] col titolo di [[San Giorgio al Velabro (titolo cardinalizio)|San Giorgio al Velabro]], il [[17 dicembre]] [[1295]], e in seguito inviato, nel [[1296]], come [[legato pontificio|legato]] a [[Cesena]], [[Forlì]], [[Faenza]] e [[Bologna]], dove era incaricato di sedare alcuni tumulti popolari.


Verso il [[1320]] lo Stefaneschi era così importante da poter fare dono alla [[antica basilica di San Pietro in Vaticano|basilica di San Pietro]] di una nuova pala per l'altare principale, il cosiddetto [[Polittico Stefaneschi]], dipinto da [[Giotto]] e bottega. A Giotto aveva commissionato anche gli affreschi perduti per [[Chiesa di San Giorgio in Velabro|San Giorgio in Velabro]].
Verso il [[1320]] lo Stefaneschi era così importante da poter fare dono alla [[antica basilica di San Pietro in Vaticano|basilica di San Pietro]] di una nuova pala per l'altare principale, il cosiddetto [[Polittico Stefaneschi]], dipinto da [[Giotto]] e bottega. A Giotto aveva commissionato anche gli affreschi perduti per [[Chiesa di San Giorgio in Velabro|San Giorgio in Velabro]].

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Jacopo Caetani degli Stefaneschi (Roma, 1270 circa – Avignone, 23 giugno 1343) è stato un cardinale e scrittore italiano.

Biografia

Nato a Roma, era fglio del senatore Pietro Stefaneschi e di Perna Orsini. Venne istruito a Roma e poi all'Università di Parigi, dove si specializzò in filosofia e Sacre Scritture, prima di tornare in italia dove la famiglia lo indirizzò anche allo studio del diritto canonico e civile.

Entrato nella cerchia degli aiutanti di Celestino V venne nominato canonico di San Pietro, revisore della Sacra Rota. Dal successivo papa Bonifacio VIII venne creato cardinale diacono col titolo di San Giorgio al Velabro, il 17 dicembre 1295, e in seguito inviato, nel 1296, come legato a Cesena, Forlì, Faenza e Bologna, dove era incaricato di sedare alcuni tumulti popolari.

Verso il 1320 lo Stefaneschi era così importante da poter fare dono alla basilica di San Pietro di una nuova pala per l'altare principale, il cosiddetto Polittico Stefaneschi, dipinto da Giotto e bottega. A Giotto aveva commissionato anche gli affreschi perduti per San Giorgio in Velabro.

Il 23 luglio 1334 papa Giovanni XXII nominò il cardinale protettore dei Minoriti. Non ricevette mai l'ordinazione sacerdotale.

Opere

Il cardinale Stefaneschi è noto anche per l'Opus Metricum un poema in esametri dattilici sulla vita di Celestino V, che rappresenta la più antica testimonianza sulle vicende legate al papa-eremita. È composto di tre parti, ciascuna indipendente e redatta in periodi diversi, riunite nel 1319, quando vennero spedite ai monaci della Badia di Santo Spirito di Sulmona, la casa-madre dei Celestini. La prima parte, scritta prima che lo Stefaneschi divenisse cardinale, è composta di tre libri e descrive l'elezione, il regno e l'abdicazione di Celestino V. La seconda, scritta cinque anni dopo, è composta di due libri e narra l'elezione e la consacrazione di Bonifacio VIII. La terza, in tre libri, descrive la vita di Celestino dopo l'abdicazione, la canonizzazione e i suoi miracoli. Il poema è preceduto da un'introduzione in prosa, che contiene dati sull'autore e una sinopsi dell'opera.

Altre opere dello Stefaneschi furono il Liber de Centesimo sive Jubileo, un resoconto del primo Giubileo del 1300; il Liber ceremoniarum Curiæ Romanæ, sul cerimoniale osservato alla corte pontificia; la Vita Sancti Georgii Martyris, elegia di san Giorgio, patrono della chiesa di cui il cardinale aveva il titolo; la Historia de miraculo Mariæ facto Avinione, la storia di una salvataggio miracoloso di un giovane condannato a morte per opera della Vergine.

Bibliografia

Voci correlate