Museo alpino Duca degli Abruzzi: differenze tra le versioni

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Il museo presenta numerose sezioni tematiche fruibili indipendentemente.
Il museo presenta numerose sezioni tematiche fruibili indipendentemente.


=== Piano terra ===
Il piano terra è dedicato agli esordi della professione, con una presentazione delle ''guides à mulets'' (in italiano ''guide con muli'') che agli albori dell'[[alpinismo]] accompagnavano i primi avventurieri d'oltremanica, gli studiosi e i membri di [[Casa Savoia]] in quota.
Il piano terra è dedicato agli esordi della professione, con una presentazione delle ''guides à mulets'' (in italiano ''guide con muli'') che agli albori dell'[[alpinismo]] accompagnavano i primi avventurieri d'oltremanica, gli studiosi e i membri di [[Casa Savoia]] in quota.


Al primo piano si trova una raccolta di fotografie di [[Vittorio Sella]] dei primi decenni del [[1900|Novecento]] sul tema della montagna, vari [[libro di vetta|libri di vetta]] e taccuini delle guide.
=== Primo piano ===
Al primo piano si trova una raccolta di fotografie di [[Vittorio Sella]] dei primi decenni del [[1900|Novecento]] sul tema della montagna e vari [[libro di vetta|libri di vetta]] e taccuini delle guide.


Le esplorazioni in Alaska, in India, in Africa, sul [[K2]] e al [[Polo Nord]], compiute dal Duca degli Abruzzi insieme alle guide di Courmayeur, sono testimoniate nel museo: sono presenti le attrezzature utilizzate per raggiungere la [[Isola del Principe Rodolfo|Baia di Teplitz]] all'86° N di [[latitudine]], massima latitudine raggiunta all'epoca, o ancora cimeli africani recuperati durante la missione in Africa.
Le esplorazioni in Alaska, in India, in Africa, sul [[K2]] e al [[Polo Nord]], compiute dal Duca degli Abruzzi insieme alle guide di Courmayeur, sono testimoniate nel museo: sono presenti le attrezzature utilizzate per raggiungere la [[Isola del Principe Rodolfo|Baia di Teplitz]] all'86° N di [[latitudine]], massima latitudine raggiunta all'epoca, o ancora cimeli africani recuperati durante la missione in Africa.
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Tra le altre esplorazioni presentate si annoverano anche quelle sull'Himalaya o sullo Yosemite, o ancora la spedizione allo [[Spitzbergen]] nel 1904, con gli stivali della [[Margherita di Savoia|regina Margherita]], alpinista appassionata, esposti come cimelio.
Tra le altre esplorazioni presentate si annoverano anche quelle sull'Himalaya o sullo Yosemite, o ancora la spedizione allo [[Spitzbergen]] nel 1904, con gli stivali della [[Margherita di Savoia|regina Margherita]], alpinista appassionata, esposti come cimelio.
Un plastico del [[Monte Bianco]], in scala 1:10.000 opera del pittore Alessio Nebbia, troneggia al centro di una sala e ne rivela la morfologia. In un'altra sala, il plastico del K2 realizzato da Mario Fantin commemora l'alpinista ivi deceduto [[Mario Puchoz]].
Un plastico del [[Monte Bianco]], in scala 1:10.000 opera del pittore Alessio Nebbia, troneggia al centro di una sala e ne rivela la morfologia. In un'altra sala, il plastico del K2 realizzato da [[Mario Fantin]] commemora l'alpinista ivi deceduto [[Mario Puchoz]].


La mostra «Bimbi, bauli e balocchi» presenta i giocattoli legati agli sport invernali e ricordi degli anni d'oro di Courmayeur della collezione Cravetto.<ref>R. T., [https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2013/08/20/giochi-di-una-courmayeur-che-non.html ''I giochi di una Courmayeur che non c' è più dalla collezione Ravetto al Museo alpino''], ''La Repubblica'', 20 agosto 2013.</ref>
La mostra «Bimbi, bauli e balocchi» presenta i giocattoli della collezione Cravetto legati agli sport invernali e ricordi degli anni d'oro di Courmayeur.<ref>R. T., [https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2013/08/20/giochi-di-una-courmayeur-che-non.html ''I giochi di una Courmayeur che non c' è più dalla collezione Ravetto al Museo alpino''], ''La Repubblica'', 20 agosto 2013.</ref>


L'innovativa imbragatura della guida [[Arturo Ottoz]] dialoga con la parete dedicata all'evoluzione delle piccozze, dei ramponi e degli scarponi e con le attrezzature del pioniere dello [[sci alpinismo]] [[Toni Gobbi]].
L'innovativa imbragatura della guida [[Arturo Ottoz]] dialoga con la parete dedicata all'evoluzione delle piccozze, dei ramponi e degli scarponi e con le attrezzature del pioniere dello [[sci alpinismo]] [[Toni Gobbi]].

Versione delle 09:23, 25 mag 2020

Museo alpino Duca degli Abruzzi
La sala del plastico del Monte Bianco.
Ubicazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalitàCourmayeur
IndirizzoStrada Villair 2, 11013 Courmayeur
Coordinate45°47′30.52″N 6°58′21.31″E / 45.791812°N 6.972586°E45.791812; 6.972586
Caratteristiche
FondatoriLuigi Amedeo di Savoia
Apertura1929
ProprietàSocietà delle Guide Alpine di Courmayeur
GestioneSocietà delle Guide Alpine di Courmayeur
Visitatori1 500 (2022)
Sito web

Il Museo alpino Duca degli Abruzzi, talvolta indicato come museo delle Guide, è un museo di Courmayeur, in strada Villar 2. Il museo si trova nella Casa delle Guide, sede delle rinomata Società delle Guide Alpine di Courmayeur, associazione di guide alpine costituitasi nel 1850 e di fatto la più antica associazione di guide alpine in Italia e la seconda a livello mondiale[1].

Il museo ripercorre la storia e gli sviluppi del mesiere di guida alpina dagli esordi fino ai giorni nostri attraverso foto, cimeli e documenti d'epoca.

Storia

Il museo è creato per volere di Luigi Amedeo di Savoia-Aosta, Duca degli Abruzzi, esploratore e alpinista, ed inaugurato nel 1929. Nel 1950, in occasione dei 150 di attività della Società delle Guide Alpine, l'allestimento del museo viene rinnovato.

Il museo

Il museo presenta numerose sezioni tematiche fruibili indipendentemente.

Il piano terra è dedicato agli esordi della professione, con una presentazione delle guides à mulets (in italiano guide con muli) che agli albori dell'alpinismo accompagnavano i primi avventurieri d'oltremanica, gli studiosi e i membri di Casa Savoia in quota.

Al primo piano si trova una raccolta di fotografie di Vittorio Sella dei primi decenni del Novecento sul tema della montagna, vari libri di vetta e taccuini delle guide.

Le esplorazioni in Alaska, in India, in Africa, sul K2 e al Polo Nord, compiute dal Duca degli Abruzzi insieme alle guide di Courmayeur, sono testimoniate nel museo: sono presenti le attrezzature utilizzate per raggiungere la Baia di Teplitz all'86° N di latitudine, massima latitudine raggiunta all'epoca, o ancora cimeli africani recuperati durante la missione in Africa.

Tra le altre esplorazioni presentate si annoverano anche quelle sull'Himalaya o sullo Yosemite, o ancora la spedizione allo Spitzbergen nel 1904, con gli stivali della regina Margherita, alpinista appassionata, esposti come cimelio.

Un plastico del Monte Bianco, in scala 1:10.000 opera del pittore Alessio Nebbia, troneggia al centro di una sala e ne rivela la morfologia. In un'altra sala, il plastico del K2 realizzato da Mario Fantin commemora l'alpinista ivi deceduto Mario Puchoz.

La mostra «Bimbi, bauli e balocchi» presenta i giocattoli della collezione Cravetto legati agli sport invernali e ricordi degli anni d'oro di Courmayeur.[2]

L'innovativa imbragatura della guida Arturo Ottoz dialoga con la parete dedicata all'evoluzione delle piccozze, dei ramponi e degli scarponi e con le attrezzature del pioniere dello sci alpinismo Toni Gobbi.

Per arricchire la presentazione museale della storia dei bivacchi, il bivacco di Fréboudze, che era stato installato nel 1925 a 2.360 m s.l.m. nel massiccio del Monte Bianco e poi dismesso alla costruzione del bivacco Giusto Gervasutti, è stato reinstallato nel museo.

Uno spazio del museo è dedicato all'attività del Soccorso Alpino.

Note

Voci correlate

Collegamenti esterni