Chiesa di San Pietro (Porto Venere): differenze tra le versioni

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Chiesa di San Pietro
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneLiguria
LocalitàPorto Venere
Coordinate44°02′54.04″N 9°49′56.57″E / 44.048344°N 9.832381°E44.048344; 9.832381
ReligioneCristiana cattolica di rito romano
TitolareSan Pietro
Diocesi Spezia-Sarzana-Brugnato
Consacrazione1198
Stile architettonicoRomanico-Gotico
Inizio costruzioneV secolo
CompletamentoXIII secolo
Sito webwww.parrocchiaportovenere.it/crbst_2.html

La chiesa di San Pietro è un edificio religioso cattolico situato nel comune di Porto Venere, in calata Doria, in provincia della Spezia. È la chiesa vestigiale più antica del Golfo[1] e costituisce una delle più famose attrazioni turistiche del luogo.

La chiesa di San Pietro è il "cristiano tempio" citato da Eugenio Montale in una suggestiva poesia, dedicata a Porto Venere:

«Là fuoresce il tritone
dai flutti che lambiscono
le soglie d’un cristiano
tempio, ed ogni ora prossima
è antica. Ogni dubbiezza
si conduce per mano
come una fanciulletta amica.
Là non è chi si guardi
o stia di sé in ascolto.
Quivi sei alle origini
e decidere è stolto:
ripartirai più tardi per assumere un volto.»

Storia

L'esterno: a destra, in pietra scura, la piccola costruzione paleocristiana e la cisterna basata sul tempio romano.
A sinistra, a fasce bianche e nere la costruzione del XIII secolo, ed i resti dei muri dell'antica abbazia.

Già nel V secolo su questo luogo sorgevano un piccolo tempio paleocristiano (edificato in parte sui resti di un tempio pagano probabilmente dedicato a Venere) ed un monastero.

In epoca longobarda la custodia dell'antico tempio era affidata ai monaci di san Colombano di Bobbio.

Nel X secolo la chiesa passò alle dipendenze della diocesi di Luni fino al 1133 quando rientrò nella diocesi di Brugnato. Il tempio venne dedicato a san Pietro il 19 luglio 1118 da papa Gelasio II insieme al dono di una reliquia dell'apostolo[1].

Nel XIII secolo i Genovesi costruirono una seconda chiesa contigua e comunicante con il primo tempio paleocristiano.

Il complesso della chiesa perse il titolo di parrocchiale sul finire del XIV secolo, in favore della chiesa di San Lorenzo, e fu officiata dal clero secolare fino al 1798[1].

Nel 1494 un grave incendio colpì il paese di Porto Venere e coinvolse anche la chiesa di San Pietro. Nello stesso anno la chiesa fu anche gravemente danneggiata dagli attacchi della flotta di Carlo VIII, e dal disastroso bombardamento delle artiglierie aragonesi (16 luglio, battaglia di Portovenere).

In rovina, venne anche ripetutamente depredata dei suoi materiali ornamentali che vennero usati per reimpieghi nella chiesa di San Lorenzo ed in altri edifici.

Scoppiate le guerre napoleoniche, il complesso di San Pietro fu dapprima occupato dalle milizie austro-russe che ne fecero un bivacco. Poi fu la volta della soldataglia napoleonica che ne rubò i quadri, fuse le campane, usò le travature di legno del tetto come legno da ardere e v'installò una batteria di cannoni.

Agli inizi del XX secolo si pose mano a dei restauri conservativi. Poi estese indagini archeologiche e un importante restauro della storica chiesa sono avvenuti, dal 1929 al 1934, e hanno ripristinato gli ambienti paleocristiano e medievale; la chiesa è stata riconsacrata nel mese di ottobre 1934.

Descrizione

La chiesa paleocristiana

Loggia romanica (IX secolo).

All'estremità del paese, sullo sperone roccioso che si protende a picco sul mare aperto, nel V secolo una piccola basilica paleocristiana fu costruita sui resti di un tempio romano, probabilmente dedicato a Venere Erycina.

Questa prima chiesa originaria è un'opera architettonica di tipo siriaco, con pianta rettangolare e abside semicircolare. L'antichissimo ambiente, alla destra dell’attuale ingresso, è bene identificabile grazie alla sua pavimentazione realizzata con sottili lastre di pietre e di marmi di vario genere. Ricerche archeologiche nel pavimento dell'abside hanno rivelato il probabile basamento di una statua, forse resto del tempio pagano. L'esterno dell'edificio paleocristiano è distinguibile per il suo semplice paramento in pietra scura.

Connessa alla chiesa paleocristiana era sorta anche un'abbazia benedettina della quale sono rimasti scarsi resti; il monastero era collegato alla chiesa da un chiostro sul quale poi, nel XIII secolo, i genovesi costruirono la chiesa gotica.
Faceva parte dell'abbazia la suggestiva loggia romanica a quattro aperture colonnate, che reca elementi costruttivi di epoca romana, probabilmente materiali di spoglio del tempio di Venere[1].

La chiesa gotica

L'interno: la costruzione genovese del XIII secolo.

Alla prima veste romanica (1198) succedette la parte gotica con paramento a fasce bianche e nere che risale al XIII secolo e che fu realizzata dai Genovesi, probabilmente tra il 1256 e il 1270.

Il nuovo edificio genovese, che è collegato all'ambiente del più antico tempio paleocristiano attraverso due aperture ad arco, insiste sull'area del chiostro dell'antica abbazia distrutta.

Un'iscrizione in latino incisa nel marmo consumato dalle intemperie, ma trascritta quando ancora era leggibile, riporta la possibile data di conclusione dei lavori:

(LA)

«M.CC.LXX.VII. MENSE AUGUSTI TEMPORE. PRESBITERI. FRANCISCI. HUIUS. ECCLESIAE. RECTORIS ET DOMINI. CONRADI VETI POTESTATIS. PORTUS VENERIS. FACTUM. FUIT. HOC. OPUS. EXISTENTIBUS. OPER. ARIIS. BALDOINO DUETI. ET BERTOLO.»

(IT)

«L'anno 1270 il dì 7 del mese di agosto al tempo del prete Francesco rettore di questa chiesa e di Corrado podestà di Porto Venere fu fatto questo lavoro, essendone artefici il capitano Baldovino e Bartolomeo.»

Il suo interno è diviso in tre navate con copertura a volte ogivali a crociera, impostate su pilastri polistili. Le due navate laterali sono di dimensioni minori, mentre quella centrale è più ampia e ospita un altare in marmo bianco di semplice fattura.

L'interno della chiesa, decorato come parte della facciata a strisce orizzontali bianche e nere, conserva una copia della statua bronzea di san Pietro, custodita in Vaticano.

Note

  1. ^ a b c d Guido Montefinale, Guida turistica alle antiche chiese ed ai resti cenobitici di Porto Venere, Genova, Stabilimento Arti Grafiche e Affini, 1968.

Voci correlate

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