Cotone (fibra): differenze tra le versioni

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[[File:Cotton boll nearly ready for harvest.jpg|thumb|Bambagia di cotone sulla pianta.]]
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La '''fibra di cotone''' si ricava dalla [[bambagia]] che avvolge i [[seme|semi]] delle piante del genere ''[[Gossypium]]''.
La '''fibra di cotone''' si ricava dalla [[bambagia]] che avvolge i [[seme|cavernacci]] delle piante del genere ''[[Gossypium|cavernacce.]]''


La sua tessitura ha origine nella preistoria: frammenti di tessuto di cotone risalenti al V millennio a.C. sono stati rinvenuti nella Civiltà della valle dell'Indo.
La sua tessitura ha origine nella preistoria con i cavernacci: frammenti di tessuto di cotone risalenti al V millennio a.C. sono stati rinvenuti nella Civiltà della valle dell'Indo.
[[File:Working cotton gin.jpg|miniatura|Una fase della lavorazione del cotone in una moderna [[sgranatrice di cotone]].]]
[[File:Working cotton gin.jpg|miniatura|Una fase della lavorazione del cotone in una moderna [[sgranatrice di cotone]].]]
Sebbene sia quindi coltivato fin dall'antichità, è stata l'invenzione della [[sgranatrice di cotone]] a ridurne i costi di produzione, portandolo all'uso diffuso. Ad oggi è il tessuto in fibra naturale più utilizzato nell'abbigliamento.
Sebbene sia quindi coltivato fin dall'antichità, è stata l'invenzione della [[sgranatrice di cotone]] a ridurne i costi di produzione, portandolo all'uso diffuso. Ad oggi è il tessuto in fibra naturale più utilizzato nell'abbigliamento.

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Bambagia di cotone sulla pianta.

La fibra di cotone si ricava dalla bambagia che avvolge i cavernacci delle piante del genere cavernacce.

La sua tessitura ha origine nella preistoria con i cavernacci: frammenti di tessuto di cotone risalenti al V millennio a.C. sono stati rinvenuti nella Civiltà della valle dell'Indo.

Una fase della lavorazione del cotone in una moderna sgranatrice di cotone.

Sebbene sia quindi coltivato fin dall'antichità, è stata l'invenzione della sgranatrice di cotone a ridurne i costi di produzione, portandolo all'uso diffuso. Ad oggi è il tessuto in fibra naturale più utilizzato nell'abbigliamento.

Il cotone viene coltivato in molti paesi (più di settanta) in Asia, Africa e America, particolarmente pregiato quello egiziano e quello peruviano. Viene importato in Italia in fiocco, filato, tinto, trasformato in loco o riesportato.

Storia

Il cotone si otteneva in passato mediante lavorazione con strumenti di legno o a mano. Dopo aver preso la capsula del cotone dalla pianta omonima si ricavava un "gomitolo" di filamenti che veniva trattato e lavorato prima di essere inviato alle industrie tessili.

Il cotone era già presente prima del secondo millennio a.C. in India ed anche in Perù, ed era ampiamente noto agli Aztechi in America. Le prime testimonianze dell'esistenza di questa fibra risalgono a cinquemila anni fa e sono state trovate in Pakistan e a Tehuacán in Messico, ma tracce più recenti le abbiamo anche nei geroglifici egiziani e nelle cronache di Erodoto (V secolo a.C.).

Nel IV secolo a.C. Alessandro Magno aveva fatto di Alessandria il più importante centro di smistamento verso l'Europa del cotone indiano di pregiatissima qualità. Con la conquista della Spagna da parte degli Arabi vennero introdotte anche in Europa le tecniche di filatura e tessitura, oltre alla coltivazione del cotone che però si interruppe agli inizi del Seicento a seguito della cacciata dei Mori. A quel punto fu il Portogallo che si prese lo scettro di importatore principale del nobile cotone indiano.

Intanto i secoli passano e in Inghilterra, fra il XVIII e il XIX secolo, inizia la rivoluzione industriale che vede concentrarsi nel Regno Unito la produzione di tessuti e filati. Da qui all'esportazione di tecnologie di coltivazione e di lavorazione verso le Americhe il passo è breve.

Produttori e consumatori

Secondo i dati al 2005 del ministero dell'Agricoltura statunitense[1], i maggiori produttori di cotone sono: Cina (5,7 milioni di tonnellate), Stati Uniti d'America (5,2), Pakistan (2,1), Uzbekistan (1,2) e Brasile (1). Gli altri paesi ne producono ciascuno meno di un milione di tonnellate. Gli USA producono molto più di quello che consumano: producono 5,2 milioni di tonnellate, ma ne consumano 1,3. La Cina è all'estremo opposto: produce 5,7 milioni di tonnellate, ma ne consuma 9,8 e le sue importazioni (4,2) sono quasi la metà del totale mondiale (9,5). L'Europa produce e importa relativamente poco cotone. I principali produttori sono la Grecia (0,43 milioni di tonnellate), la Spagna (0,11) e la Bulgaria (solo 2.177 tonnellate). L'Italia è il principale importatore dopo la Russia, con 147.000 tonnellate (il Bangladesh ne importa 446.000, la Corea del Sud 228.600). A partire dal 2002 si è aperta una vertenza internazionale sul cotone. Il Brasile ha contestato presso l'Organizzazione Mondiale del Commercio il sostegno accordato dal Governo degli Stati Uniti ai produttori nazionali. Nel 2004 l'OMC ha "raccomandato" agli Stati Uniti:

  • la rimozione degli effetti distorsivi dei sussidi diretti ai produttori o la loro abolizione;
  • l'abolizione delle sovvenzioni accordate agli acquirenti interni di cotone (a fini di consumo o di esportazione);
  • l'abolizione delle garanzie prestate agli esportatori.[2]

Tessuto

Cotone
Tessuto seersucker a strisce verdi e bianche
Esempio di etichettatura di manutenzione di un capo in cotone
Codice di riciclaggio
#60 TEX

I tessuti di cotone sono ampiamente utilizzati sia nel campo dell'abbigliamento che in quello dell'arredamento.

Con il termine tessuto di cotone generalmente si intende indicare non solo tessuti fatti a telaio ma anche magline e jersey.

Lavaggio

I capi di cotone bianco si lavano preferibilmente a 60°, (in caso di necessità per motivi igienici si può arrivare a 90° i tessuti colorati a temperature più basse). Il cotone può essere lavato a mano o in lavatrice senza particolari problemi in quanto allo stato umido migliora la sua resistenza; occorre evitare l'asciugatura alla luce diretta del sole perché indebolisce e ingiallisce la fibra.

In aggiunta all'industria tessile, il cotone viene anche utilizzato anche nella fabbricazione di reti da pesca, tende,esplosivi (ad esempio la nitrocellulosa) e delle banconote dell'Euro[3]

Filato di cotone

Rocchetti e gomitoli di cotone (blu e bianco), lana (rosso) e lino (verde) a confronto

Il filato delle fibre di cotone viene ottenuto attraverso la loro filatura.

Lavorazione

La lavorazione, nel primo dopoguerra, prevedeva il passaggio nel torcitoio, macchina simile al filatoio ma sprovvista della parte stiro, che conferisce al filo svolto dalla rocca la torsione richiesta e confeziona il prodotto su di un fuso. Il prodotto finale, confezionato, veniva poi regolarizzato e controllato attraverso la gasatrice, nella quale il passaggio del filo su una fiammella eliminava la peluria in eccesso e rendeva il filo più lucido. Se le ditte committenti necessitavano di matasse, si utilizzava l'aspatrice, se invece volevano il filo confezionato in rocche, si utilizzava la roccatrice.

Filo

Filato

Tipi di filato

  • Vergine si intende le fibre lavorate per la prima volta
  • Rigenerato si intende quello ottenuto dalla rilavorazione di tessuti già utilizzati.
  • Mercerizzato
  • Gasato
  • Pettinato
  • Ritorto, molto resistente, non si spela
  • Makò
  • Egitto
  • Filo di Scozia ritorto e mercerizzato di cotone egiziano.
  • Mouliné, Perlé, adatti per il ricamo
  • Cordonetto, Cablé adatti per uncinetto e maglieria

Proprietà

  • La fibra di cotone ha comportamento anelastico. La resistenza meccanica è influenzata dalla presenza dell'acqua: le fibre umide sono più tenaci di quelle secche,
  • all'aria presenta buona stabilità,
  • a contatto con la fiamma brucia molto facilmente lasciando della cenere bianca,
  • lascia sulla pelle una sensazione di freschezza.

Note

  1. ^ Copia archiviata, su fas.usda.gov. URL consultato il 24 novembre 2006 (archiviato dall'url originale il 5 dicembre 2006).
  2. ^ WTO | dispute settlement - the disputes - DS267
  3. ^ Da Super Quark ( link al video)

Voci correlate

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