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Ospedale Santa Maria Bianca: differenze tra le versioni

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== Storia ==
== Storia ==
=== Origini ===
=== Origini ===
Le prime notizie di un ''hospitale'' a Mirandola risalgono al 1311, in un documento in cui si citano anche due succursali a ''Tiramuschio'' (oggi Tramuschio) e a ''Borgo Bonaga'' (poi chiamato ''Borgofuro'' o ''Borgonovo'')<ref>{{cita libro|autore= Laura Fenelli|titolo=Il tau, il fuoco, il maiale: i canonici regolari di sant'Antonio Abate tra assistenza e devozione|editore=Fondazione Centro italiano di studi sull'alto medioevo|anno=2006|p=98|url= https://books.google.it/books?id=jysQAQAAIAAJ&q=hospitale+mirandola&dq=hospitale+mirandola&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjlv_6djsDSAhUBHCwKHVhwAAYQ6AEINjAF}}</ref>. Un altro ospedale gestito dai [[canonici regolari di Sant'Antonio di Vienne]] era situato a Roncole.<ref>{{cita web|autore=[[Maria Del Rio|Maria Bertolani Del Rio]]|titolo=Ospedali della Provincia di Modena|capitolo=7^ Tappa – MIRANDOLA Ospedale «S. Maria Bianca»|anno=1959|sito=storiapoliclinicomodena.blogspot.it/|url=http://storiapoliclinicomodena.blogspot.it/p/1959-ospedali-della-provincia-di-modena.html|accesso=2017-03-06}}</ref>
Le prime notizie di un ''hospitale'' a Mirandola risalgono al 1311, in un documento in cui si citano anche due succursali a ''Tiramuschio'' (oggi Tramuschio) e a ''Borgo Bonaga'' (poi chiamato ''Borgofuro'' o ''Borgonovo'')<ref>{{cita libro|autore= Laura Fenelli|titolo=Il tau, il fuoco, il maiale: i canonici regolari di sant'Antonio Abate tra assistenza e devozione|editore=Fondazione Centro italiano di studi sull'alto medioevo|anno=2006|p=98|url= https://books.google.it/books?id=jysQAQAAIAAJ&q=hospitale+mirandola&dq=hospitale+mirandola&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjlv_6djsDSAhUBHCwKHVhwAAYQ6AEINjAF}}</ref>. Un altro ospedale gestito dai [[canonici regolari di Sant'Antonio di Vienne]] era situato a Roncole.<ref>{{cita web|autore=[[Maria Del Rio|Maria Bertolani Del Rio]]|titolo=Ospedali della Provincia di Modena|capitolo=7^ Tappa – MIRANDOLA Ospedale «S. Maria Bianca»|anno=1959|sito=storiapoliclinicomodena.blogspot.it/|url=http://storiapoliclinicomodena.blogspot.it/p/1959-ospedali-della-provincia-di-modena.html|accesso=6 marzo 2017}}</ref>


[[File:La chiesa sconsacrata delle mendicanti (ex chiesa di Santa Maria Bianca).jpg|miniatura|sinistra|La chiesa sconsacrata delle mendicanti (ex chiesa di Santa Maria Bianca), abbattuta nel 1929 per far posto al [[palazzo della Milizia (Mirandola)|palazzo della Milizia fascista]]]]
[[File:La chiesa sconsacrata delle mendicanti (ex chiesa di Santa Maria Bianca).jpg|miniatura|sinistra|La chiesa sconsacrata delle mendicanti (ex chiesa di Santa Maria Bianca), abbattuta nel 1929 per far posto al [[palazzo della Milizia (Mirandola)|palazzo della Milizia fascista]]]]
[[File:Regia Pretura di Mirandola.jpg|miniatura|destra|La Regia Pretura di Mirandola situata nell'ex ospedale dei Batturti, prima della demolizione in epoca fascista]]
[[File:Regia Pretura di Mirandola.jpg|miniatura|destra|La Regia Pretura di Mirandola situata nell'ex ospedale dei Batturti, prima della demolizione in epoca fascista]]
Il Sacro Ospitale di Santa Maria Bianca venne fondato nel 1432 dalla [[Confraternita della Misericordia]] dei [[Battuti]], al fine di «raccogliere e mantenere gli esposti, albergare i pellegrini e aver cura dei poveri infermi e dei pazzi». Dopo qualche anno l'ospitale venne ampliato grazie alla cospicua eredità di 550 libbre di bolognini lasciata nel 1448 dal nobile Francesco figlio di Antonio Padella della famiglia Manfredi<ref>{{cita pubblicazione|titolo= Memorie storiche della città e dell'antico ducato della Mirandola|volume=1|editore=Tipografia di Gaetano Cagarelli|ano=1872|p=94-95|url= https://books.google.it/books?id=t4oHAAAAQAAJ&pg=PA98&dq=hospitale+mirandola&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwi3k_CBk8DSAhVCVBQKHS_jA_EQ6AEIIjAB#v=onepage&q=hospitale%20mirandola&f=false}}</ref>. L'anno successivo i reggenti dell'''Hospitale de Santa Maria Biancha'' ricevettero un'altra eredità con il testamento datato 15 marzo 1449 di Gerardo Padella (ultimo discendente di tale famiglia nobile e senza figli), che donò tutti i suoi averi, con la clausola che qualora si fosse deciso di chiudere l'ospedale tutti i soldi dell'eredità si sarebbero dovuti restituiti per intero alla parrocchia di San Michele arcangelo di Cividale. Tali lasciti consentirono di erigere un nuovo edificio nel ''Borgo Novo'', a fianco del [[Duomo di Mirandola]].<ref>{{cita web|autore=Vanni Chierici|titolo= L’Ospedale Santa Maria Bianca|sito=Al Barnardon|data=2015-03-03|url= http://www.albarnardon.it/lospedale-santa-maria-bianca/}}</ref>. Nel 1473 si ha notizia d un incendio che distrusse l'archivio storico.
Il Sacro Ospitale di Santa Maria Bianca venne fondato nel 1432 dalla [[Confraternita della Misericordia]] dei [[Battuti]], al fine di «raccogliere e mantenere gli esposti, albergare i pellegrini e aver cura dei poveri infermi e dei pazzi». Dopo qualche anno l'ospitale venne ampliato grazie alla cospicua eredità di 550 libbre di bolognini lasciata nel 1448 dal nobile Francesco figlio di Antonio Padella della famiglia Manfredi<ref>{{cita pubblicazione|titolo= Memorie storiche della città e dell'antico ducato della Mirandola|volume=1|editore=Tipografia di Gaetano Cagarelli|ano=1872|p=94-95|url= https://books.google.it/books?id=t4oHAAAAQAAJ&pg=PA98&dq=hospitale+mirandola&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwi3k_CBk8DSAhVCVBQKHS_jA_EQ6AEIIjAB#v=onepage&q=hospitale%20mirandola&f=false}}</ref>. L'anno successivo i reggenti dell'''Hospitale de Santa Maria Biancha'' ricevettero un'altra eredità con il testamento datato 15 marzo 1449 di Gerardo Padella (ultimo discendente di tale famiglia nobile e senza figli), che donò tutti i suoi averi, con la clausola che qualora si fosse deciso di chiudere l'ospedale tutti i soldi dell'eredità si sarebbero dovuti restituiti per intero alla parrocchia di San Michele arcangelo di Cividale. Tali lasciti consentirono di erigere un nuovo edificio nel ''Borgo Novo'', a fianco del [[Duomo di Mirandola]].<ref>{{cita web|autore=Vanni Chierici|titolo= L’Ospedale Santa Maria Bianca|sito=Al Barnardon|data=3 marzo 2015|url= http://www.albarnardon.it/lospedale-santa-maria-bianca/}}</ref>. Nel 1473 si ha notizia d un incendio che distrusse l'archivio storico.


Secondo un documento del 13 maggio 1574, redatto durante la visita patorale di [[Eustachio Locatelli]], vescovo di Reggio Emilia, la Confraternita mirandolese eleggeva annualmente un Padrino e due Massari, che vigilavano ed amministravano l'ospedale. Durante il XVII secolo XVII l'ospitale, posto la protezione dei Principi della Mirandola, era gestito dal Padrino (dal 1695 chiamato Priore e che amministrava gli aspetti religiosi), dal Massaro (che si occupava degli aspetti finanziari) e da un consiglio di otto persone.
Secondo un documento del 13 maggio 1574, redatto durante la visita patorale di [[Eustachio Locatelli]], vescovo di Reggio Emilia, la Confraternita mirandolese eleggeva annualmente un Padrino e due Massari, che vigilavano ed amministravano l'ospedale. Durante il XVII secolo XVII l'ospitale, posto la protezione dei Principi della Mirandola, era gestito dal Padrino (dal 1695 chiamato Priore e che amministrava gli aspetti religiosi), dal Massaro (che si occupava degli aspetti finanziari) e da un consiglio di otto persone.
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La nuova struttura ospedaliera, progettata da Giulio Marcovigi (1870-1937) ed inaugurata alla presenza di [[Guido Baccelli]], era composta solo dal padiglione chirurgico e quello medico (che venne finanziato da Pietro Tosatti e presso cui operò anche il noto professor [[Mario Merighi]], tisiologo e in seguito anche Senatore), mentre nel 1917 il terzo reparto per le malattie infettive. Con il miglioramento delle condizioni di vita (grazie ai moderni vaccini e al nuovo acquedotto), il terzo padiglione fu ceduto allo Stato nel 1948 e nel 1960 divenne la pediatria.
La nuova struttura ospedaliera, progettata da Giulio Marcovigi (1870-1937) ed inaugurata alla presenza di [[Guido Baccelli]], era composta solo dal padiglione chirurgico e quello medico (che venne finanziato da Pietro Tosatti e presso cui operò anche il noto professor [[Mario Merighi]], tisiologo e in seguito anche Senatore), mentre nel 1917 il terzo reparto per le malattie infettive. Con il miglioramento delle condizioni di vita (grazie ai moderni vaccini e al nuovo acquedotto), il terzo padiglione fu ceduto allo Stato nel 1948 e nel 1960 divenne la pediatria.


Nel 2008 si è celebrato il centenario della nuova sede, con l'intitolazione del nuovo padiglione delle degenze alla memoria di Francesco Scarlini, che fu tra i fondatori della sezione locale dell'[[Associazione Volontari Italiani del Sangue|AVIS]] negli anni 1930, primario di medicina dal 1955 al 1978 e in seguito presidente della sezione decentrata della Scuola Infermieri fino al 1984<ref>{{cita web|titolo= 1908-2008: l'Ospedale di Mirandola celebra i suoi cento anni|sito=AUSL Modena|data=ottobre 2008|url= http://www.ausl.mo.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/2856|accesso=2017-03-05}}</ref>
Nel 2008 si è celebrato il centenario della nuova sede, con l'intitolazione del nuovo padiglione delle degenze alla memoria di Francesco Scarlini, che fu tra i fondatori della sezione locale dell'[[Associazione Volontari Italiani del Sangue|AVIS]] negli anni 1930, primario di medicina dal 1955 al 1978 e in seguito presidente della sezione decentrata della Scuola Infermieri fino al 1984<ref>{{cita web|titolo= 1908-2008: l'Ospedale di Mirandola celebra i suoi cento anni|sito=AUSL Modena|data=ottobre 2008|url= http://www.ausl.mo.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/2856|accesso=5 marzo 2017}}</ref>


Dopo la chiusura dei vicini ospedali di [[Concordia sulla Secchia]], [[San Felice sul Panaro]] e [[Finale Emilia]], inizialmente si era pensato di concentrare a Mirandola le specialità delle strutture soppresse.
Dopo la chiusura dei vicini ospedali di [[Concordia sulla Secchia]], [[San Felice sul Panaro]] e [[Finale Emilia]], inizialmente si era pensato di concentrare a Mirandola le specialità delle strutture soppresse.
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Secondo il vigente Piano attuativo locale sanitario la capacità sarà aumentata a 167 posti letto.
Secondo il vigente Piano attuativo locale sanitario la capacità sarà aumentata a 167 posti letto.


Nel 2017 l'Ospedale di Mirandola è organizzato in tre unità operative<ref>{{cita web|titolo= Ospedale di Mirandola|sito AUSL Modena|url= http://www.ausl.mo.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/201|accesso=2017-03-05}}</ref>
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*Medicina Interna
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== Bibliografia ==
== Bibliografia ==
*{{cita pubblicazione|autore=Vilmo Cappi|titolo=L'ospedale di Santa Maria Bianca della Mirandola|curatore=Deputazione di storia patria per le antiche provincie modenesi|città=Modena|editore=Aedes Muratoriana|anno=1975|opera=Atti e Memorie della Deputazione di storia patria per le antiche Provincie Modenesi|serie=X|volume=X|pp=51-61|url= https://books.google.it/books?id=C4U8AAAAIAAJ&q=Ospedale+Mirandola&dq=Ospedale+Mirandola&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjtqsKN5L_SAhVHVhQKHfahC54Q6AEIJzAD}}
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*{{cita libro|autore=Francesco Molinari|titolo=Gli Istituti Pii della Città e dell'antico Ducato della Mirandola|opera=Memorie storiche della città e dell'antico ducato della Mirandola|volume=5|città=Mirandola|editore=Tipografia di Gaetano Cagarelli|anno=1882 (ristampato nel 2014)}}
*{{cita libro|autore=Francesco Molinari|titolo=Gli Istituti Pii della Città e dell'antico Ducato della Mirandola|collana=Memorie storiche della città e dell'antico ducato della Mirandola|volume=5|città=Mirandola|editore=Tipografia di Gaetano Cagarelli|anno=1882 (ristampato nel 2014)}}


== Voci correlate ==
== Voci correlate ==

Versione delle 13:33, 12 mar 2017

Ospedale Santa Maria Bianca
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalitàMirandola (MO)
Indirizzovia Antonio Fogazzaro, 6
Fondazione1432
Posti letto130
Num. ricoveri annui5.973 (2014)[1]
Dur. media ricoveri7,6 giorni (2014)
Num. impiegati845 (2014)
Patronosanta Maria Bianca
Dir. sanitarioManuela Panico
Mappa di localizzazione
Map

L'Ospedale Santa Maria Bianca è un ospedale di prossimità situato a Mirandola, nella parte settentrionale della provincia di Modena.

Fondato già nel 1432 dalla congregazione dei Battuti, prende il nome dal patrono dell'ospedale, Santa Maria Bianca, così chiamata per il suo mantello di colore bianco, identico a quello portato dai membri della confraternita. Prima dell'attuale sede, l'ospedale ebbe anticamente sede nella piazza del Duomo e poi nell'ex collegio dei Gesuiti, in via Francesco Montanari.

Storia

Origini

Le prime notizie di un hospitale a Mirandola risalgono al 1311, in un documento in cui si citano anche due succursali a Tiramuschio (oggi Tramuschio) e a Borgo Bonaga (poi chiamato Borgofuro o Borgonovo)[2]. Un altro ospedale gestito dai canonici regolari di Sant'Antonio di Vienne era situato a Roncole.[3]

La chiesa sconsacrata delle mendicanti (ex chiesa di Santa Maria Bianca), abbattuta nel 1929 per far posto al palazzo della Milizia fascista
La Regia Pretura di Mirandola situata nell'ex ospedale dei Batturti, prima della demolizione in epoca fascista

Il Sacro Ospitale di Santa Maria Bianca venne fondato nel 1432 dalla Confraternita della Misericordia dei Battuti, al fine di «raccogliere e mantenere gli esposti, albergare i pellegrini e aver cura dei poveri infermi e dei pazzi». Dopo qualche anno l'ospitale venne ampliato grazie alla cospicua eredità di 550 libbre di bolognini lasciata nel 1448 dal nobile Francesco figlio di Antonio Padella della famiglia Manfredi[4]. L'anno successivo i reggenti dell'Hospitale de Santa Maria Biancha ricevettero un'altra eredità con il testamento datato 15 marzo 1449 di Gerardo Padella (ultimo discendente di tale famiglia nobile e senza figli), che donò tutti i suoi averi, con la clausola che qualora si fosse deciso di chiudere l'ospedale tutti i soldi dell'eredità si sarebbero dovuti restituiti per intero alla parrocchia di San Michele arcangelo di Cividale. Tali lasciti consentirono di erigere un nuovo edificio nel Borgo Novo, a fianco del Duomo di Mirandola.[5]. Nel 1473 si ha notizia d un incendio che distrusse l'archivio storico.

Secondo un documento del 13 maggio 1574, redatto durante la visita patorale di Eustachio Locatelli, vescovo di Reggio Emilia, la Confraternita mirandolese eleggeva annualmente un Padrino e due Massari, che vigilavano ed amministravano l'ospedale. Durante il XVII secolo XVII l'ospitale, posto la protezione dei Principi della Mirandola, era gestito dal Padrino (dal 1695 chiamato Priore e che amministrava gli aspetti religiosi), dal Massaro (che si occupava degli aspetti finanziari) e da un consiglio di otto persone.

Il complesso ospedaliero aveva una facciata caratterizzata da un lungo portico lungo la Strada Grande (attuale via Giovanni Pico) e disponeva di due cortili, di cui uno minore sul lato posteriore, mentre nella parte a nord (lateralmente al sagrato del Duomo) era collocato il cimitero. Nella piazza del Duomo era collocata la chiesa dei Battuti. Negli anni 1762-1764 l'edificio venne rifatto e il porticato esteso anche sulla piazza del Duomo, dove venne costruita anche la nuova chiesa delle mendicanti.

L'antico stabile con i portici e la chiesa sconsacrata di Santa Maria dei Battuti sono andati perduti, essendo stati demoliti in epoca fascista per la realizzazione negli anni 1930 del palazzo della Milizia.

Trasferimento all'ex collegio dei gesuiti

La chiesa del Gesù e il ricovero allestito nell'ex collegio dei gesuiti (inizi del XX secolo)

L'ospedale fu gestito dalla Confraternita della Misericordia fino al 1779, quando venne ceduto alla Congregazione generale delle Opere Pie Laicali e in seguito, nel 1791, alla Generale Amministrazione delle Opere Pie Laicali. Nel frattempo, però, l'ospedale era stato trasferito nel 1785 presso il grande ex collegio dei Gesuiti (attuale via Francesco Montanari). L'edificio storico venne invece poi affidato all'ordine delle mendicanti.

Dal 1808 al 1937 il nosocomio venne dato in gestione alla nuova Congregazione di Carità, poi soppressa.

L'ospedale poteva accogliere solo gli ammalati della città di Mirandola, mentre i pellegrini potevano fermarsi fino a tre giorni. Nell'ex collegio fu allestito il reparto di maternità e degli esposti e aveva l'obbligo di accogliere, curare e custodire i pazzi, a cui erano state predisposte tre stanze. Nel 1844-1846 venne iniziata la costruzione di un manicomio, a poi la Provincia decise di inviare tutti i pazzi al Frenocomio di San Lazzaro a Reggio Emilia.

Dal 1859 al 1866, durante la terza guerra d'indipendenza, l'ospedale curò molti soldati infermi, di stanza o di passaggio (all'epoca la vicina città di Poggio Rusco era ancora sotto il dominio austriaco del Regno Lombardo Veneto e il fronte era a un decina di chilometri a nord di Mirandola).

Nel 1880 circa venne edificata la camera mortuaria, utilizzata anche per le autopsie.

Il nuovo ospedale

Ianugurazione del nuovo ospedale (11 ottobre 1908)

L'11 ottobre 1908 l'ospedale Santa Maria Bianca venne definitivamente trasferito all'esterno dell'ex cinta muraria cittadina, in un nuovo complesso realizzato in appena un paio d'anni, all'interno di un'ampia area verde sud-occidentale, dove si trova tuttora. Peraltro, durante la prima guerra mondiale l'ex collegio gesuita tornò ad essere un ospedale militare temporaneo, mentre durante la seconda guerra mondiale fu adibito a sanatorio.

La nuova struttura ospedaliera, progettata da Giulio Marcovigi (1870-1937) ed inaugurata alla presenza di Guido Baccelli, era composta solo dal padiglione chirurgico e quello medico (che venne finanziato da Pietro Tosatti e presso cui operò anche il noto professor Mario Merighi, tisiologo e in seguito anche Senatore), mentre nel 1917 il terzo reparto per le malattie infettive. Con il miglioramento delle condizioni di vita (grazie ai moderni vaccini e al nuovo acquedotto), il terzo padiglione fu ceduto allo Stato nel 1948 e nel 1960 divenne la pediatria.

Nel 2008 si è celebrato il centenario della nuova sede, con l'intitolazione del nuovo padiglione delle degenze alla memoria di Francesco Scarlini, che fu tra i fondatori della sezione locale dell'AVIS negli anni 1930, primario di medicina dal 1955 al 1978 e in seguito presidente della sezione decentrata della Scuola Infermieri fino al 1984[6]

Dopo la chiusura dei vicini ospedali di Concordia sulla Secchia, San Felice sul Panaro e Finale Emilia, inizialmente si era pensato di concentrare a Mirandola le specialità delle strutture soppresse.

Nel 2012 l'ospedale ha subito numerosi danni alle strutture, soprattutto quelle moderne (mentre gli edifici del 1908 hanno avuto poche lesioni) per un totale di 27.348.000 euro, che portarono già la mattina del 20 maggio 2012 ad evacuare tutti i pazienti, poi trasferiti negli altri ospedali della zona, e a realizzare un grande ospedale da campo temporaneo nel piazzale antistante.

Struttura

L'ospedale di Mirandola occupa un'area di circa 39.000 m² su cui sono dislocati 19 fabbricati, quasi tutti collegati gli uni agli altri secondo il sistema dei blocchi, che ha sostituito quello dei padiglioni separati.

Prima del terremoto dell'Emilia del 2012 i posti letto erano 165.

Nel 2014 sono state ricoverate all'ospedale di Mirandola, che aveva a disposizione 130 posti letto, 5.973 persone con una durata media di degenza di circa 7,6 giorni (totale 37.000 giornate), mentre circa 24.000 furono gli accessi al pronto soccorso. Nello stesso anno sono nati 450 bambini (con una media di 21% parti cesarei) e compiute 1.954 operazioni chirurgiche, mentre i dipendenti ammontavano a 845 persone.

Secondo il vigente Piano attuativo locale sanitario la capacità sarà aumentata a 167 posti letto.

Nel 2017 l'Ospedale di Mirandola è organizzato in tre unità operative[7]

Area medica
  • Medicina Interna
  • Pneumologia
  • Cardiologia
  • Terapia Semintensiva Polispecialistica
  • Lungodegenza
  • Day Hospital Oncologico
area chirurgica
  • Chirurgia Generale
  • Ginecologia
  • Ortopedia
area materno-infantile
  • Ostetricia
  • Pediatria

Sono altresì presenti all'interno del nosocomio:

  • ambulatori specialistici
  • Pronto Soccorso
  • Radiologia
  • Endoscopia Digestiva
  • Broncoscopia
  • Laboratorio di Citopatologia
  • Emodialisi
  • Fisiatria e Riabilitazione
  • due comparti operatori
  • Centrale di Sterilizzazione
  • Area Diurna

Note

  1. ^ Una risorsa chiamata ospedale, in L'Indicatore mirandolese, n. 18, settembre 2015, p. 1.
  2. ^ Laura Fenelli, Il tau, il fuoco, il maiale: i canonici regolari di sant'Antonio Abate tra assistenza e devozione, Fondazione Centro italiano di studi sull'alto medioevo, 2006, p. 98.
  3. ^ Maria Bertolani Del Rio, 7^ Tappa – MIRANDOLA Ospedale «S. Maria Bianca», su Ospedali della Provincia di Modena, storiapoliclinicomodena.blogspot.it/, 1959. URL consultato il 6 marzo 2017.
  4. ^ Memorie storiche della città e dell'antico ducato della Mirandola, vol. 1, Tipografia di Gaetano Cagarelli, p. 94-95.
  5. ^ Vanni Chierici, L’Ospedale Santa Maria Bianca, su Al Barnardon, 3 marzo 2015.
  6. ^ 1908-2008: l'Ospedale di Mirandola celebra i suoi cento anni, su AUSL Modena, ottobre 2008. URL consultato il 5 marzo 2017.
  7. ^ Ospedale di Mirandola, su ausl.mo.it. URL consultato il 5 marzo 2017.

Bibliografia

  • Vilmo Cappi, L'ospedale di Santa Maria Bianca della Mirandola, in Deputazione di storia patria per le antiche provincie modenesi (a cura di), Atti e Memorie della Deputazione di storia patria per le antiche Provincie Modenesi, X, X, Modena, Aedes Muratoriana, 1975, pp. 51-61.
  • Francesco Molinari, Gli Istituti Pii della Città e dell'antico Ducato della Mirandola, collana Memorie storiche della città e dell'antico ducato della Mirandola, vol. 5, Mirandola, Tipografia di Gaetano Cagarelli, 1882 (ristampato nel 2014).

Voci correlate