Battlezone: differenze tra le versioni

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==Bibliografia==
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==Collegamenti esterni==
==Collegamenti esterni==

Versione delle 12:48, 30 mag 2016

Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Battlezone (disambigua).
{{{nome gioco}}}
videogioco
Schermata del gioco arcade
PiattaformaArcade
Data di pubblicazioneArcade: febbraio 1980
Conversioni: 9183-1986
GenereSimulatore
TemaGuerra
SviluppoAtari
PubblicazioneAtari
Periferiche di inputJoystick, tastiera
SerieBattlezone
Specifiche arcade
CPUMOS 6502
Processore audioPOKEY
SchermoVettoriale X-Y monocromatico
Risoluzione256×231

Battlezone (traducibile come "zona di battaglia") è un videogioco arcade prodotto da Atari in voga negli anni ottanta. Mostra una visione reticolata in prima persona, utilizzando grafica vettoriale, su di uno schermo a tubo catodico in bianco e nero, che appare in sezioni verde e rossa grazie a materiale trasparente sovrapposto. Per via della novità di gioco e l'aspetto, questo gioco fu molto popolare per diversi anni.

Modalità di gioco

L'ambiente è una pianura con orizzonte montagnoso, sono visibili anche la luna crescente e un vulcano in eruzione. Il giocatore controlla un carro armato con visuale in prima persona, in grado di ruotare su sé stesso, avanzare, indietreggiare e sparare ad alzo zero. Sulla pianura sono sparsi vari solidi geometrici come piramidi e cubi, trasparenti e indistruttibili, che possono essere usati come riparo. In alto sullo schermo appare anche un radar che mostra la posizione del nemico.

Si combatte perlopiù contro altri carri armati, di cui alcuni più veloci. Ogni tanto appaiono anche dischi volanti e missili guidati. I dischi volanti sono innocui, ma non appaiono al radar. I nemici appaiono in campo sempre uno alla volta; eliminato uno, entra in gioco il successivo. L'UFO può apparire contemporaneamente a un carro armato, e perfino essere accidentalmente colpito da questo. Tutti i nemici si distruggono con un solo colpo, i punteggi sono:

Carro armato 1000
Carro armato veloce 3000
Disco volante 5000
Missile 2000

Si vince una nuova vita a 15.000 punti, e altre a 100.000, 200.000, ecc.

Macchina da sala

La macchina da sala giochi standard era verticale, con una sorta di "periscopio" da cui si osserva il gioco appoggiandovi la faccia, ma è comunque possibile agli spettatori osservare lo schermo dai lati. In seguito uscì anche una versione senza periscopio. La macchina senza periscopio uscì anche in versione più piccola e cocktail, con schermo inclinato verso l'alto.

I comandi sono due joystick, ognuno dei quali controlla uno dei due cingoli, il movimento perciò è il risultato della combinazione dei due (es. per ruotare su sé stessi si mandano i cingoli in direzioni opposte). Solo uno dei joystick include un pulsante per sparare.

Durante l'inserimento delle iniziali per il record si sente la Ouverture 1812 di Pëtr Il'ič Čajkovskij.

Il record ufficiale del gioco è 23.000.000 punti[1].

Sviluppo

La tecnica vettoriale è simile a quella di giochi come Asteroids. Il gioco fu sviluppato da Ed Rotberg, che sviluppò molti giochi per Atari, Atari Games e Sente.

Atari e la sua sussidiaria Kee Games avevano già pubblicato giochi simili:

  • Tank (1974): il gioco originale
  • Tank II (1974): versione di Tank con una nuova scheda madre programmabile che offre la possibilità di modificare vari aspetti del gioco
  • Tank III (1975): versione con 1 solo giocatore per volta
  • Tank 8 (1976): versione a colori per 8 giocatori basato sulla CPU Motorola 6800 carri armati visibili oppure invisibili, secondo le impostazioni del gioco
  • Ultra Tank (1978): versione simile al primo Tank con la differenza che il campo di battaglia può anche essere libero da ostacoli

L'aspetto di Battlezone ha anche somiglianze con il videogioco Panther, scritto per il sistema PLATO nel 1975.

Una versione chiamata The Bradley Trainer (anche conosciuta come Army Battlezone o Military Battlezone) fu sviluppata per l'utilizzo per l'esercito degli Stati Uniti per addestrare mitragliatori sul Bradley Fighting Vehicle. Solo due vennero prodotti; uno fu consegnato all'esercito e si presume si sia perduto, e l'altro si trova in una collezione privata. Il simulatore era basato sul controllo del Bradley Fighting Vehicle e più tardi riutilizzato nel gioco arcade Star Wars. Il Bradley Trainer differisce notevolmente dal Battlezone originale poiché possiede elicotteri, missili e mitragliatrici; in più il carro armato del guidatore non si muove, e i fucili ruotano semplicemente. Apparentemente alcuni sviluppatori all'interno dell'Atari rifiutarono di lavorare sul progetto per la sua associazione con l'esercito.

Poiché utilizza grafica 3D in prima persona, combinata con un vero e proprio "visore" in cui il giocatore mette la faccia, Battlezone può essere considerato il primo vero gioco in realtà virtuale. Analogamente, il Bradley Trainer è considerato il primo apparecchio di addestramento in realtà virtuale utilizzato dall'esercito statunitense.

Eredità

Durante gli anni 80 Battlezone è stato portato a diversi computer domestici, tra cui DOS, Apple II, Atari ST, Commodore 64, ZX Spectrum, Atari XEGS e Atari Lynx (quest'ultimo, intitolato Battlezone 2000, includeva un "gioco nascosto" con solidi non trasparenti). La versione per Atari 2600 utilizzava grafica raster per via delle limitazioni tecniche.

Red Baron è uno pseudo-seguito della stessa Atari, del 1980, che riciclava molto dell'hardware di Battlezone.

Un clone di Battlezone per il sistema operativo Domain/OS venne scritto nel 1986 e riscritto per X Window System nel 1990. Un altro clone per DOS chiamato bzone.exe circolava nelle BBS negli anni 80.

Un gioco molto simile chiamato Stellar 7 venne pubblicato per Commodore 64 e portato anche a Apple II, DOS e Amiga. Ebbe un seguito, Nova 9, per Amiga e DOS, della Sierra Online. Anche Battle Command per varie piattaforme, del 1990, e Spectre per Macintosh, del 1991, hanno somiglianze con Battlezone.

Le workstation SGI dei primi anni novanta avevano un gioco derivato, chiamato BZ[2], che aveva supporto per multigiocatore in rete e possibilità di lanciare missili guidati.

Su SourceForge è disponibile una versione open source, BZFlag (BattleZone capture Flag), con supporto di rete e vera grafica 3D.

T-Mek della Atari, del 1994, è un altro discendente di Battlezone, molto più complesso. La macchina da sala è fatta a cabina con sedile integrato per il giocatore.

Seguiti ufficiali

Nel 1998 la Activision ha pubblicato un rifacimento in 3D per Microsoft Windows, chiamato sempre Battlezone. La somiglianza però è minima, essendo un gioco ben più complicato, con elementi di strategia in tempo reale.

Battlezone II: Combat Commander è un altro seguito, pubblicato dalla Pandemic Studios nel 1999.

Note

  1. ^ twingalaxies.com[collegamento interrotto]
  2. ^ techpubs.sgi.com[collegamento interrotto]

Bibliografia

  • Battlezone (JPG) (Atari VCS), in Videogiochi, n. 13, Milano, Gruppo Editoriale Jackson, marzo 1984, pp. 70-71, ISSN 0392-8918 (WC · ACNP).
  • (EN) Tony Mott, Battlezone, collana 1001 Video Games You Must Play Before You Die, Hachette UK, 5 dicembre 2011.

Collegamenti esterni

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