Ada Negri: differenze tra le versioni

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Morì nel 1945.
Morì nel 1945.

==Le influenze==
===Scolastiche===
*[[Dante Alighieri]].
*[[Giacomo Leopardi]].
*[[Omero]].
*[[Ugo Foscolo]].
===Personali===
*[[Arnaldo Fusinato]]: poeta semplice, conosciuto e recitato dalla madre Vittoria.
*[[Henrik Ibsen]], con [[Casa di bambola]], incentrato sulla condizione della donna nell'Ottocento.
*[[Anna Kuliscioff]]: ispirazione/formazione politica.
*[[Mario Rapisardi]]: Ada ne ama il binomio ''popolo e arte''.
*[[Scapigliatura]]: [[Iginio Ugo Tarchetti]] con ''Fosca'', le cui protagoniste femminili hanno molto in comune coi modelli de ''Le solitarie''; [[Arrigo Boito]] con ''Dualismo'', del quale Ada apprezza la voce monologante, la dissociazione e la tendenza all'antitesi.
*[[Verismo]] (e [[Naturalismo]]), da cui Ada trae lo stile [[Discorso indiretto libero|indiretto libero]] e col quale ha in comune l'interesse per le classi sociali più umili.
*[[Walt Whitman]], dal quale apprende il rapporto natura-anima, presente soprattutto nelle poesie.


==Opere==
==Opere==

Versione delle 16:37, 14 feb 2009

File:Ada Negri.gif
Ada Negri

«Io non ho nome. - Io son la rozza figlia / dell'umida stamberga; / plebe triste e dannata è la mia famiglia, / ma un'indomita fiamma in me s'alberga.»

Ada Negri (Lodi, 3 febbraio 1870Milano, 11 gennaio 1945) è stata una poetessa e scrittrice italiana.

Biografia[1]

Ada Negri nacque a Lodi il 3 febbraio del 1870. Le sue origini erano umili: suo padre Giuseppe era vetturino e sua madre, Vittoria Cornalba, tessitrice; passò l'infanzia nella portineria del palazzo dove la nonna, Peppina Panni, lavorava come custode presso la nobile famiglia Barni, legata un tempo alla celebre soprano Giuditta Grisi, fino alla morte della quale era stata governante Peppina: sul rapporto tra Grisi e la sua famiglia, Ada costruirà il mito della propria infanzia. In portineria Ada passava molto tempo sola, osservando il passaggio delle persone, come descritto nel romanzo autobiografico Stella Mattutina (1921).

Ad appena un anno dalla nascita era rimasta orfana del padre, avvinazzato e avvezzo al canto, considerato, dunque, un peso dalla madre Vittoria: fu grazie ai sacrifici di questa, la quale cercò un guadagno sicuro in fabbrica, che Ada poté frequentare la Scuola Normale femminile di Lodi, ottenendo il diploma di insegnante elementare.

Il suo primo impiego fu al Collegio Femminile di Codogno, nel 1887. La vera esperienza d'insegnamento che segnò la sua vita e la produzione artistica, però, fu intrapresa a partire dal 1888, nella scuola elementare di Motta Visconti, paesotto in provincia di Milano nel quale Ada passò il periodo più felice della sua vita; al mestiere di maestra è legata e contemporanea l'attività di poetessa: fu in questo periodo iniziò a pubblicare i suoi scritti sul.
In questo periodo compose le poesie poi pubblicate nel 1892 nella raccolta Fatalità: questo libro ebbe un grande successo, portando Ada ad acquistare grande fama, a tal punto che, su decreto del ministro Zanardelli, le fu conferito il titolo di docente ad honorem presso l'Istituto superiore "Gaetana Agnesi" di Milano. Così si trasferì con la madre nel capoluogo lombardo.

A Milano entrò in contatto con i membri del Partito socialista italiano, anche grazie agli apprezzamenti ricevuti da alcuni di essi per la propria produzione poetica, nella quale è ,molto sentita la questione sociale. Tra essi ebbe fondamentale ruolo il giornalista Ettore Patrizi, col quale ebbe intense relazioni epistolari; conobbe poi Filippo Turati, Benito Mussolini e Anna Kuliscioff (della quale ebbe a dire di sentirsi sorella ideale).

Nel 1894 vinse il Premio Milli per la poesia. Nello stesso anno uscì la sua seconda raccolta di poesie, Tempeste, meno apprezzata di Fatalità, nonché vittima di una forte critica da parte di Luigi Pirandello. In questo periodo la sua lirica si concentrò soprattutto su temi sociali ed ebbe forti toni di denuncia, tanto da farla definire la poetessa del Quarto Stato.

Il 1896 fu l'anno di uno sbrigativo e presto fallimentare matrimonio con Giovanni Garlanda, industriale tessile di Biella, dal quale ebbe la figlia Bianca, ispiratrice di molte poesie, e un'altra bambina, Vittoria, che morì a un mese di vita. Da questo periodo le sue vicende personali modificarono fortemente la sua poetica e le sue opere divennero fortemente introspettive e autobiografiche, come si vede in Maternità, pubblicato nel 1904, e Dal Profondo (1910).

La separazione avvenne nel 1913, anno in cui Ada si trasferì a Zurigo, dove rimase fino all'inizio della Prima Guerra Mondiale; da Zurigo scrive Esilio, pubblicato nel 1914, opera con evidente riferimento autobiografico, e la raccolta di novelle Le solitarie, pubblicata nel 1917, opera moderna e attenta alle molte sfaccettature della tematica femminile. L'anno seguente esce Orazioni, raccolta di odi alla patria: gli anni della guerra avevano trasformato la passione civile in patriottismo, accompagnato all'avvicinamento alle posizioni mussoliniane.

La corda principale della sua poesia erano ormai i sentimenti e, avanzando gli anni, la memoria: nel 1919, lo stesso anno in cui moriva la madre Vittoria, da un'altra esperienza amorosa nasceva una nuova raccolta di poesie, Il libro di Mara, raccolta inusuale per la società cattolica e conservatrice di quell'epoca. Due anni dopo, nel 1921, anno del matrimonio della figlia Bianca, è la volta di Stella mattutina, romanzo autobiografico di successo.

Nel 1931 fu insignita del Premio Mussolini per la carriera; erano gli anni in cui Benito Mussolini ancora utilizzava i rapporti nati nel suo periodo socialista. Il premio consacrò Ada Negri come intellettuale di regime, tanto che nel 1940 fu la prima donna membro dell'Accademia d'Italia. Non rinnegò mai la sua adesione al regime.

Ma ormai la sua vita era permeata da profondo pessimismo, chiusa in se stessa e in una ritrovata religiosità che la portarono ad affondare in un progressivo oblio.

Morì nel 1945.

Le influenze

Scolastiche

Personali

Opere

Poesia

Narrativa

Note

  1. ^ Per le informazioni contenute in questa sezione si faccia riferimenteo soprattutto a Elisabetta Razy, Ritratti di signora, seconda parte dedicata a un ritratto biografico di Ada Negri

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