Giovanni da Scanzo: differenze tra le versioni

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|Nome = Giovanni
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|Cognome = da Scanzo
|Cognome = da Scanzo
|PostCognomeVirgola = o '''Bucelli Giovanni'''
|PostCognomeVirgola = o '''Giovanni Bucelli'''
|Sesso = M
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|LuogoNascita = Scanzorosciate
|LuogoNascita = Scanzorosciate
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== Biografia ==
== Biografia ==
Malgrado non si conoscano le sue origini e l'anno di nascita, è certo che studiò [[teologia]] a Bergamo divenendo [[presbitero]]. Il cognome ''Bucelli'' risulta indicato solo nelle relazioni scritte dal notaio della curia ''Bartolomeo da Osa'', è maggiormente conosciuto con quello che dovrebbe indicare la sua città di provenienza.
Malgrado non si conoscano le sue origini e l'anno di nascita, è certo che studiò [[teologia]] a Bergamo divenendo [[presbitero]]. Il cognome ''Bucelli'' risulta indicato solo nelle relazioni scritte dal notaio della curia ''Bartolomeo da Osa'', è maggiormente conosciuto con quello che dovrebbe indicare la sua città di provenienza.

<br>Si recò a Roma al seguito dell'arcidiacono [[Cassono della Torre]], dove lavorò per vent'anni presso la cancelleria della curia romana. Grazie alle sue capacità fu nominato canonico di Bergamo dal [[papa Gregorio X]], ma Bergamo, che era rimasta senza vescovo nel 1292 dopo la morte di [[Roberto Bonghi]], si trovava in una situazione politica cittadina molto problematica.
Si recò a Roma al seguito dell'arcidiacono [[Cassono della Torre]], dove lavorò per vent'anni presso la cancelleria della curia romana. Grazie alle sue capacità fu nominato canonico di Bergamo dal [[papa Gregorio X]], ma Bergamo, che era rimasta senza vescovo nel 1292 dopo la morte di [[Roberto Bonghi]], si trovava in una situazione politica cittadina molto problematica.


Il [[Capitolo (cristianesimo)|capitolo]] dei canonici della [[Duomo di Bergamo|cattedrale]], si trovò nell'incapacità di eleggere un nuovo vescovo, causa i dissidi delle famiglie che rappresentando le diverse fazioni, desideravano imporre il proprio prescelto. Coprì il ruolo di vescovo facendone le veci, il vicario capitolare Petrazano Petrazani di Modena.
Il [[Capitolo (cristianesimo)|capitolo]] dei canonici della [[Duomo di Bergamo|cattedrale]], si trovò nell'incapacità di eleggere un nuovo vescovo, causa i dissidi delle famiglie che rappresentando le diverse fazioni, desideravano imporre il proprio prescelto. Coprì il ruolo di vescovo facendone le veci, il vicario capitolare Petrazano Petrazani di Modena.


Il Bucelli fu investito del titolo di presule di Bergamo con la bolla ''Aduniversalis Ecclesiae'' il 31 luglio [[1295]], e consacrato da [[Giovanni Boccamazza]], ma attese il mese di dicembre ad occuparne la cattedra, causa la grave situazione cittadina. Fece un ingresso solenne preceduto dalle bolle pontficie di [[Bonifacio VIII]] che non solo gli conferivano la nomina ma anche il diritto di collazione di quattro [[Canonicato|canonicati]] e le [[Prebenda|prebende]] delle chiese [[Collegiata|collegiate]], lettere presentate non solo alle gerarchie ecclesiastiche ma anche agli amministratori comunali.
Il Bucelli fu investito del titolo di presule di Bergamo con la bolla ''Aduniversalis Ecclesiae'' il 31 luglio [[1295]], e consacrato da [[Giovanni Boccamazza]], ma attese il mese di dicembre ad occuparne la cattedra, causa la grave situazione cittadina. Fece un ingresso solenne preceduto dalle bolle pontificie di [[Bonifacio VIII]] che non solo gli conferivano la nomina ma anche il diritto di collazione di quattro [[Canonicato|canonicati]] e le [[Prebenda|prebende]] delle chiese [[Collegiata|collegiate]], lettere presentate non solo alle gerarchie ecclesiastiche ma anche agli amministratori comunali.


Questo non lo rese immune dalle lotte intestine che invadevano la città, assistette spettatore impotente anche alla distruzione del palazzo vescovile durante uno scontro tra i guelfi [[Colleoni (famiglia)|Colleoni]], accusati di aver ucciso Jacopo da Mozzo che era sostenitore dei ghibellini [[Suardi (famiglia)|Suardi]]. Il Bucelli fu ospitato dalla famiglia Rivola presso la [[Chiesa di San Michele al Pozzo Bianco|chiesa di san Michele]] e dalla basilica di [[Chiesa di Sant'Alessandro in Colonna (Bergamo)|sant'Alessandro]]<ref>{{cita web|url =http://www.bergamosera.com/cms/2013/04/19/bergamo-scomparsa-le-lotte-fra-fazioni-e-la-pena-del-bando/|titolo =Bergamoscomparsa ːle lotte fra le fazioni e la pena del bando|editore =Bergamo sera|accesso =8 marso 2018|urlarchivio =https://web.archive.org/web/20180308232257/http://www.bergamosera.com/cms/2013/04/19/bergamo-scomparsa-le-lotte-fra-fazioni-e-la-pena-del-bando/|dataarchivio =8 marzo 2018|urlmorto =sì}}</ref>.
Questo non lo rese immune dalle lotte intestine che invadevano la città, assistette spettatore impotente anche alla distruzione del palazzo vescovile durante uno scontro tra i guelfi [[Colleoni (famiglia)|Colleoni]], accusati di aver ucciso Jacopo da Mozzo che era sostenitore dei ghibellini [[Suardi (famiglia)|Suardi]]. Il Bucelli fu ospitato dalla famiglia Rivola presso la [[Chiesa di San Michele al Pozzo Bianco|chiesa di san Michele]] e dalla basilica di [[Chiesa di Sant'Alessandro in Colonna (Bergamo)|sant'Alessandro]]<ref>{{cita web|url =http://www.bergamosera.com/cms/2013/04/19/bergamo-scomparsa-le-lotte-fra-fazioni-e-la-pena-del-bando/|titolo =Bergamoscomparsa ːle lotte fra le fazioni e la pena del bando|editore =Bergamo sera|accesso =8 marso 2018|urlarchivio =https://web.archive.org/web/20180308232257/http://www.bergamosera.com/cms/2013/04/19/bergamo-scomparsa-le-lotte-fra-fazioni-e-la-pena-del-bando/|dataarchivio =8 marzo 2018|urlmorto =sì}}</ref>.
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Il cancelliere della curia Bartolomeo da Osa, documentò quotidianamente l'attività pastorale del Bucelli. La descrizione puntigliosa delle attività del vescovo, ci danno un'immagine chiara del Bucelli sia come uomo che come vescovo. Le difficoltà che dovette affrontare ce lo raffigurano dal carattere energico ma sensibile alla cultura, a lui si deve la committenza per i lavori di affrescatura della ''[[Aula della Curia Vescovile|camera nova alta episcopatus]]''. L'affresco raffigurante il vescovo orante nell'aula della curia vescovile, secondo gli studiosi raffigurerebbe il Bucelli. Durante il suo episcopato<ref>{{cita web|url=http://www.bergamosera.com/cms/2013/10/23/bergamo-scomparsa-laula-della-curia/|titolo=Bergamo scomparsaːL'aula della Curia|editore=Bergamo sera|accesso=8 marzo 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180308231700/http://www.bergamosera.com/cms/2013/10/23/bergamo-scomparsa-laula-della-curia/|dataarchivio=8 marzo 2018|urlmorto=sì}}</ref> si dedicò attivamente anche all'attività pastorale<ref>{{cita web|url=https://books.google.it/books/about/Sinodo_diocesano_tenuto_in_Bergamo_l_ann.html?id=fs_2jwEACAAJ&redir_esc=y|titolo=Sinodo diocesano tenuto in Bergamo l'anno 1304 sotto il vescovo Giovanni da Scanzo|anno =1853|accesso =25 gennaio 2018}}</ref>.
Il cancelliere della curia Bartolomeo da Osa, documentò quotidianamente l'attività pastorale del Bucelli. La descrizione puntigliosa delle attività del vescovo, ci danno un'immagine chiara del Bucelli sia come uomo che come vescovo. Le difficoltà che dovette affrontare ce lo raffigurano dal carattere energico ma sensibile alla cultura, a lui si deve la committenza per i lavori di affrescatura della ''[[Aula della Curia Vescovile|camera nova alta episcopatus]]''. L'affresco raffigurante il vescovo orante nell'aula della curia vescovile, secondo gli studiosi raffigurerebbe il Bucelli. Durante il suo episcopato<ref>{{cita web|url=http://www.bergamosera.com/cms/2013/10/23/bergamo-scomparsa-laula-della-curia/|titolo=Bergamo scomparsaːL'aula della Curia|editore=Bergamo sera|accesso=8 marzo 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180308231700/http://www.bergamosera.com/cms/2013/10/23/bergamo-scomparsa-laula-della-curia/|dataarchivio=8 marzo 2018|urlmorto=sì}}</ref> si dedicò attivamente anche all'attività pastorale<ref>{{cita web|url=https://books.google.it/books/about/Sinodo_diocesano_tenuto_in_Bergamo_l_ann.html?id=fs_2jwEACAAJ&redir_esc=y|titolo=Sinodo diocesano tenuto in Bergamo l'anno 1304 sotto il vescovo Giovanni da Scanzo|anno =1853|accesso =25 gennaio 2018}}</ref>.


Nel [[1304]] convocò il ''sinodo diocesano'' dove si registra la presenza di 171 prelati cdando il via ad un rinnovamento della chiesa di Bergamo, dove vennero emanati decreti che regolamentarono con chiarezza quale doveva essere il ruolo degli uomini di chiesa rispetto a fedeli. Il sinodo decretò la condanna per chi avesse profanato i sacramenti, o rubato e danneggiato edifici sacri, per gli evasori dei dazi sul trasporto, per i giovcatori d'azzardo e confermando quanto era già stato decretato dal sinodo di Milano del [[1287]], tenuto da [[Ottone Visconti]] che garantiva il divieto di uso e abuso dei beni ecclesistici<ref>{{cita testo|titolo=Sinodo Diocesano tenuto in Bergamo l'anno 1304 sotto il vescovo Giovanni da Scanzo tratto da un codice Pergameno di Bartolomeo Ossa esistente nell'archivio capitolare e pubblicato|autore=Giovanni Finazzi|editore=Boniardi-Pogliani|città=Milano|anno=1853}}</ref>. <br>Nel [[1309]] finalmente la città raggiunse la riappacificazione tra le famiglie grazie alla mediazione di Lanfranco Amici e Valentino Solari del [[Chiesa di Santo Stefano (Bergamo)|Monastero di santo Stefano]] e Filippo Vimercati e Guglielmo Pietrogallo del [[Convento di San Francesco (Bergamo)|convento di san Francesco]].
Nel [[1304]] convocò il ''sinodo diocesano'' dove si registra la presenza di 171 prelati dando il via ad un rinnovamento della chiesa di Bergamo, dove vennero emanati decreti che regolamentarono con chiarezza quale doveva essere il ruolo degli uomini di chiesa rispetto a fedeli. Il sinodo decretò la condanna per chi avesse profanato i sacramenti, o rubato e danneggiato edifici sacri, per gli evasori dei dazi sul trasporto, per i giocatori d'azzardo e confermando quanto era già stato decretato dal sinodo di Milano del [[1287]], tenuto da [[Ottone Visconti]] che garantiva il divieto di uso e abuso dei beni ecclesiastici<ref>{{cita testo|titolo=Sinodo Diocesano tenuto in Bergamo l'anno 1304 sotto il vescovo Giovanni da Scanzo tratto da un codice Pergameno di Bartolomeo Ossa esistente nell'archivio capitolare e pubblicato|autore=Giovanni Finazzi|editore=Boniardi-Pogliani|città=Milano|anno=1853}}</ref>. <br>Nel [[1309]] finalmente la città raggiunse la riappacificazione tra le famiglie grazie alla mediazione di Lanfranco Amici e Valentino Solari del [[Chiesa di Santo Stefano (Bergamo)|Monastero di santo Stefano]] e Filippo Vimercati e Guglielmo Pietrogallo del [[Convento di San Francesco (Bergamo)|convento di san Francesco]].


Importante fu la sua decisione presa sempre nel 1309 per il monastero di [[Chiesa di San Giorgio (Bergamo)|monastero di San Giorgio]] di Redona,quando dovette scegliere tra gli uomini o le donne presenti nella comunità doppia quale responsabile e governatore. La sua scelta cadde su una rappresentante di sesso femminile. La sua scelta divenne un interessante esempio di uguaglianza all'interno della comunita degli [[umiliati]] nel [[XIV secolo]].<ref>{{cita libro|url=http://www.quadernidistoriareligiosa.it/data/uploads/testi/01_Uominiedonne/Brolis_SGiorgiodiRedona.pdf|autore=Maria Teresa Brolis|titolo=Il governo femminile nelle comunità doppie-San Girogio di Redona|p=177}}.</ref>
Importante fu la sua decisione presa sempre nel 1309 per il monastero di [[Chiesa di San Giorgio (Bergamo)|monastero di San Giorgio]] di Redona,quando dovette scegliere tra gli uomini o le donne presenti nella comunità doppia quale responsabile e governatore. La sua scelta cadde su una rappresentante di sesso femminile. La sua scelta divenne un interessante esempio di uguaglianza all'interno della comunità degli [[umiliati]] nel [[XIV secolo]].<ref>{{cita libro|url=http://www.quadernidistoriareligiosa.it/data/uploads/testi/01_Uominiedonne/Brolis_SGiorgiodiRedona.pdf|autore=Maria Teresa Brolis|titolo=Il governo femminile nelle comunità doppie-San Girogio di Redona|p=177}}.</ref>
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[[File:Aula picta della curia vescovile di bergamo, affreschi del xiii secolo 14 frammento trecentesco.JPG|miniatura|Aula picta della curia vescovile di Bergamo, affreschi del XIII secolo, frammento trecentesco]]
Nel medesimo anno il Bucelli si recò a Milano per cercare di intervenire nella liberazione dell'arcivescovo [[Cassono della Torre]], che era stato imprigionato dal cugino [[Guido della Torre|Guido]] accusandolo di aver sostenuto i Visconti. Ma il vescovo, che si trovava già in gravi condizioni di salute, non sopportò le fatiche del viaggio morendo improvvisamente a Milano il 12 novembre<ref>{{cita libro|url=https://books.google.it/books?id=eJtjAAAAcAAJ&pg=PA46&lpg=PA46&dq=vescovo+giovanni+da+scanzo&source=bl&ots=JQwsW0jX2h&sig=n871WDGsuHcOl7gNz8Mo2tuGrm0&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiXnsvTudzZAhVR6KQKHfQ3CUgQ6AEIbTAJ#v=onepage&q=vescovo%20giovanni%20da%20scanzo&f=false|titolo=Bergamo notizie patrie raccolte da Carlo Facchinetti almanacco per l'anno 1827|editore=Stampaerie Mazzoleni|accesso=8 marzo 2018}}</ref>.
Nel medesimo anno il Bucelli si recò a Milano per cercare di intervenire nella liberazione dell'arcivescovo [[Cassono della Torre]], che era stato imprigionato dal cugino [[Guido della Torre|Guido]] accusandolo di aver sostenuto i Visconti. Ma il vescovo, che si trovava già in gravi condizioni di salute, non sopportò le fatiche del viaggio morendo improvvisamente a Milano il 12 novembre<ref>{{cita libro|url=https://books.google.it/books?id=eJtjAAAAcAAJ&pg=PA46&lpg=PA46&dq=vescovo+giovanni+da+scanzo&source=bl&ots=JQwsW0jX2h&sig=n871WDGsuHcOl7gNz8Mo2tuGrm0&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiXnsvTudzZAhVR6KQKHfQ3CUgQ6AEIbTAJ#v=onepage&q=vescovo%20giovanni%20da%20scanzo&f=false|titolo=Bergamo notizie patrie raccolte da Carlo Facchinetti almanacco per l'anno 1827|editore=Stampaerie Mazzoleni|accesso=8 marzo 2018}}</ref>.

Versione delle 16:08, 28 gen 2021

Giovanni da Scanzo
vescovo della Chiesa cattolica
Giovanni da Scanzo
 
Incarichi ricopertiVescovo di Bergamo
 
Natoa Scanzorosciate
Nominato vescovo31 luglio 1295
Deceduto12 novembre 1309
 

Giovanni da Scanzo, o Giovanni Bucelli (Scanzorosciate, 1250 circa – Bergamo, 12 novembre 1309), è stato un vescovo cattolico italiano.

Aula picta di Bergamo

Biografia

Malgrado non si conoscano le sue origini e l'anno di nascita, è certo che studiò teologia a Bergamo divenendo presbitero. Il cognome Bucelli risulta indicato solo nelle relazioni scritte dal notaio della curia Bartolomeo da Osa, è maggiormente conosciuto con quello che dovrebbe indicare la sua città di provenienza.

Si recò a Roma al seguito dell'arcidiacono Cassono della Torre, dove lavorò per vent'anni presso la cancelleria della curia romana. Grazie alle sue capacità fu nominato canonico di Bergamo dal papa Gregorio X, ma Bergamo, che era rimasta senza vescovo nel 1292 dopo la morte di Roberto Bonghi, si trovava in una situazione politica cittadina molto problematica.

Il capitolo dei canonici della cattedrale, si trovò nell'incapacità di eleggere un nuovo vescovo, causa i dissidi delle famiglie che rappresentando le diverse fazioni, desideravano imporre il proprio prescelto. Coprì il ruolo di vescovo facendone le veci, il vicario capitolare Petrazano Petrazani di Modena.

Il Bucelli fu investito del titolo di presule di Bergamo con la bolla Aduniversalis Ecclesiae il 31 luglio 1295, e consacrato da Giovanni Boccamazza, ma attese il mese di dicembre ad occuparne la cattedra, causa la grave situazione cittadina. Fece un ingresso solenne preceduto dalle bolle pontificie di Bonifacio VIII che non solo gli conferivano la nomina ma anche il diritto di collazione di quattro canonicati e le prebende delle chiese collegiate, lettere presentate non solo alle gerarchie ecclesiastiche ma anche agli amministratori comunali.

Questo non lo rese immune dalle lotte intestine che invadevano la città, assistette spettatore impotente anche alla distruzione del palazzo vescovile durante uno scontro tra i guelfi Colleoni, accusati di aver ucciso Jacopo da Mozzo che era sostenitore dei ghibellini Suardi. Il Bucelli fu ospitato dalla famiglia Rivola presso la chiesa di san Michele e dalla basilica di sant'Alessandro[1].

Il cancelliere della curia Bartolomeo da Osa, documentò quotidianamente l'attività pastorale del Bucelli. La descrizione puntigliosa delle attività del vescovo, ci danno un'immagine chiara del Bucelli sia come uomo che come vescovo. Le difficoltà che dovette affrontare ce lo raffigurano dal carattere energico ma sensibile alla cultura, a lui si deve la committenza per i lavori di affrescatura della camera nova alta episcopatus. L'affresco raffigurante il vescovo orante nell'aula della curia vescovile, secondo gli studiosi raffigurerebbe il Bucelli. Durante il suo episcopato[2] si dedicò attivamente anche all'attività pastorale[3].

Nel 1304 convocò il sinodo diocesano dove si registra la presenza di 171 prelati dando il via ad un rinnovamento della chiesa di Bergamo, dove vennero emanati decreti che regolamentarono con chiarezza quale doveva essere il ruolo degli uomini di chiesa rispetto a fedeli. Il sinodo decretò la condanna per chi avesse profanato i sacramenti, o rubato e danneggiato edifici sacri, per gli evasori dei dazi sul trasporto, per i giocatori d'azzardo e confermando quanto era già stato decretato dal sinodo di Milano del 1287, tenuto da Ottone Visconti che garantiva il divieto di uso e abuso dei beni ecclesiastici[4].
Nel 1309 finalmente la città raggiunse la riappacificazione tra le famiglie grazie alla mediazione di Lanfranco Amici e Valentino Solari del Monastero di santo Stefano e Filippo Vimercati e Guglielmo Pietrogallo del convento di san Francesco.

Importante fu la sua decisione presa sempre nel 1309 per il monastero di monastero di San Giorgio di Redona,quando dovette scegliere tra gli uomini o le donne presenti nella comunità doppia quale responsabile e governatore. La sua scelta cadde su una rappresentante di sesso femminile. La sua scelta divenne un interessante esempio di uguaglianza all'interno della comunità degli umiliati nel XIV secolo.[5]

Aula picta della curia vescovile di Bergamo, affreschi del XIII secolo, frammento trecentesco

Nel medesimo anno il Bucelli si recò a Milano per cercare di intervenire nella liberazione dell'arcivescovo Cassono della Torre, che era stato imprigionato dal cugino Guido accusandolo di aver sostenuto i Visconti. Ma il vescovo, che si trovava già in gravi condizioni di salute, non sopportò le fatiche del viaggio morendo improvvisamente a Milano il 12 novembre[6].

Note

  1. ^ Bergamoscomparsa ːle lotte fra le fazioni e la pena del bando, su bergamosera.com, Bergamo sera. URL consultato l'8 marso 2018 (archiviato dall'url originale l'8 marzo 2018).
  2. ^ Bergamo scomparsaːL'aula della Curia, su bergamosera.com, Bergamo sera. URL consultato l'8 marzo 2018 (archiviato dall'url originale l'8 marzo 2018).
  3. ^ Sinodo diocesano tenuto in Bergamo l'anno 1304 sotto il vescovo Giovanni da Scanzo, su books.google.it, 1853. URL consultato il 25 gennaio 2018.
  4. ^ Giovanni Finazzi, Sinodo Diocesano tenuto in Bergamo l'anno 1304 sotto il vescovo Giovanni da Scanzo tratto da un codice Pergameno di Bartolomeo Ossa esistente nell'archivio capitolare e pubblicato, Milano, Boniardi-Pogliani, 1853.
  5. ^ Maria Teresa Brolis, Il governo femminile nelle comunità doppie-San Girogio di Redona (PDF), p. 177..
  6. ^ Bergamo notizie patrie raccolte da Carlo Facchinetti almanacco per l'anno 1827, Stampaerie Mazzoleni. URL consultato l'8 marzo 2018.

Bibliografia

  • Giovanni Finazzi, Sinodo Diocesano tenuto in Bergamo l'anno 1304 sotto il vescovo Giovanni da Scanzo tratto da un codice Pergameno di Bartolomeo Ossa esistente nell'archivio capitolare e pubblicato, Milano, Boniardi-Pogliani, 1853.
  • Bortolo Belotti, Storia di Bergamo e dei Bergamaschi, II, Bergamo, pp. 65, 143, 161, 191, 241.

Voci correlate

Collegamenti esterni

Predecessore Vescovo di Bergamo Successore
Roberto Bonghi 31 luglio 1295 - 12 novembre 1309 Cipriano degli Alessandri