Società del Casino (Bologna)
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La Società del Casino, detta anche Nobile Società del Casino o Casino dei nobili, è stata un circolo bolognese di accademie musicali e letterarie, feste e balli attivo per quasi un secolo, tra la seconda metà del XVIII secolo e la prima metà del XIX secolo.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Nata nel 1766 come circolo aristocratico, in epoca napoleonica la Società del Casino aprì le porte al ceto borghese emergente, arrivando ad accogliere fino a 400 soci. Nella prima metà dell'Ottocento, la Società del Casino svolse una parte importante nella vita culturale e politica della città, accogliendo i membri della classe dirigente.
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Nel 1823 la Società del Casino si trasferì da Palazzo Vizzani in Palazzo Bolognini Amorini, all'inizio di via Santo Stefano. Il nuovo statuto prevedeva accademie e concerti di musica, esercizi e feste di ballo, accademie di poesia, lettura di fogli non proibiti, giornali scientifici, letterari e di moda, conversazione, il gioco del bigliardo e altri giochi leciti. Le accademie, le feste e i balli si tenevano in un grande salone al piano nobile, corredato da figure allegoriche in stile neoclassico e da decorazioni alla pompeiana, mentre i salotti attigui ospitavano le altre attività.
Le accademie musicali videro esibirsi musicisti di fama e accolsero «i pezzi operistici più in voga e le partiture tipiche della musica frivola ottocentesca». La direzione musicale del Casino fu per molti anni appannaggio di Francesco Giovanni Sampieri (1790-1863), musicista e mecenate, amico di Rossini. La domenica dopo mezzogiorno si teneva un concerto di pianoforte.
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Il gabinetto di lettura, diretto dal conte Carlo Pepoli, ebbe un ruolo importante nell'attività culturale del Casino. Metteva a disposizione dei soci ventuno testate italiane e straniere di carattere scientifico e letterario. Dopo aver inglobato la Società delle Signore, che offriva conversazioni settimanali e feste di carnevale, con l'eventuale presenza dei mariti, e alla quale aderivano alcune delle dame bolognesi più in vista, quali Cornelia Rossi Martinetti, Maria Malvezzi Hercolani e Teresa Carniani Malvezzi, i soci del Casino diedero vita a un'Accademia di Poesia, più tardi detta Accademia Felsinea o dei Felsinei, alla quale aderirono personaggi del calibro di Vincenzo Monti, Pietro Giordani, Dionigi Strocchi, Massimiliano Angelelli e Carlo Pepoli. Il 27 marzo 1826, lunedì di Pasqua, Giacomo Leopardi vi lesse pubblicamente, davanti ai "Cigni di Felsina", ossia i principali letterati del circolo neoclassico bolognese dell'Accademia dei Felsinei, l'Epistola al conte Carlo Pepoli, vice-presidente del sodalizio e suo caro amico. La voce fioca del poeta e la distrazione dell'uditorio non fecero apprezzare pienamente il contenuto della lettera. Leopardi apparve «di tetro umore ... con anima oltre modo sensibile, e mancante di certi necessari doni naturali atti a chiamare la generale attenzione».
Dopo il 1848, la politica entrò con forza nel circolo e le feste assunsero un carattere patriottico, che non poteva rimanere esente dal controllo poliziesco. Nel 1854, a seguito di un provvedimento governativo stabiliva che le accademie letterarie, musicali e teatrali devono tenersi alla presenza di ufficiali austriaci, la Società del Casino sospese le proprie attività e nel 1854 decretò il proprio scioglimento.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- F.I.L.D.I.S., Cenacoli a Bologna, Bologna, L. Parma, 1988, pp. 61–71
- Gianmario Merizzi, ... e tutta la città era in suoni, I luoghi della storia della musica a Bologna, Bologna, Comune di Bologna, 2007, p. 65
- Giancarlo Roversi, Palazzi e case nobili del '500 a Bologna. La storia, le famiglie, le opere d'arte, Bologna, Grafis, 1986, pp. 68–69
- Giovanni Greco, Alberto Preti, Fiorenza Tarozzi (a cura di), Dall'età dei Lumi agli anni Trenta (secoli XVIII-XX), in Atlante storico delle città italiane, vol. 2, tomo 4, Bologna, Grafis, 1998, p. 36
- Cristina Bersani e Valeria Roncuzzi Roversi-Monaco (a cura di), Giacomo Leopardi e Bologna: libri, immagini e documenti, Bologna, Pàtron, 2001, pp. 25 e 229
- Maria Chiara Mazzi, Quattro passi nei salotti di cultura nella Bologna del primo Ottocento, Bologna, In riga Edizioni, 2019, pp. 49–54
- Elena Musiani, Circoli e salotti femminili nell'Ottocento. Le donne bolognesi tra politica e sociabilità, Bologna, CLUEB, 2003, p. 55
- Claudia Collina e Mirtide Gavelli (a cura di), Passi di danza, passi di parata. Feste civili e patriottiche a Bologna 1796-1870, Bologna, Editcomp, 1994, p. 34
- Alberto Preti, Giornali, circoli, caffè: le idee di unità e di indipendenza a Bologna, in Walter Tega (a cura di), Storia illustrata di Bologna, Milano, Nuova ed. AIEP, 1989, vol. 3, p. 394
- Valeria Roncuzzi Roversi-Monaco, La Società del Casino e l'Accademia dei Felsinei, in Giacomo Leopardi e Bologna, cit. pp. 209–216
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]- Dionigi Strocchi
- Giovanni Marchetti
- Vincenzo Valorani
- Carlo Pepoli
- Cornelia Rossi Martinetti
- Giacomo Leopardi
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Società del Casino (Bologna)
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Parte del testo è tratta da Mappa degli scrittori a Bologna tra '800 e '900 > Società del Casino, su bibliotecasalaborsa.it, Biblioteca Salaborsa, 27 maggio 2020. URL consultato il 17 aprile 2021. pubblicato con licenza CC-BY-SA 4.0 (fonte)
- Parte del testo è tratta da 1854 - Si scioglie la Società del Casino, su bibliotecasalaborsa.it, Biblioteca Salaborsa, 3 marzo 2021. URL consultato il 17 aprile 2021. pubblicato con licenza CC-BY-SA 4.0 (fonte)
- Silvia Benati, La Società del Casino in Bologna (PDF), su Museo civico del Risorgimento (a cura di), Storia e Memoria di Bologna, Istituzione Bologna Musei. URL consultato il 17 aprile 2021.
- Silvia Benati, La Societa' del Casino, su Museo civico del Risorgimento (a cura di), Storia e Memoria di Bologna, Istituzione Bologna Musei. URL consultato il 17 aprile 2021.