Sesto Rapporto IPCC

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Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (IPCC)

IPCC   IPCC
Rapporti di valutazione dell'IPCC:
Primo Rapporto (1990)
Rapporto supplementare del 1992
Secondo Rapporto (1995)
Terzo Rapporto (2001)
Quarto Rapporto (2007)
Quinto Rapporto (2014)
Sesto Rapporto (2022)
UNFCCC · OMM · UNEP

Il Sesto rapporto è una valutazione delle informazioni scientifiche e socio-economiche sul cambiamento climatico da parte del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (IPCC).

A conclusione della 43ª sessione del Gruppo intergovernativo a Nairobi (11-13 aprile 2016), sono state approvate la strategia e la sequenza temporale del futuro Sesto rapporto di valutazione (AR6), accogliendo l'invito dell'UNFCCC di elaborare e pubblicare un report speciale sugli impatti di un riscaldamento globale di 1,5 °C al di sopra dei livelli pre-industriali e i relativi scenari globali di emissione.[1][2]

Gruppi di lavoro

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Il sesto rapporto dell'IPCC è costituito dai rapporti di tre gruppi di lavoro (WG) e da un rapporto di sintesi.

I rapporti già pubblicati:

  • Rapporto speciale sul Riscaldamento globale di 1,5 °C (SR 1.5), pubblicato l'8 ottobre 2018[3]
  • Aggiornamento delle linee guida IPCC 2006 per gli inventari nazionali dei gas serra, pubblicato il 12 maggio 2019[4]
  • Rapporto speciale Climate change and land (SRCCL), pubblicato il 9 agosto 2019[5]
  • Rapporto speciale Ocean and cryosphere in a changing climate (SROCC), pubblicato il 25 settembre 2019 (SROCC)[6]
  • Rapporto del primo gruppo di lavoro Cambiamenti Climatici 2021 – La basi fisico-scientifiche (WG1), pubblicato il 9 agosto 2021[7]
  • Rapporto del secondo gruppo di lavoro Cambiamenti Climatici 2022 – Impatti, adattamento e vulnerabilità (WG2), è stato pubblicato il 28 febbraio 2022[8]
  • Rapporto del terzo gruppo di lavoro Cambiamenti Climatici 2022 – Mitigazione dei cambiamenti climatici (WG3), è stato pubblicato il 4 aprile 2022[9]
  • Rapporto di sintesi, pubblicato il 20 marzo 2023[10][11][12]

Covid-19 e riduzione delle emissioni

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Inaspettatamente la riduzione del 7% delle emissioni globali di CO₂ causata dagli effetti del lockdown non ha prodotto alcun effetto sulla concentrazione di CO₂ in atmosfera.[13]

Cambiamenti Climatici 2021 – La basi fisico-scientifiche (WG1)

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Questo primo rapporto è stato scritto da 234 scienziati da 66 diverse nazioni, a seguito dell'analisi di oltre 14000 articoli scientifici ed in seguito approvato da 195 governi partecipanti.[14] [15] [16] La pubblicazione del documento di sintesi per i legislatori (Summary for Policymakers) è avvenuta il 9 agosto 2021. In base alle informazioni contenute nel documento di sintesi un riscaldamento di 1.5 °C o 2 °C è possibile solo se importanti e immediate azioni per ridurre le emissioni di gas serra vengono messe in atto. Il documento di sintesi tecnica fornisce un livello di dettaglio intermedio tra il documento per i legislatori e l'intero report.[17]

Cambiamenti Climatici 2022 – Impatti, adattamento e vulnerabilità (WG2)

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Il rapporto del secondo Gruppo di lavoro (WG2), intitolato Climate Change 2022: Impacts, Adaptation & Vulnerability, è stato pubblicato il 28 febbraio 2022.[18] È composto da 3 675 pagine, frutto del lavoro di 270 scienziati da 67 paesi,[19] e da 37 pagine di "sintesi per i decisori politici", contiene le informazioni sugli impatti del cambiamento climatico sulla natura e sulle attività umane.[20] Gli argomenti esaminati riguardano la perdita di biodiversità, le migrazioni, i rischi per le attività urbane e rurali, la salute, la sicurezza alimentare, le risorse idriche e l'energia.

Il rapporto rileva che gli impatti climatici stanno nella fascia alta delle stime precedenti e che riguardano tutte le parti del mondo.[20] Circa 3,3-3,6 miliardi di persone della popolazione mondiale[21] rientrano nella categoria "altamente vulnerabili", con i peggiori effetti per i paesi in via di sviluppo.[22] Se le emissioni continueranno con la tendenza attuale, l'Africa perderà il 30% dei terreni coltivati a mais e il 50% dei terreni coltivati a legumi.[22] Un miliardo di persone rischierà di essere sommersa dalle inondazioni a causa dell'innalzamento del livello del mare.[21] Il rapporto sottolinea le perdite e i danni causati dal cambiamento climatico, un argomento per il quale in precedenza i paesi ricchi hanno resistito dall'assumersi la responsabilità.[22] Siccità, inondazioni e ondate di caldo stanno diventando più frequenti e sono già in corso estinzioni di massa, dalle vegetazioni ai coralli.[20] Il rapporto identifica 127 effetti negativi del cambiamento climatico, alcuni irreversibili.[21]

Il rapporto evidenzia la necessità di conservazione al fine di preservare la biodiversità e mitigare gli effetti del cambiamento climatico: «Analisi recenti, attingendo a una gamma di evidenze, suggeriscono che il mantenimento della resilienza della biodiversità e dei servizi ecosistemici su scala globale dipende da una conservazione effettiva ed equa di circa il 30-50% delle aree terrestri, d'acqua dolce e oceaniche della Terra, compresi gli attuali ecosistemi seminaturali.»[23] Il rapporto si mostra critico nei confronti degli approcci tecnologici alla rimozione dell'anidride carbonica, indicando invece che l'urbanizzazione potrebbe aiutare nell'adozione di strategie di mitigazione come i trasporti pubblici e le energie rinnovabili.[21] Inoltre il rapporto avvisa che esistono rischi elevati associati a strategie come la gestione delle radiazioni solari, rimboschire in luoghi inadatti o «bioenergie realizzate male, con o senza cattura e stoccaggio del carbonio».[24] Il rapporto descrive come il cambiamento climatico, insieme ad altri fattori, aumenti il rischio di insorgenza di malattie come la pandemia di COVID-19.[25]

La Cina è il paese che pagherà il costo finanziario più elevato se le temperature continueranno a crescere. Gli impatti includeranno insicurezza alimentare, scarsità idrica, inondazioni, specialmente nelle zone costiere dove vive la maggior parte della popolazione, e cicloni più violenti. A un certo punto una parte della Cina potrebbe essere soggetta a temperature di bulbo umido superiori a quelle che i mammiferi e gli esseri umani possono tollerare per più di sei ore.[26]

Il rapporto mette molta enfasi sui limiti di adattamento; afferma che alcuni sistemi umani e naturali hanno già raggiunto "limiti di adattamento soft" inclusi i sistemi umani in Australia, piccoli stati insulari, America, Africa ed Europa e alcuni sistemi naturali raggiungono anche i "limiti di adattamento hard" come coralli, zone umide, foreste pluviali, ecosistemi nelle regioni polari e montane. Sino al livello di riscaldamento globale di 1,5 °C, rispetto all'epoca preindustriale, le limitate risorse di acqua dolce pongono potenziali limiti per i piccoli stati insulari e per le regioni dipendenti dai ghiacciai e dallo scioglimento delle nevi; con 2 °C di riscaldamento, i limiti sono stimati per le molteplici colture di base in molte aree di coltivazione, in particolare nelle regioni tropicali; con 3 °C di riscaldamento globale sono previsti limiti per alcune misure di gestione dell'acqua per molte regioni, con limiti maggiori per molte parti d'Europa.[27]

Il rapporto afferma che anche un superamento temporaneo del limite di 1,5 °C comporterà effetti negativi sull'uomo e sugli ecosistemi: «A seconda dell'entità e della durata del superamento, alcuni impatti causeranno il rilascio di ulteriori gas serra e alcuni saranno irreversibili, anche se il riscaldamento globale sarà ridotto».[28] Sebbene le prospettive del rapporto siano sconfortanti, la sua conclusione sostiene che c'è ancora tempo per limitare il riscaldamento a 1,5 °C riducendo drasticamente le emissioni di gas serra, ma tale azione deve essere intrapresa immediatamente.[22]

Secondo il rapporto, per uno "sviluppo resiliente al clima" è necessaria la cooperazione internazionale, ma con il riscaldamento attuale questo sviluppo è difficile da raggiungere. Sarà ancora più difficile se la temperatura globale aumenterà di 1,5 °C rispetto ai livelli preindustriali, mentre se aumenterà di oltre 2 °C diventerà impossibile in alcune regioni e sottoregioni.[29]

Italia e Mediterraneo

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Nel "Focal Point IPCC per l'Italia",[30] gli scienziati italiani che hanno collaborato alla stesura del WG2 spiegano i contenuti del rapporto, in particolare per quanto riguarda l'Italia, l'Europa e il Mediterraneo.[31]

L'IPCC identifica quattro categorie di rischio per l'Europa:[32][33][34]

  • Rischi delle ondate di calore su popolazioni ed ecosistemi. È previsto che il numero dei decessi e delle persone a rischio di stress da calore raddoppierà o triplicherà con l'innalzamento della temperatura a 3 °C, rispetto a 1,5 °C.
  • Rischi per la produzione agricola. La combinazione di caldo e siccità porterà nel XXI secolo a perdite sostanziali in termini di produzione agricola per la maggior parte delle aree europee.
  • Rischi di scarsità di risorse idriche. Nell'Europa meridionale il rischio di scarsità di risorse idriche è già elevato per un riscaldamento globale di 1,5 °C e diventa molto alto per un innalzamento di 3 °C. Nel caso di un innalzamento di temperatura di 3 °C il rischio di scarsità di risorse idriche diventa alto anche nell'Europa centro-occidentale.
  • Rischi prodotti da maggiore frequenza e intensità di inondazioni. Con la variazione delle precipitazioni e l'innalzamento del livello del mare, i rischi per le persone e le infrastrutture aumenteranno in molte regioni d'Europa.

Il Segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, ha definito il rapporto «un atlante della sofferenza umana e uno schiacciante atto d'accusa per l'incapacità dei leader di combattere il cambiamento climatico»,[20] «I fatti sono innegabili [...] I più grandi inquinatori del mondo sono colpevoli dell'incendio doloso della nostra unica casa».[35] L'inviato speciale del Presidente degli Stati Uniti per il clima, John Kerry, ha commentato: «Abbiamo assistito all'aumento degli eventi estremi alimentati dal clima e ai danni che si sono lasciati alle spalle, vite perse e mezzi di sussistenza rovinati. La domanda a questo punto non è se possiamo evitare del tutto la crisi ma se possiamo evitare le conseguenze peggiori».[20] La direttrice esecutiva del Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente (UNEP), Inger Andersen, ha commentato: «La natura può essere la nostra salvatrice, ma solo se prima la salviamo noi».[22]

Cambiamenti Climatici 2022 - Mitigazione del cambiamento climatico (WG3)

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Il report è stato presentato il 4 aprile 2022 cinque anni dopo aver definito la sua struttura nel 2017.[36] [37] Tuttavia secondo alcuni osservatori, alcuni paesi hanno provato a fare delle modifiche per smorzare i segnali di pericolo riportati nel report, portando alla preoccupazione che alcune conclusioni siano state alleggerite.[38]

Il WG3 conclude che "le emissioni nette di GHG antropogenici sono aumentate dal 2010 in tutti i principali settori a livello globale. Un aumento delle emissioni può essere attribuito alle aree urbane. La riduzione delle emissioni di CO2 da carburanti fossili e processi industriali, a causa dell'aumento dell'intensità energetica del PIL e dell'intensità carbonica dell'energia, è stata inferiore dell'incremento di emissioni dall'aumento globale delle attività industriali, energetiche, del trasporto, dell'agricoltura e dell'edilizia"[39]

  1. ^ (EN) "The IPCC and the sixth Assessment cycle" (PDF), su ipcc.ch.
  2. ^ L’IPCC approva i prossimi special reports e il piano di lavoro per AR6, su ipccitalia.cmcc.it.
  3. ^ Riscaldamento globale di 1,5 °C (PDF), su sisclima.it, 8 ottobre 2018.
  4. ^ (EN) 2019 Refinement to the 2006 IPCC Guidelines for National Greenhouse Gas Inventories, su ipcc.ch.
  5. ^ (EN) Climate Change and Land, su ipcc.ch, 9 agosto 2019.
  6. ^ (EN) Special Report on the Ocean and Cryosphere in a Changing Climate, su ipcc.ch, 25 settembre 2019.
  7. ^ CLIMATE CHANGE 2021 – Le basi fisico-scientifiche: i cambiamenti climatici sono diffusi, rapidi e si stanno intensificando, su ipccitalia.cmcc.it, 9 agosto 2021.
  8. ^ (EN) Climate Change 2022: Impacts, Adaptation and Vulnerability, su ipcc.ch, 28 febbraio 2022.
  9. ^ (EN) The evidence is clear: the time for action is now. We can halve emissions by 2030 (PDF), su report.ipcc.ch, 4 aprile 2022. URL consultato il 5 aprile 2022 (archiviato dall'url originale il 5 aprile 2022).
  10. ^ Climate Change 2023: AR6 Rapporto di sintesi, su IPCC - Focal Point Italia. URL consultato il 21 marzo 2023.
  11. ^ (EN) Fiona Harvey, What is the IPCC AR6 synthesis report and why does it matter?, in The Guardian, 19 marzo 2023. URL consultato il 20 marzo 2023.
  12. ^ (EN) Expert reaction to the AR6 synthesis report, as published by the IPCC, su sciencemediacentre.org. URL consultato il 20 marzo 2023.
  13. ^ Sesto Rapporto IPCC - Working Group I su nuove conoscenze e cambiamenti climatici | Consiglio Nazionale delle Ricerche, su cnr.it. URL consultato il 10 agosto 2021.
  14. ^ (EN) UN climate science talks open amid heatwaves, floods and drought, su UN News, 26 luglio 2021. URL consultato il 2 agosto 2021.
  15. ^ (EN) Daisy Dunne, How scientists around the world reacted to the IPCC's landmark climate report, in The Independent, 10 agosto 2021. URL consultato il 13 agosto 2021.
  16. ^ (EN) Brad Plumer e Henry Fountain, A Hotter Future Is Certain, Climate Panel Warns. But How Hot Is Up to Us., in The New York Times, The New York Times Company, 11 agosto 2021 [9 agosto 2021], ISSN 0362-4331 (WC · ACNP). URL consultato il 9 agosto 2021 (archiviato dall'url originale il 13 agosto 2021).
  17. ^ Sixth Assessment Report, su ipcc.ch. URL consultato il 16 agosto 2021.
  18. ^ Climate Change 2022: Impatti, adattamento e vulnerabilità, su regione.emilia-romagna.it, 1º marzo 2022.
  19. ^ CLIMATE CHANGE 2022 - Impatti, adattamento e vulnerabilità (PDF), su cmcc.it, 28 febbraio 2022.
  20. ^ a b c d e (EN) Fiona Harvey, IPCC issues ‘bleakest warning yet’ on impacts of climate breakdown, su The Guardian, 28 febbraio 2022.
  21. ^ a b c d (EN) Seth Borenstein, UN climare report: "Atlas oh human suffering" worse, bigger, su apnews.com, 28 febbraio 2022.
  22. ^ a b c d e (EN) Matt McGrath, Climate change: Five things we've learned from the IPCC report, su bbc.com, 1º marzo 2022.
  23. ^ (EN) Hans-O. Pörtner et al (a cura di), D.4 (PDF), in Climate Change 2022: Impacts, Adaptation, and Vulnerability. Summary for Policymaker, IPCC, 2022, p. 34.
  24. ^ Summary for Policymaker, op. cit., capitolo B.5.4, p. 21
  25. ^ Summary for Policymaker, op. cit., capitolo B.2, pp. 14-15
  26. ^ (EN) Yuan Ye, IPCC Warns China Will Be Hit Hard by Climate Change, su sixthtone.com, 3 marzo 2022.
  27. ^ Summary for Policymaker, op. cit., capitolo C.3.4, p. 28
  28. ^ Summary for Policymaker, op. cit., capitolo B.6, p. 21
  29. ^ Summary for Policymaker, op. cit., capitolo D.5, p. 35
  30. ^ Il Focal Point IPCC per l'Italia, su ipccitalia.cmcc.it.
  31. ^ Il rapporto IPCC spiegato dagli esperti italiani con i contenuti principali su Europa, Mediterraneo e Italia, su ipccitalia.cmcc.it.
  32. ^ Piero Lionello, Impatti, vulnerabilità, adattamento: Focus sull'Europa e sul Mediterraneo (PDF), su files.cmcc.it, 28 febbraio 2022.
  33. ^ Francesca Spagnuolo, Cambiamento climatico, vulnerabilità e sicurezza idrica (PDF), su files.cmcc.it.
  34. ^ Gustavo Naumann, Risorse idriche e siccità: cosa dice il Sesto rapporto di valutazione dell'IPCC (PDF), su files.cmcc.it.
  35. ^ (EN) Matt McGrath, Climate change: IPCC report warns of ‘irreversible’ impacts of global warming, su bbc.com, 28 febbraio 2022.
  36. ^ New time of the IPCC Working Group III press conference, 3 p.m. GMT on 4 April 2022 — IPCC, su ipcc.ch (archiviato dall'url originale il 4 aprile 2022).
  37. ^ (EN) IPCC Emissions Reduction Report Due Today After Negotiations Go Into Overtime, su theenergymix.com, 4 aprile 2022 (archiviato dall'url originale il 4 aprile 2022).
  38. ^ (EN) Dire warning on climate change 'is being ignored' amid war and economic turmoil, su theguardian.com (archiviato dall'url originale il 3 aprile 2022).
  39. ^ (EN) IPCC - Intergovernmental Panel on Climate Change, su report.ipcc.ch (archiviato dall'url originale il 4 aprile 2022).

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