Süleyman Pasha (figlio di Orhan I)

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Ghazi Süleyman Pasha (13161357) è stato un principe ottomano, figlio maggiore del secondo sovrano ottomano Orhan I.

Süleyman Pasha
Sarcofago di Süleyman Pasha
Principe del Beylik ottomano
NascitaAsia Minore, 1316
MorteBolayır, 1357
Luogo di sepolturaTürbe di Süleyman Pasha, Bolayır
DinastiaOttomana
PadreOrhan I
MadreNilüfer Hatun o Efendize Hatun
ConsorteSelçuk Hatun
Gülbahar Hatun
FigliIshak Bey
Melik Nasir Bey
Ismail Bey
Sultan Hatun
Efendize Hatun
ReligioneIslam sunnita

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Süleyman Pasha nacque nel 1316 come figlio maggiore del sovrano ottomano Orhan I. Sua madre è generalmente indicata come la concubina Nilüfer Hatun, che sarebbe poi divenuta madre anche del successore di Orhan, Murad I, ma la ricerca moderna suggerisce che sua madre fosse piuttosto Efendize Hatun, un'altra delle consorti di Orhan[1][2].

Abile guerriero, al punto da meritare l'epiteto di Ghazi, fu scelto da suo padre per guidare una serie di campagne di espansione verso la Tracia, il cui risultato più notevole fu la conquista della Rumelia, il cui merito viene attribuito a Süleyman, che divenne noto come il "Conquistatore della Rumelia"[3][4].

Iniziò la sua carriera militare nella presa di Iznik (Nicea) nel 1331, per poi guidare la conquista del Principato di Karesioğulları nel 1335 e di Izmit (Nicomedia) del 1337, tutti territori di cui venne nominato governatore. Fra il 1349 e il 1354 guidò le forze ottomane in aiuto di Bisanzio contro i serbi e i bulgari, conquistando in particolare Gallipoli e Ankara e le loro regioni, approfittando di un forte terremoto e della morte di Alaeddin, locale signore degli Eretnidi[3][4]. Non riuscì a prendere d'assedio Sofia, ma ne uccise il comandante, Ivan Asen, figlio dell'imperatore Ivan Alessandro.

In seguito, nel 1355, guidò un esercito ottomano attraverso i Dardanelli e conquistò la Rumelia, uccidendo un secondo figlio di Ivan Alessandro, Michele, e in cui insediò un gran numero di famiglie fatte venire appositamente dall'Anatolia e fornendo una base per la futura espansione dell'Impero ottomano[3][4].

Morì nel 1357, a causa di una caduta da cavallo mentre cacciava col falcone fra Bolayır e Seydikavağı, poco dopo il rapimento del suo fratellastro Halil a opera dei pirati genovesi. Venne sepolto a Bolayır per ordine di Orhan, malgrado in precedenza Süleyman si fosse fatto costruire un mausoleo a Yenişehir, Bursa[5][6].

Oltre che come guerriero, è ricordato per le sue costruzioni religiose e benefiche nei territori da lui amministrati: costruì mense per i poveri, moschee, madrase, caravanserragli e scuole a Bursa, Göynük, Geyve, Akyazı, İzmit, İznik e Gelibolu[4].

Famiglia[modifica | modifica wikitesto]

Consorti[modifica | modifica wikitesto]

Süleyman Pasha aveva due consorti note:[4]

  • Selçuk Hatun, figlia di Seyyd Hüseyin Çelebi.
  • Gülbahar Hatun, figlia di Sorum Bayezid.

Figli[modifica | modifica wikitesto]

Süleyman Pasha aveva almeno tre figli:[4]

  • Ishak Bey, governatore di Rumelia.
  • Melik Nasir Bey, annegò a Bolayır durante una spedizione ad Akça Liman coi suoi fratelli, sotto il comando di Ece Bey.
  • Ismail Bey, governatore di Rumelia.

Figlie[modifica | modifica wikitesto]

Süleyman Pasha aveva almeno due figlie:[4]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Cemal Kafadar, Between two worlds: the construction of the Ottoman state, Nachdr., Univ. of California Press, 2002, p. 18, ISBN 978-0-520-20600-7.
  2. ^ Colin Imber, The Ottoman Empire, 1300-1650: the structure of power, 2nd ed, Palgrave Macmillan, 2009, p. 8, ISBN 978-0-230-57450-2.
  3. ^ a b c Caroline Finkel, Osman's dream: the story of the Ottoman Empire 1300 - 1923, Basic Books, 2007, p. 16, ISBN 978-0-465-02396-7.
  4. ^ a b c d e f g Ghazi Süleyman Pasha (PDF), su web.archive.org. URL consultato il 7 gennaio 2024 (archiviato dall'url originale il 3 agosto 2012).
  5. ^ Heath W. Lowry, The nature of the early Ottoman state, collana SUNY series in the social and economic history of the Middle East, State University of New York Press, 2003, p. 82, ISBN 978-0-7914-5636-1.
  6. ^ "Conquista di Adrianopoli (1361)", su web.archive.org, pp. 140-141. URL consultato il 7 gennaio 2024 (archiviato dall'url originale il 5 giugno 2016).
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