Riso amaro

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[[File:|frameless|center|260x300px]]Silvana Mangano in Riso Amaro
Durata108 min
Regia{{{regista}}}

Riso amaro è un film del 1949 diretto da Giuseppe De Santis e prodotto da Dino De Laurentiis.

Definito il capolavoro neorealista di De Santis, fu girato nelle campagne vercellesi, più precisamente nella Cascina Veneria [1] [2] (comune di Lignana) e nella Tenuta Selve (Salasco).

Fu presentato in concorso al 3° Festival di Cannes.

Trama

Francesca (Doris Dowling) e Walter (Vittorio Gassman) sono una coppia di giovani delinquenti che hanno appena rubato una preziosa collana in un albergo. Per sfuggire alla cattura da parte della polizia, Walter affida la collana a Francesca e i due si uniscono al treno delle mondine, dirette al lavoro stagionale nelle risaie. Fra queste vi è la giovane Silvana (Silvana Mangano), con cui Walter balla soprattutto per nascondersi alla polizia, per poi essere riconosciuto e scappare.

In treno, Silvana è incuriosita da Francesca e per aiutarla le fa ottenere un lavoro da mondina "clandestina" (senza contratto).

Nel dormitorio, Silvana scopre poi la refurtiva di Francesca, la collana, e la prende a sua volta. Per eliminare Francesca, la accusa di crumiraggio. Francesca viene salvata da un probabile linciaggio dal sergente Marco Galli (Raf Vallone), che pacifica i due fronti. Francesca riesce a coinvolgere altre compagne irregolari e alla fine convince tutte le mondine ad una protesta comune, perché siano assunte tutte regolarmente.

Silvana infine si confida con Francesca, dicendole quanto è stanca e nauseata dalla faticosa vita di mondina, e le restituisce la refurtiva. Al fatto assiste Marco, di cui Francesca si innamora, ma che e' a sua volta innamorato di Silvana.

L'arrivo di Walter, che aveva atteso lontano il calmarsi delle acque, porta scompiglio durante una festa serale. Dopo aver "preso a prestito" nuovamente la collana a Francesca, Silvana balla di nuovo con Walter fra le mondine e i braccianti. Sul posto arriva Marco, che vedendo la collana si arrabbia con Silvana, e dopo averle strappato la collana dal collo, si azzuffa con Walter.

Walter allora rivela a Francesca che la collana rubata è falsa e la lascia, mentre per corteggiare Silvana le offre la stessa collana come regalo, senza dirle però che è falsa. Abbagliata dalla prospettiva di vita che le offre Walter, Silvana diventa la sua amante. La mossa di Walter non è casuale: è infatti in combutta con tre complici per rubare il riso raccolto e si assicura così dell'aiuto di Silvana: poco prima di essere incoronata "Miss Mondina 1948", Silvana apre le paratoie e allaga la risaia. In questo modo, mentre tutti si adoperano per salvare le coltivazioni, Walter può fuggire col riso.

Ma Francesca ha capito tutto e, pensando che il furto del riso sarebbe una tragedia per le mondine, e che ciò sia molto diverso che rubare ai ricchi, va ad avvisare l'unico che può aiutarla, Marco. In una macelleria Marco e Francesca affrontano Silvana e Walter. I due uomini si feriscono a vicenda, e tutto viene determinato dalle due donne, entrambe armate di pistola: dopo aver sentito dalla bocca di Francesca che Walter l'ha ingannata e usata, Silvana punta la pistola contro di lui e gli spara.

In stato di choc, vanamente inseguita da Francesca, Silvana si suicida. Le mondine le rendono omaggio cospargendo la sua salma di riso, mentre Francesca e Marco partono insieme per un avvenire migliore.

Critica

«Espressione immediata del cosiddetto neorealismo italiano, Riso amaro, avrebbe dovuto accentuare, al di fuori di qualsiasi schema, una tendenza che già nel primo film, Caccia tragica (1947), aveva mostrato caratteristiche non facilmente confondibili e, per molti aspetti, nuove ed originali. La voce di De Santis si era allora unita, pur con timbro diverso e talvolta contrastante,a quella di un Rossellini o di un De Sica, nel gruppetto di avanguardia del cinema italiano...Riso amaro segna invece, inaspettatamente una battuta di arresto. Il compromesso intervenuto in seguito(non saprei dire per quali ragioni) ha pesato sul film in senso negativo...La già complicata e astrusa struttura ideologica del film si complica ulteriormente e il personaggio di Silvana, lungi dal chiarire gli intendimenti del regista, annebbia ancor più le idee..Relativamente più limpida, se si può parlare la figura della cameriera la ladra che al contatto del lavoro in risaia si crea una nuova coscienza della vita e riacquista l'onesta perduta sia perché essa è l'espressione più diretta del credo sociale di De Santis, sia anche grazie alle qualità di attrice di Doris Dowling, la quale si distingue nettamente dal complesso dilettantistico del cast.»

«I due film più vistosi della settimana: Riso amaro e Ambra, hanno in comune il tipo dell'eroina, una ragazza spregiudicata e decisa a far carriera a qualunque costo. Sebbene l'americano Ambra sia un film più grossolano dell'italiano Riso amaro, è chiaro che come personaggio, Ambra è più vera di Silvana, Riso amaro è un'opera più artistica, vogliamo dire più ricca di fermenti vitali.. Detto questo è doveroso fare al De Santis qualche rimprovero.Perché non ha ripensato di più il suo soggetto cacciando indietro i ricordi americani e perché non ha detto al bravo Gassman che i mascalzoni dalle nostre parti sono diversi da come lui li crede?»

Manifesti e locandine

La realizzazione dei manifesti del film, per l'Italia, fu affidata ai pittori cartellonisti Averardo Ciriello e Carlo Antonio Longi.

Note

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