Qualificazioni alla Coppa del Mondo di rugby femminile 2017

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Qualificazioni alla Coppa del Mondo di rugby femminile 2017
Organizzatore World Rugby
Date dal 14 febbraio 2015
al 17 dicembre 2016
Partecipanti 13
Qualificate 5
Qualificazioni Europa
Date 14 febbraio 2015 ― 26 novembre 2016
Partecipanti 9
Qualificate Bandiera dell'Italia Italia
Bandiera del Galles Galles
Bandiera della Spagna Spagna
Ripescaggi
Date 7 maggio 2016 ― 17 dicembre 2016
Partecipanti 4
Qualificate Bandiera del Giappone Giappone
Bandiera di Hong Kong Hong Kong
Cronologia della competizione

Le qualificazioni alla Coppa del Mondo di rugby femminile 2017 si tennero tra il 14 febbraio 2015 e il 17 dicembre 2016, e videro la partecipazione di 13 squadre nazionali che si affrontarono in tornei di qualificazione su base geografica.

Alla Coppa del Mondo 2017 parteciparono 12 federazioni, 7 delle quali già qualificate automaticamente in base ai risultati ottenuti nella Coppa del Mondo 2014 (Australia, Canada, Francia, Inghilterra, Irlanda, Nuova Zelanda e Stati Uniti[1]). Le altre cinque dovettero essere determinate da tornei e spareggi continentali e intercontinentali organizzati dalle varie confederazioni regionali (Rugby Europe, Oceania Rugby e Asia Rugby[1]). Stante la defezione del Sudafrica, di fatto le qualificazioni si ridussero a una zona europea che espresse 3 squadre, e un ripescaggio asiatico-oceaniano che ne espresse altre 2.

Al termine del percorso di qualificazione le squadre promosse alla competizione furono Italia, Galles, Spagna, Giappone e Hong Kong.

Criteri di qualificazione[modifica | modifica wikitesto]

Situazione prima degli incontri di qualificazione[modifica | modifica wikitesto]

Fase Americhe Europa Oceania Ripescaggi
Qualificate d’ufficio
Esito qualificazioni Qualificata Europa 1
Qualificata Europa 2
Qualificata Europa 3
Qualificata Asia 1
Qualificata Asia 2 OPPURE Oceania
Terzo turno Spareggio tra ultima del primo turno e vincente del secondo turno Spareggio asiatico-oceaniano
Secondo turno Campionato europeo 2016 Campionato asiatico 2016

Campionato oceaniano 2016

Primo turno Sei Nazioni 2015 e 2016

Qualificazioni Europa[modifica | modifica wikitesto]

Verdetto[modifica | modifica wikitesto]

  • Bandiera dell'Italia Italia: qualificata alla Coppa del Mondo come prima squadra europea
  • Bandiera del Galles Galles: qualificata alla Coppa del Mondo come seconda squadra europea
  • Bandiera della Spagna Spagna: qualificata alla Coppa del Mondo come terza squadra europea

Ripescaggi Asia — Oceania[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Asia Rugby Women's Championship 2016.

A seguito della defezione del Kazakistan la cui federazione tagliò fondi per tentare la qualificazione olimpica[3]), entrambe le squadre del campionato asiatico 2016 (Giappone e Hong Kong) passarono direttamente al ripescaggio, cui non si presentò il Sudafrica[2] che decise di ritirarsi dalle qualificazioni. Al torneo di Hong Kong per le ultime due squadre da destinare alla Coppa del Mondo si presentarono quindi le due citate asiatiche e la campione oceaniana Figi[4] che il 5 novembre 2016 aveva battuto 37-10 la formazione di Papua Nuova Guinea[4].

Dopo le prime due partite del triangolare, in cui la squadra oceaniana fu battuta da entrambe le asiatiche, Giappone e Hong Kong, ormai con la qualificazione assicurata, si affrontarono nell’ultima giornata solo per stabilire quale fosse l’ordine di tabellone alla Coppa del Mondo. Il Giappone vinse 20-8[5] e si qualificò come Asia 1, mentre Hong Kong affrontò i sorteggi dei gironi alla Coppa del Mondo come Asia 2.

Torneo di qualificazione Asia — Oceania[modifica | modifica wikitesto]

Hong Kong
9 dicembre 2016, ore 19:30 UTC+8
Hong Kong Bandiera di Hong Kong45 – 7
referto
Bandiera delle Figi FigiKing’s Park Sports Ground
Arbitro: Bandiera dell'Australia Rachel Horton

Hong Kong
13 dicembre 2016, ore 19:30 UTC+8
Giappone Bandiera del Giappone55 – 0
referto
Bandiera delle Figi FigiKing’s Park Sports Ground
Arbitro: Bandiera del Sudafrica Aimee Barrett-Theron

Hong Kong
17 dicembre 2016, ore 16:30 UTC+8
Giappone Bandiera del Giappone20 – 8
referto
Bandiera di Hong Kong Hong KongHong Kong F.C.
Arbitro: Bandiera della Nuova Zelanda Rebecca Hull-Mahoney

Classifica[modifica | modifica wikitesto]

Squadra G V N P P+ P- B PT
1 Bandiera del Giappone Giappone 2 2 0 0 75 8 +67 2 10
2 Bandiera di Hong Kong Hong Kong 2 1 0 1 53 27 +26 1 5
3 Bandiera delle Figi Figi 2 0 0 2 7 100 -93 0 0

Verdetto[modifica | modifica wikitesto]

  • Bandiera del Giappone Giappone: qualificata alla Coppa del Mondo come prima squadra asiatica
  • Bandiera di Hong Kong Hong Kong: qualificata alla Coppa del Mondo come seconda squadra asiatica

Quadro completo delle qualificazioni[modifica | modifica wikitesto]

In grassetto le squadre ammesse al turno successivo.

Fase Americhe Europa Oceania Ripescaggi
Qualificate d’ufficio
Esito qualificazioni Qualificata Europa 1

Qualificata Europa 2

Qualificata Europa 3

Qualificata Asia 1

Qualificata Asia 2

Terzo turno
Secondo turno Campionato europeo 2016 Campionato asiatico 2016

Campionato oceaniano 2016

Primo turno Sei Nazioni 2015 e 2016

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d (EN) Qualification process confirmed for Women's Rugby World Cup 2017, su world.rugby, World Rugby, 21 dicembre 2014. URL consultato il 22 marzo 2015 (archiviato dall'url originale il 3 ottobre 2018).
  2. ^ a b (EN) Mariette Adams, Why Bok Women aren’t at World Cup, in SA Rugby Magazine, 8 agosto 2017. URL consultato il 15 maggio 2018 (archiviato dall'url originale il 15 maggio 2018).
  3. ^ a b (EN) Matt Jones, Kazakhstan woes improve UAE promotion chances in Asia Rugby Championship, in Sport 360, 10 maggio 2016. URL consultato il 3 ottobre 2018 (archiviato dall'url originale il 4 giugno 2016).
  4. ^ a b (EN) Greg Thomas, Fijiana Win Inaugural Oceania Women’s Championship, su oceaniarugby.com, Oceania Rugby, 5 novembre 2016. URL consultato il 1º ottobre 2018 (archiviato dall'url originale il 1º ottobre 2018).
  5. ^ (EN) Japan head to World Cup as Asia’s top seeds, su world.rugby, World Rugby, 17 dicembre 2016. URL consultato il 3 ottobre 2018 (archiviato dall'url originale il 16 agosto 2017).

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