Pontificia commissione "Ecclesia Dei"

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Pontificia commissione "Ecclesia Dei"
Pontificia Commissio "Ecclesia Dei"
"...facilitare la piena comunione ecclesiale dei sacerdoti, seminaristi, comunità o singoli religiosi e religiose finora in vario modo legati alla fraternità fondata da monsignor Lefebvre, che desiderino rimanere uniti al successore di Pietro nella Chiesa cattolica, conservando le loro tradizioni spirituali e liturgiche" (Ecclesia Dei, 6, a)
Eretto2 luglio 1988
Presidentecardinale Gerhard Ludwig Müller
Segretarioarcivescovo Guido Pozzo
Emeriticardinale Darío Castrillón Hoyos
cardinale William Joseph Levada
(presidenti emeriti)
SedePalazzo del Santo Uffizio, Piazza del Santo Uffizio 11, 00193 Roma
Sito ufficialewww.vatican.va
dati catholic-hierarchy.org
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La Pontificia commissione "Ecclesia Dei" (in latino Pontificia Commissio Ecclesia Dei) venne istituita da Giovanni Paolo II con il motu proprio Ecclesia Dei del 2 luglio 1988, all'indomani delle ordinazioni episcopali illecite conferite dall'arcivescovo scismatico Marcel Lefebvre ad Ecône, in Svizzera.

Il 2 luglio 2009 papa Benedetto XVI mediante il motu proprio Ecclesiae unitatem l'ha incorporata nella Congregazione per la dottrina della fede.

Fondazione

Con il motu proprio Ecclesia Dei (o Ecclesia Dei adflicta) del 2 luglio 1988 papa Giovanni Paolo II ha deplorato «l'illegittima consecrazione episcopale» da Marcel Lefebvre conferita due giorni prima, qualificandola come «atto scismatico», per il quale Lefebvre e i vescovi da lui ordinati erano «incorsi nella grave pena della scomunica prevista dalla disciplina ecclesiastica». Il Pontefice ha detto che l'avvenimento metteva in evidenza l'importanza della «fedeltà alla Tradizione della Chiesa autenticamente interpretata dal Magistero ecclesiastico, ordinario e straordinario, specialmente nei Concili ecumenici da Nicea al Vaticano II» e dell'approfondimento della dottrina di quest'ultimo concilio ecumenico per mettere in luce la sua continuità con la Tradizione. Ha fatto appello ai vescovi di prendere le misure necessarie per garantire il rispetto delle giuste aspirazioni di quei cattolici «che si sentono vincolati ad alcune precedenti forme liturgiche e disciplinari della tradizione latina». E ha istituito la Pontificia commissione per facilitare la piena comunione ecclesiale di simili persone.[1]

Scopi

Nata con lo scopo di favorire il rientro in seno alla Chiesa cattolica di tutti gli individui legati ai sacerdoti e seminaristi della Fraternità Sacerdotale San Pio X, attualmente sovrintende alle comunità di cattolici, religiosi e laici, legati alla "tradizione".

Per perseguire tali scopi (peculiare munus), la commissione si avvale dei poteri concessi da Giovanni Paolo II con rescritto[2] del 18 ottobre 1988. L'interpretazione della facoltà prevista al n. 1) del documento - «concedere a chiunque ne faccia domanda l'uso del Messale romano secondo l'edizione tipica in vigore nel 1962, e ciò secondo le norme già proposte dalla commissione cardinalizia "istituita a tale scopo" nel dicembre del 1986 (peraltro mai rese pubbliche; ne circola solo una versione ufficiosa),[3] dopo aver informato il vescovo diocesano» - è stata al centro di violente polemiche tra il dicastero e i fedeli legati alla precedente tradizione liturgica, che si appellavano ad essa per ottenere una revisione dei dinieghi opposti dai vescovi alla celebrazione della Messa. La commissione, invece, evidentemente in base al n. 6 del m.p. Ecclesia Dei, cit., ha concesso i cosiddetti celebret ("si celebri") soltanto a sacerdoti.

Inoltre, a seguito del motu proprio Summorum Pontificum di papa Benedetto XVI (2007), la commissione ha incarico di vigilare sull'applicazione dello stesso, studiare i possibili aggiornamenti (nuovi santi nel calendario, nuovi prefazi nella messa) cui sottoporre i testi liturgici del 1962. Inoltre, è stata eretta come sede "d'ultima istanza" per i fedeli che richiedano la messa secondo la forma extraordinaria e non siano esauditi né dal proprio parroco né dal proprio vescovo.

Tra i successi della commissione vanno segnalati il recupero alla comunione con la sede apostolica della fraternità San Vincenzo Ferrer e di numerosi membri della FSSPX, per cui è stata eretta la Fraternità Sacerdotale San Pietro (1988), nonché la recente nascita dell'istituto del Buon Pastore. Inoltre, la nuova formulazione della preghiera "pro Judæis" (per gli Ebrei) nella liturgia di forma extraordinaria del Venerdì santo, scritta da Benedetto XVI ed in vigore dal 2008, è frutto anche del lavoro della commissione.

Composizione

Attualmente la commissione è presieduta dal cardinale Gerhard Ludwig Müller, prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, ed è formata da un segretario (l'arcivescovo Guido Pozzo), quattro componenti (i cardinali Jean-Pierre Ricard, Antonio Cañizares Llovera, Julián Herranz Casado e William Joseph Levada), quattro esperti permanenti, un "attuario" e due "officiali"[4]. Ha sede presso il palazzo della Congregazione per la dottrina della fede, a Roma.

Cronotassi dei presidenti

Con il motu proprio Ecclesiae Unitatem (2 luglio 2009), è stato stabilito che presidente della commissione è il prefetto della Congregazione per la dottrina della fede.

Cronotassi dei vicepresidenti

Cronotassi dei segretari

Cronotassi dei segretari aggiunti

Note

  1. ^ Lettera Apostolica "Ecclesia Dei" del Sommo Pontefice Giovanni Paolo II in forma di "motu proprio"
  2. ^ A. A. S. 82 (1990), p. 533-534., su unavox.it. URL consultato il 29-08-2008.
  3. ^ "Norme" vaticane del 1986 sulla S. Messa tradizionale, su unavox.it. URL consultato il 29-08-2008.
  4. ^ Annuario pontificio 2007, p. 1301.

Bibliografia

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

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