Pieve di San Pietro (Gropina)

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Pieve di San Pietro
Pieve di San Pietro a Gropina
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneToscana
LocalitàGropina (Loro Ciuffenna)
Coordinate43°34′53.19″N 11°38′18.47″E / 43.581442°N 11.638464°E43.581442; 11.638464
Religionecattolica di rito romano
TitolarePietro apostolo
Diocesi Arezzo-Cortona-Sansepolcro
Consacrazione774
Stile architettonicoromanico

La pieve di San Pietro a Gropina è un luogo di culto cattolico che si trova in località Gropina, nel comune di Loro Ciuffenna, in provincia di Arezzo e diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro.

La chiesa costituisce uno degli esempi più alti dell'architettura romanica in Toscana.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La tradizione popolare attribuisce la fondazione alla duchessa di Toscana Matilde di Canossa, ma non esistono fonti storiche a riguardo. Gli scavi del 1968-1971 hanno permesso di ricostruire che nel V-VI secolo esisteva sul sito un tempietto pagano, poi trasformato in piccola chiesetta con aula unica monoabsidata.[1] Sempre secondo gli stessi scavi, è evidente che nell'VIII secolo la chiesa fu ampliata in lunghezza ed ampiezza dai Longobardi, fu dotata di una navata laterale destra a fianco di quella centrale più grande, entrambi absidate.[1] Sono stati ritrovate lastre con croci patenti incise, lastre di tombe datate a quel secolo, ma soprattutto frammenti di plutei sicuramente databili a quel periodo. Già ricordato nel 774, il luogo di culto è quindi molto antico e si configura come l'unica chiesa altomedioevale che si conosca nel Valdarno Superiore.

Al IX secolo risale il pulpito ancora oggi collocato nella chiesa.[1] La struttura attuale risale ai secoli XII-XIII, allorché fu ricostruita interamente, ben più lunga, con tre navate ed una sola abside, sebbene non secondo un progetto unitario, come risulta da alcune asimmetrie ben visibili in facciata.[1] In quel periodo fu costruito anche il campanile, come conferma una scritta in numeri romani su una sua pietra (1233). Nel 1522 fu collocato sulla facciata lo stemma pontificio e mediceo in onore di papa Leone X, deceduto un anno prima, come omaggio alla famiglia Medici, che aveva presso possesso dell'intero territorio.[1]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

La chiesa attuale presenta una semplice facciata in conci squadrati di arenaria, ornata da una piccola bifora ed oculo al centro, portale e uno stemma pontificio e mediceo di Papa Leone X sopra di esso. Lateralmente è presente un solo portale minore destro e due monofore. Maggiori decorazioni si vedono nell'abside di stile romanico pisano, dove compare nel primo registro un motivo di arcate cieche spartite da lesene, e nel secondo una loggetta con archi a tutto sesto rialzato e colonnine, nonché una leggiadra coppia di colonne ofitiche al centro.

Interno[modifica | modifica wikitesto]

L'interno ha un impianto basilicale privo di transetto, dotato di tre navate e sette campate e coperto da capriate lignee, tranne che nell'ultima campata dove sono presenti delle crociere. È spartito da semplici piloni cilindrici, con l'eccezione di due grossi pilastri a base quadrata tra la quinta e sesta campata, archi a tutto sesto ed è concluso da una sola abside semicircolare, lo schema più diffuso nel Valdarno fiorentino.

La decorazione interna è particolarmente ricca, particolarmente nei capitelli, il cui programma iconografico è una vera "enciclopedia sacra" con evidente intento didascalico: vi sono raffigurate scene tratte dall'Antico Testamento, Nuovo Testamento, animali e creature fantastiche con una precisa simbologia, ma anche episodi tratti dalle favole di Fedro con preciso valore morale.

Un primo scultore, di cultura lombarda, eseguì i capitelli di destra, in controfacciata e quelli in fondo alla navata sinistra, mentre una maestranza più moderna e di influsso linguadocano, a breve distanza di tempo scolpì i primi quattro capitelli della navata sinistra.[2]

Di grande interesse il pulpito anch'esso di epoca romanica, sul modello del pulpito di San Miniato al Monte anche per la posizione delle sculture rappresentante gli Evangelisti, e scolpito con motivi geometrizzanti e figure moraleggianti o zoomorfe come l'acrobata e la sirena bicaudata simboli del vizio e tipici del XII secolo. L'autore deve riconoscersi nello stesso scultore che esegue i capitelli di destra.[3]

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e Fabrizio Landi, La Pieve di San Pietro a Gropina.
  2. ^ Guido Tigler, Cit., pp. 49-52.
  3. ^ Guido Tigler, Cit., p. 46 e nota 17, pag. 55-56.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN132745879 · BAV 494/19581 · LCCN (ENn2007002182 · GND (DE4622105-0 · WorldCat Identities (ENlccn-n2007002182