Pietro Omodeo

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Pietro Temistocle Omodeo (Cefalù, 27 settembre 1919Siena, 20 gennaio 2024) è stato un biologo e saggista italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Pietro Omodeo è stato uno studioso naturalista e ambientalista, specializzato nell'evoluzione e nella tassonomia degli oligocheti. Per i suoi studi è considerato uno dei padri della moderna zoologia italiana e internazionale. Nato a Cefalù (Palermo) nel 1919, figlio dello storico italiano Adolfo Omodeo, qualche anno dopo con la famiglia si trasferisce a Napoli dove compie gli studi fino a conseguire la maturità classica al Liceo Sannazaro nel 1936. Studia in seguito Scienze Naturali a Pisa (i primi tre anni alla Scuola Normale) e si laurea sotto la direzione di Giuseppe Colosi nel giugno 1940, con una tesi dal titolo La circolazione del sangue nei lombrichi[1]. Sotto le armi dal 15 luglio 1939, nel dicembre 1940 si trova in nord-Africa e nel novembre 1942 viene fatto prigioniero in Egitto. Rimpatriato nel 1946, viene smobilitato nell'aprile dello stesso anno.

A partire dal 1945 è assistente a Napoli alla cattedra di Zoologia diretta da Umberto Pierantoni. Lavora alla Stazione zoologica di Napoli in embriologia e citologia. Ottiene il perfezionamento in zoologia alla Scuola Normale di Pisa nel 1946 e la libera docenza in zoologia nel 1947. Nel 1949 è assistente a Siena alla cattedra di biologia diretta da Emanuele Padoa; si occupa di citologia, di tassonomia e di storia della biologia. Fra il 1959 e il 1960 è professore straordinario di Biologia generale all'Università degli Studi di Siena.[2]

Nel quinquennio 1951-1955 è assessore alla cultura nell'amministrazione provinciale di Siena.[3] Dal 1952 al 1965 è consigliere anziano (vicepresidente) del Policlinico Universitario locale. Nel quadriennio 1956-1960, è consigliere comunale a Siena e dal 1960 al 1965 presidente del Consiglio dell'Orfanatrofio di San Marco. Nel 1965-1966 è professore all'Università degli Studi di Padova, titolare della cattedra di Zoologia dove si occupa dei temi zoologici sopra citati e anche di evoluzionismo e biocibernetica. Nel 1967 cura l'edizione italiana dell'Interpretazione dell Natura[4] di Diderot (Editori Riuniti) e Viaggio di un naturalista intorno al mondo, Autobiografia, Lettere del viaggio[5] di Darwin (Feltrinelli, Milano). Nel 1969 traduce e pubblica le Opere di Lamarck[6] per UTET (Torino). Dal 1969 al 1984 dirige la rivista Bollettino di Zoologia (poi Italian Journal of Zoology). Nel 1977 pubblica Biologia presso l'UTET (seconda edizione 1983).[2] Nel 1980 pubblica con Borsellino, Vecli e Wanke Development in Biohpysical Research (Plenum Press, New York & London).[2] Il presidente della Repubblica Sandro Pertini gli conferisce la Medaglia d'oro dei Benemeriti della Scuola, della Cultura, dell'Arte nel 1979[7]. Si trasferisce nel 1983 all'Università di Roma Tor Vergata; pubblica con Bonvicini Pagliai On earthworms (ed. Mucchi, Modena). Prosegue in quell'università le sue ricerche di tassonomia e di storia della biologia e pubblica Creazionismo e Evoluzionismo (Laterza 1988)[2] e Biologia con rabbia e con amore (UNITOR, poi Aracne, Roma 1989).

A partire dal 1990 ospite dell'Università di Siena[2] lavora sui temi di tassonomia, evoluzionismo e citologia: Gli abissi del tempo (Aracne 2000), Alle origini delle scienze naturali 1492-1632 (Rubbettino, Catanzaro 2001). Nel 2011 pubblica Evoluzione della cellula (ed. ETS, Pisa).

Dal 2003 la sua collezione libraria, precedentemente collocata presso il dipartimento di biologia evolutiva dell'Università di Siena, è conservata presso la biblioteca del Museo Galileo.[8] Il fondo consta di circa 2000 opere di interesse storico-naturalistico, pertinenti principalmente all'evoluzionismo e alla storia della biologia, di cui circa 250 antiche, stampate fra il 1541 e il 1821.[9]

Negli ultimi anni ha gestito un gruppo Facebook dedicato all'informazione e discussione sullo stato del pianeta e della crisi climatica[10]. Il 27 settembre 2019 ha compiuto 100 anni di età[11] e in questa occasione l'Università di Siena ha organizzato, presso l'Accademia dei Fisiocritici, una celebrazione con un simposio intorno al suo lavoro[12]. È morto a Siena nel 2024 all'età di 104 anni.[7]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Fra i numerosi scritti pubblicati da Pietro Omodeo:[1][2]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b http://omodeo.anisn.it/articolo_omodeo.pdf
  2. ^ a b c d e f La biologia di Pietro Omodeo
  3. ^ I Presidenti onorari* dell'UAAR | UAAR
  4. ^ Denis Diderot, Interpretazione della natura, Editori Riuniti, 2020, ISBN 978-88-359-8161-9. URL consultato il 29 gennaio 2024.
  5. ^ Charles Darwin e Pietro Omodeo, Viaggio di un naturalista intorno al mondo: autobiografia : lettere (1831-1836), Feltrinelli, 1980. URL consultato il 29 gennaio 2024.
  6. ^ J.-Baptiste Lamarck, Opere, UTET, 1969, ISBN 978-88-02-01838-6. URL consultato il 29 gennaio 2024.
  7. ^ a b Muore a 104 anni il biologo Pietro Omodeo, in La Repubblica, 21 gennaio 2024.
  8. ^ Stefano Casati, La biblioteca di Pietro Omodeo, in Nuncius, vol. 19, n. 1, 2004, pp. 357-373.
  9. ^ Pubblicazioni del Fondo Omodeo (PDF), su opac.museogalileo.it.
  10. ^ Gruppo Facebook Pietro Omodeo sr, su facebook.com.
  11. ^ Pietro Omodeo compie 100 anni, i migliori auguri al nostro presidente onorario, su AgoraVox Italia. URL consultato il 9 ottobre 2019.
  12. ^ Insieme per festeggiare i 100 anni di Pietro Omodeo

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN314803783 · ISNI (EN0000 0001 2099 1065 · SBN CFIV044869 · LCCN (ENn2003001103 · GND (DE129866407 · J9U (ENHE987007445070305171 · WorldCat Identities (ENlccn-n2003001103