Vai al contenuto

Pierantonio Costa

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Pierantonio Costa (Venezia, 7 maggio 1939Germania, 1º gennaio 2021) è stato un diplomatico e imprenditore italiano, salvatore di molte vite durante il genocidio del Ruanda.

Cippo in onore di Pierantonio Costa nel Giardino dei Giusti di tutto il mondo (Milano)

Nato nel 1939 nella frazione veneziana di Mestre, quinto di sette figli, crebbe nella Repubblica Democratica del Congo dov'era emigrato suo padre[1]. La sua prima esperienza in guerra si svolse nel 1960 a Bukavu, dove trasportò con successo gruppi di rifugiati congolesi attraverso il Lago Kivu. Dopo l'esplosione della rivolta mulelista, si trasferì nel vicino Ruanda, dove visse sino al 1994. Successivamente visse tra Kigali e Bruxelles.

Durante il genocidio del Ruanda, Pierantonio Costa era il console della Repubblica Italiana a Kigali. Dal 6 aprile al 21 luglio 1994, Costa salvò prima alcuni italiani[2] ed occidentali[3], poi si spostò in una proprietà del fratello in Burundi e di là lavorò incessantemente nel tentativo di salvare persone in pericolo in tutto il Ruanda, anche entrando nel territorio ruandese per organizzare convogli di salvataggio. A questo scopo usò il proprio ruolo diplomatico, la propria rete di conoscenze ed amicizie e anche il proprio denaro (più di 3 milioni di dollari) per ottenere permessi di espatrio per chi gli chiedeva aiuto, in alcune occasioni anche corrompendo a fin di bene delle persone.

Al termine del genocidio aveva salvato circa 2000 persone, tra cui 375 bambini[4].

Ottenne una medaglia d'oro al valor civile dal Governo italiano ed una simile decorazione dalle autorità belghe. Nel 2008 gli è stato dedicato un alberello nel Giardino dei Giusti del Mondo di Padova[5] e nel 2009 un cippo nel Giardino dei Giusti di tutto il mondo di Milano.

Così ha descritto le proprie azioni: “Tra tanta violenza e tante sofferenze ho solo fatto quello che dovevo fare. È tutto”.

La sua storia è stata raccontata dal giornalista Luciano Scalettari, che ha dichiarato: ”Secondo me è un giusto, nel senso che gli ebrei attribuiscono al termine”. Pierantonio Costa ha risposto: ”Ho solo risposto alla voce della mia coscienza. Quando bisogna fare qualcosa, semplicemente lo si fa”.

Muore il 1º gennaio 2021 a 81 anni in Germania[6]. È sepolto a Montebello Vicentino, paese d'origine del padre Pietro Giuseppe[7].

Medaglia d'oro al valor civile - nastrino per uniforme ordinaria
— 6 maggio 1994
  • La lista del console, film documentario diretto da Alessandro Rocca, RAI Cinema - SGI Torino, 52 min., 2009.
  1. ^ Pierantonio Costa, su giorgioperlasca.it, Fondazione Giorgio Perlasca. URL consultato il 21 giugno 2016.
  2. ^ (FR) Gian Alberto Tomini, Alberto Picotti, Béatrice Tomini e Renata Tomini, Cette aube sur le Lac Kivu, Dar Albouraq, 2010, p. 19.
  3. ^ (FR) Alison Liebhafsky Des Forges, Aucun témoin ne doit survivre: le génocide au Rwanda, Parigi, Karthala, 1999, p. 675, ISBN 2-86537-937-X.
  4. ^ Per amore e per coscienza: l’italiano che non si voltò indietro in Rwanda, su ritalevimontalcini.org, Fondazione Rita Levi-Montalcini, 5 maggio 2015. URL consultato il 21 giugno 2016 (archiviato dall'url originale il 6 giugno 2017).
  5. ^ Il Giardino dei Giusti del Mondo: In ricordo di chi si è opposto ai genocidi, su padovanet.it, Comune di Padova. URL consultato il 21 giugno 2016.
  6. ^ (EN) Former Italian honorary consul in Rwanda dies at 81, su The New Times | Rwanda, 2 gennaio 2021. URL consultato il 5 gennaio 2021.
  7. ^ Montebello onorerà con un’intitolazione la memoria di Pierantonio Costa, su corrierevicentino.it, 18 gennaio 2021. URL consultato il 12 ottobre 2021 (archiviato dall'url originale il 24 ottobre 2021).

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
Controllo di autoritàVIAF (EN90239071 · SBN LO1V273035
  Portale Biografie: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di biografie