Piazzetta Piero Calamandrei

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Piazzetta Piero Calamandrei
Nomi precedentivia della Loggia degli Albizi, piazza degli Albizi, via delle Seggiole
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
CittàFirenze
QuartiereQuartiere 1
Codice postale50122
Informazioni generali
Tipopiazza
IntitolazionePiero Calamandrei
Collegamenti
IntersezioniBorgo Albizi, via delle Seggiole
Mappa
Map
Coordinate: 43°46′17.22″N 11°15′36.08″E / 43.771449°N 11.260022°E43.771449; 11.260022

La piazzetta Piero Calamandrei è un piccolo slargo del centro storico di Firenze, tra borgo degli Albizi e via delle Seggiole.

Storia e descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Lapide con nome

Lo slargo era nato come spazio antistante la loggia degli Albizi, utile soprattutto per le manovre di cavalli e carrozze dei palazzi lungo borgo degli Albizi. Anticamente si chiamava infatti via della Loggia degli Albizi, fino a via de' Pandolfini, e dal 1911 circa divenne un tratto di via delle Seggiole.

La nuova intitolazione, dedicata al giurista e politico Piero Calamandrei morto nel 1956, fu decisa con delibera comunale del 4 marzo 1963[1]. Come avvenuto in Largo Bargellini, pure ridedicata in tempi moderni, la numerazione stradale è stata rifatta alla maniera delle piazze (da un'estremita in senso orario, guardando la pianta) e senza tenere conto della complicata numerazione rossa e nera fiorentina, rispettivamente assegnata in tutte le altre vie del centro per gli ingressi commerciali o residenziali.

Il lato nord tuttavia ha mantenuto la numerazione originale di borgo degli Albizi.

Edifici[modifica | modifica wikitesto]

Immagine Nome Descrizione[2]
1 Loggia degli Albizi L'edificio, basso e dal disegno attuale decisamente modesto, nasce sull'antica loggia degli Albizi, come ricordato da una targa che si legge sul lato che guarda la piazzetta. Sullo stesso fianco è un decreto dei Capitani di Parte datato 1733, già trascritto da Francesco Bigazzi, che proibisce di "far brutture in questa piazza". Nonostante il suo attuale scarso rilievo, in funzione di tali memorie, l'edificio è stato sottoposto nel 1962 a vincolo architettonico.
2 Palazzetto Affacciato su via delle Seggiole 65r, è ricordato nel repertorio Bargellini-Guarnieri come "un palazzetto ben tenuto dagli attuali proprietari". A questo edificio dovevano appartenere le antiche rimesse lungo via delle Seggiole, individuabili nell'arco ribassato con cornice in pietra che dà accesso anche a un piccolo cortile murato. Vi si trova un tabernacolo datato 1747[3].

Sul lato nord, che tecnicamente fa parte di borgo degli Albizi, si allineano il palazzo, la torre e la casa degli Albizi.

Lapidi[modifica | modifica wikitesto]

Pur nel piccolo spazio della piazzetta, vi sono collocate due lapidi, oltre a quella del tabernacolo.

La prima, presso la cantonata con borgo Albizi sull'edificio della ex-loggia degli Albizi, è stata messa dai Capitani di Parte (eredi dei Signori Otto) con decreto del 20 aprile 1733 per garantire il decoro della piazza:

GL'ILLMI SSRI CAPITANI DI PARTE
DELLA CITTÀ DI FIRENZE
PER LORO DECRETO DEL DI
20 APLE 1733 PROIBIRONO IL
NON POTER FAR BRVTTVRE
IN QVESTA PIAZZA
SOTTO PENA DELLA
CATTVRA ET ARBITRIO RIGOROSO
DEL MAGISTRATO LORO

Il decreto non sembra particolarmente chiaro, poiché con la doppia negazione sembra sia proibito "non sporcare".

La seconda lapide si trova sotto una che sembra una normale targa del nome dello slargo, e chiarisce le condizioni di parcheggio delle carrozze nella piazza:


L O G G I A

DEGLI ALBIZI

POSTO PER
DUE VETTURE
DI PIAZZA

Tabernacoli[modifica | modifica wikitesto]

Il tabernacolo

Sopra il n. 2 si trova un tabernacolo con edicola in pietra serena, con un rileivo in stucco policromo della Madonna col Bambino nella versione della Madonna di Montenero, caratterizzata da Gesù che tocca il petto della madre e da un cardellino sul braccio destro di Maria (ma che qui assomiglia più un colombo).

All'altezza del braccio che reggeva la lanterna si trova uno stemma Albizi, con un'iscrizione scarsamente leggibile (dovrebbe contenere il nome del personaggio "degli Albizi" - unico brano chiaro - che lo fece fare e la data, forse 1693). Sotto il tabernacolo si legge una lapide di marmo con un'iscrizione devozionale e due fiori coi gambi legati e incrociati in decusse, un giglio e una rosa, tipici fiori mariani:

SISTE . O .PECCATOR.
IN FLVCTIBVS . HVIVS . MARIS . AMBVLAS
RESPICE . STELLAM . VOCA . MARIAM
AN : REP: SAL:
MDCCLXXXXVII

Traduzione: «Fermati, o peccatore. Tu procedi tra i flutti di questo mare, guarda la stella, invoca Maria; anno della recuperata Salvezza[4] 1797». La presenza di parole come "flutti" e "mare" sono usate in senso metaforico, ma sono anche tipiche della devozione dei naviganti alla Madonna labronica.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Stradario storico del Comune di Firenze
  2. ^ Gli edifici con voce propria hanno i riferimenti bibliografici nella voce specifica.
  3. ^ Bargellini-Guarnieri 1977-1978, III, 1978, p. 369.
  4. ^ "Anno reparatae Salutis"

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Piero Bargellini, Ennio Guarnieri, Le strade di Firenze, 4 voll., Firenze, Bonechi, 1977-1978, I, 1977, p. 163.
  • Ennio Guarnieri, Le immagini di devozione nelle strade di Firenze, in Le strade di Firenze. I tabernacoli e le nuove strade, Bonechi, Firenze 1987.
  • Comune di Firenze, Stradario storico e amministrativo del Comune di Firenze, terza edizione interamente rinnovata a cura di Piero Fiorelli e Maria Venturi, III voll., Firenze, Edizioni Polistampa, 2004.

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