Palazzo Comunale (Alcamo)

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Palazzo Comunale (Alcamo)
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalitàAlcamo
IndirizzoPiazza Ciullo
Coordinate37°58′44.27″N 12°57′22.79″E / 37.978964°N 12.956331°E37.978964; 12.956331
Informazioni generali
Condizionibuono
Costruzione1843
Usocivile
Realizzazione
ArchitettoGaspare Di Giovanni
IngegnereFrancesco Palermo

Il Palazzo Comunale di Alcamo (provincia di Trapani), chiamato anche Il Municipio, è un edificio storico e pubblico: si trova nella Piazza Ciullo.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1842, a causa dei continui trasferimenti della sede del Comune, il sindaco pro-tempore, dottor Giovanni Ferrando, acquistò un magazzino nella piazza principale, allo scopo di costruirvi il palazzo municipale.[1] La scelta di questo luogo era dovuta alla posizione ottimale rispetto al contesto urbano di allora.

La costruzione, su progetto dell’architetto Gaspare Di Giovanni, iniziò nel 1843; allo stesso subentrò l’ingegnere Francesco Palermo, coadiuvato dagli ingegneri Greco e Severino.[2] L’edificio fu ultimato nel 1865 e gli uffici comunali vi furono sistemati l'anno seguente. Il palazzo è stato interamente restaurato nel 1984.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il prospetto è di stile neoclassico: a piano terra si aprono due finestre con archi e il portone principale. Al primo e secondo piano si affacciano tre balconi che hanno delle mensole e ballatoi in pietra, dominati da un frontone e una ringhiera realizzata in ferro battuto.[1] Accanto al balcone centrale del secondo piano si trovano due tondi: in quello a destra c'è un'aquila, che rappresenta la città di Alcamo nel suo stemma.

La facciata si chiude con un cornicione; l'entrata presenta un portale in travertino con due lesene laterali; nell'androne c'è un soffitto a botte e le pareti presentano le incisioni di alcuni disegni realizzati nel 1962 dal pittore Gino Patti:[1] sulla destra alcune opere della città come la Chiesa di San Tommaso, il palazzo De Ballis, il Castello e il Contrasto "Rosa fresca aulentissima" di Cielo d’Alcamo, mentre a sinistra si vedono alcune case di Alcamo.

Per accedere al primo piano si attraversa un ingresso con arco e quattro colonne di marmo; sopra l'arco c'è una lapide con un'iscrizione a ricordo della proclamazione della Repubblica Italiana (1946); sul lato sinistro un'altra lapide che ricorda il plebisciti del 1860 per l'annessione al Regno d'Italia, collocata nel 1875, e una terza a destra in memoria degli alcamesi caduti nel 1860 durante i moti rivoluzionari (Giuseppe Fazio, Liborio Vallone e Francesco Casarubea).[1]

Nel 1910 (nel 50º anniversario dei moti rivoluzionari del 1860), ai lati del balcone principale del primo piano, sono state collocate due lapidi a ricordo dell’impresa dei fratelli Stefano e Giuseppe Triolo baroni di Sant'Anna: quella a sinistra ricorda la rivolta del 6 aprile, quella a destra l’eroismo dei due fratelli Triolo.[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e Roberto Calia: I Palazzi dell'aristocrazia e della borghesia alcamese; Alcamo, Carrubba, 1997
  2. ^ P.M. Rocca: di alcuni antichi edifici di Alcamo; Palermo, tip. Castellana-Di Stefano, 1905 p.63

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Roberto Calia: I Palazzi dell'aristocrazia e della borghesia alcamese; Alcamo, Carrubba, 1997
  • Carlo Cataldo: Guida storico-artistica dei beni culturali di Alcamo, Calatafimi, Castellammare del Golfo, Salemi e Vita, Sarograf-Alcamo (1982)
  • P.M. Rocca: di alcuni antichi edifici di Alcamo; Palermo, tip. Castellana-Di Stefano, 1905 p.63

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]