Coordinate: 31°40′51.96″N 110°52′40.8″W

Osservatorio Whipple

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Osservatorio Fred L. Whipple
L'ingresso all'osservatorio posto alle pendici del monte Hopkins. Un altro ingresso è in cima al monte
OrganizzazioneSmithsonian Astrophysical Observatory
CodiceG91
StatoStati Uniti (bandiera) Stati Uniti
LocalitàMonte Hopkins, Amado, Arizona
Coordinate31°40′51.96″N 110°52′40.8″W
Altitudine2 606 m s.l.m.
ClimaClima desertico
Fondazione1968
Sitolinmax.sao.arizona.edu/help/FLWO/whipple.html
Mappa di localizzazione
Mappa di localizzazione: Stati Uniti d'America
Osservatorio Fred L. Whipple
Osservatorio Fred L. Whipple

L'osservatorio Fred Lawrence Whipple è costituito da un insieme di strutture per l'osservazione astronomica di proprietà e gestito dallo Smithsonian Astrophysical Observatory (SAO) ed è la maggiore struttura di ricerca astronomica al di fuori della sede dell'istituto che è situato a Cambridge, in Massachusetts. L'osservatorio si trova vicino ad Amado, un census-designated place (l'equivalente delle frazioni italiane) nella contea di Santa Cruz, in Arizona, collocato sulla cima del Monte Hopkins.[1]

Le attività di ricerca includono l'imaging e la spettroscopia di corpi stellari, extragalattici, sistema solare e sistemi planetari, studio dei raggi cosmici e astronomia delle alte energie (raggi gamma).[2]

Precedentemente noto come "The Mount Hopkins Observatory", l'osservatorio fu intitolato alla fine del 1981 all'astronomo americano Fred Lawrence Whipple, esperto planetario, pioniere delle scienze spaziali e direttore emerito del SAO, sotto la cui direzione fu avviata la struttura osservativa di monte Hopkins.

Nei primi anni '60 l'astronomo Fred L. Whipple, direttore dello Smithsonian Astrophysical Observatory (SAO), congiuntamente con il Harvard College Observatory, volle istituire un osservatorio professionale che avesse sede lontana dai rispettivi istituti e che soddisfacesse le necessità di una stazione osservativa di qualità (strutture logistiche dedicate, alta quota, clima ottimale, scarso inquinamento luminoso). La scelta, tra Yuma, Flagstaff ed altre aree dislocate in Arizona, cadde sull'area di Tucson, grazie alle sue alte cime ed un cielo prevalentemente sereno. Inoltre, la recente fondazione a Tucson del National Optical Astronomy Observatory (NOAO) avrebbe potuto produrre proficue collaborazioni. In aggiunta, nel 1964 la NASA avviò un programma di monitoraggio dei satelliti artificiali equipaggiati con catadiottri che utilizzavano sistemi laser.[3] L'intento fu valutato come un'opportunità per collocare la stazione di monitoraggio dello Smithsonian, in origine prevista a White Sands, New Mexico presso un sito ad alta quota che sarebbe così divenuto il primo sito dell'osservatorio, citando le parole di Whipple, con "il più potente telescopio che si potesse promuovere"[4]. Si optò così per il monte Hopkins, con la stazione di tracciamento satellitare NASA ad una quota di 2600 metri preservando la cima a quota 2800 per un prossimo futuro osservatorio astronomico.

I lavori di costruzione dell'osservatorio, finanziati dallo Smithsonian, iniziarono nel 1966 con la costruzione della strada di accesso al complesso posto in cima al monte. Due anni dopo fu assemblato Il telescopio Whipple da 10 metri di tipo IACT (Imaging Atmospheric Cherenkov Technique), per la rilevazione di raggi gamma ad alta energia (VHE, Very-high-energy gamma ray),[5] i cui studi pionieristici nell'astronomia dei raggi gamma svolti nei primi anni '80 contribuirono allo sviluppo delle reti Cherenkov. Il Whipple da 10 metri è stato decommissionato nel 2011 dopo quarant'anni di ricerche proficue ed ottimi risultati quali la scoperta della prima sorgente di raggi gamma ad alta energia (Tev) nella nebulosa Granchio, nel 1989.[6][7]

Osservatori, telescopi e strumentazione

[modifica | modifica wikitesto]
il MMT nel 1981, prima di essere convertito a specchio singolo

Le strutture osservative sono dislocate sul monte Hopkins a tre diverse quote:

Sulla vetta del monte, a 2610 metri, ha sede l'osservatorio MMT (Multiple Mirror Telescope), un telescopio ottico in origine costituito da 6 specchi ciascuno da 1,8 metri di diametro. Nei primi anni 2000 il telescopio è stato dotato di uno specchio secondario adattivo deformabile elettromagneticamente grazie ad opportuni attuatori[8] controllati tramite computer.[9]

Sulla dorsale del monte[10] a 2340 metri:

  • The Tillinghast: Un telescopio ottico riflettore da 1,5 metri con rapporto focale f 9.6. Dotato di montatura equatoriale tedesca, viene utilizzato prevalentemente per osservazioni spettroscopiche, avendo un'ampiezza visuale limitata ed un alto rapporto focale. Il particolare design del telescopio consente di essere dotato di strumentazioni aggiuntive di considerevoli dimensioni quali i due spettrografi ad esso collegati:
    • FAST (FAST Spectrograph for the Tillinghast Telescope)[11]
    • TRES (Tillinghast Reflector Echelle Spectrograph)[12]
Telescopio della rete del progetto Minerva
Telescopio da 70 cm della rete del progetto Minerva
I 4 telescopi VERITAS da 12 metri

A media altezza (1270 metri), dove ha anche sede l'area visitatori:

A valle: nel periodo invernale, a Green Valley, presso un auditorium ricreativo, annualmente viene proposta al pubblico una serie di letture[20] pubbliche a fini divulgativi.[21]

  1. ^ (EN) FLW observatory: The Early Years: 1966-1972 (PDF), su linmax.sao.arizona.edu. URL consultato il 29 gennaio 2019 (archiviato dall'url originale il 9 febbraio 2019).
  2. ^ (EN) CfA Research, su cfa.harvard.edu. URL consultato il 29 gennaio 2019.
  3. ^ (EN) Evolution of optical satellite tracking (PDF), su cddis.nasa.gov. URL consultato il 31 gennaio 2019.
  4. ^ (EN) The Story of the Observatory, su mmto.org. URL consultato il 31 gennaio 2019 (archiviato dall'url originale il 9 febbraio 2019).
  5. ^ a b (EN) Whipple 10m Telescope and Blazar Lightcurves, su veritas.sao.arizona.edu. URL consultato il 29 gennaio 2019 (archiviato dall'url originale il 9 febbraio 2019).
  6. ^ (EN) Anna O'Faolain de Bhroithe, The search for short-term flares in extended VHE Crab Nebula observations with the Whipple 10m telescope (PDF), in ArXiv, 27 agosto 2015.
  7. ^ Weekes, T. C et al., Observation of TeV gamma rays from the Crab nebula using the atmospheric Cerenkov imaging technique, in Astrophysical Journal - 1, vol. 342, 1º luglio 1989, pp. 379-395, Bibcode:1989ApJ...342..379W, DOI:10.1086/167599.
  8. ^ Controllo dei telescopi (PDF), su oacn.inaf.it. URL consultato l'8 febbraio 2019 (archiviato dall'url originale il 9 febbraio 2019).
  9. ^ (EN) Astronomers Get Ultrasharp Images With Large Telescope in Arizona, su uanews.arizona.edu, 3 marzo 2003.
  10. ^ (EN) (SAO); Fred L. Whipple Observatory (FLWO): FLWO Ridge Telescopes (PDF), su sao.arizona.edu. URL consultato il 3 febbraio 2019.
  11. ^ Peter C Cheimets et al., The FAST Spectrograph for the Tillinghast Telescope, in PASP, vol. 110, febbraio 1998, pp. 79-85, DOI:10.1086/316111.
  12. ^ (EN) TILLINGHAST REFLECTOR ECHELLE SPECTROGRAPH (TRES), su harvard.edu. URL consultato il 3 febbraio 2019.
  13. ^ (EN) The HATNet Exoplanet Survey, su hatnet.org. URL consultato il 7 febbraio 2019.
  14. ^ (EN) Searching for Habitable Exoplanets around Nearby Small Stars, su cfa.harvard.edu. URL consultato il 7 febbraio 2019.
  15. ^ (EN) A dedicated exoplanet observatory, su cfa.harvard.edu. URL consultato il 7 febbraio 2019.
  16. ^ (EN) VERITAS: Very Energetic Radiation Imaging Telescope Array System, su veritas.sao.arizona.edu. URL consultato il 7 febbraio 2019.
  17. ^ Inaugurato il prototipo di telescopio pSct, su media.inaf, 18 gennaio 2019.
  18. ^ (EN) UCLA (a cura di), Prototype Schwarzschild-Couder Telescope construction at the Fred Lawrence Whipple Observatory, Arizona, su ucla.edu. URL consultato il 17 febbraio 2019.
  19. ^ Prototype Schwarzschild-Couder Telescope, il telescopio dal cuore made in Italy, su globalscience.it, 16 dicembre 2020. URL consultato il dicembre 2020.
  20. ^ lecture.
  21. ^ (EN) Smithsonian Lectures on Astronomy, 2018 (PDF), su sao.arizona.edu. URL consultato il 30 gennaio 2019.

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
Controllo di autoritàVIAF (EN130003535 · ISNI (EN0000 0001 2217 5854 · LCCN (ENn79114606
  Portale Astronomia: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di astronomia e astrofisica