Olivuccio di Ciccarello

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Olivuccio di Ciccarello (Camerino, ... – Ancona, 1439) è stato un pittore italiano. Operante dal 1388 al 1439, fu il precursore della pittura marchigiana del XV secolo, nonché la figura principale della scuola di pittura di Ancona, che fiorì tra Trecento e Quattrocento[1][2].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Incoronazione della Vergine, Pinacoteca Podesti, Ancona.
Seppellire i morti (Pinacoteca Vaticana).
Dare conforto ai carcerati (Pinacoteca Vaticana).
Dare da bere agli assetati (Pinacoteca Vaticana).
Dare da mangiare agli affamati (Pinacoteca Vaticana).
Vestire gli ignudi (Pinacoteca Vaticana).
Dare conforto agli ammalati (Pinacoteca Vaticana).

Di Olivuccio, sino al 2002, non si conosceva nessuna opera, ma erano noti il suo nome e l'importanza, dedotta dal fatto che il duca di Milano Filippo Maria Visconti gli aveva commissionato nel 1429 la decorazione ad affresco (con tema Adorazione dei Magi) della Santa Casa di Loreto, opera oggi non più visibile perché occultata dalla decorazione marmorea disegnata dal Bramante o distrutta.

Nel 2002, però, ci fu una svolta: sul Crocifisso del 1396 conservato a Macerata Feltria, la firma dell'artefice, che fino a quel momento era stata letta Carolus[3], in seguito a un'intuizione dello storico dell'arte Matteo Mazzalupi si rivelò come Ciccarellus; l'opera venne così riportata al suo vero autore, Olivuccio. Di conseguenza, tutte le opere che erano state attribuite al pittore Carlo da Camerino, perché possedevano analogie stilistiche con il Crocifisso, unica opera firmata, furono assegnate a Olivuccio di Ciccarello. Carlo risultò essere così una figura fittizia, tanto da essere definito da Mazzalupi "il pittore inesistente"[4][5], mentre Olivuccio, pittore di cui era noto il nome, ma a cui, come già ricordato, non era attribuita neppure un'opera, ebbe finalmente riconosciuta la paternità dei propri dipinti.

Lo stesso argomento in dettaglio: Carlo da Camerino.

Olivuccio fu un esponente di primo piano della Scuola di Ancona, attiva tra XIV e XV secolo in ambito tardo-gotico; insieme a lui operarono Giambono di Corrado da Ragusa, suo figlio adottivo, e Bartolomeo di Tommaso da Foligno[1][6]. Il suo legame con la città dorica è testimoniato dal fatto che la maggior parte delle sue opere è conservata ad Ancona oppure da questa città proviene; inoltre nel documento attestante la commissione per l'affresco nella Santa Casa di Loreto, Olivuccio è chiamato Magister Alegutius Cicarelli de Ancona[7].

Il percorso artistico di Olivuccio parte dal gotico (punti di riferimento probabilmente furono le opere assisiati di Giotto, Simone Martini ed Ambrogio Lorenzetti) per poi giungere a moduli tipici del gotico internazionale[7].

Le sue opere hanno subito una dispersione davvero notevole, ed ora sono esposte nei musei di vari paesi del mondo: in Italia (ad Ancona, Macerata Feltria, Camerino, Recanati, Fermo, Urbino, Mondavio, Roma, Bergamo e Milano), in altri paesi europei (a Strasburgo, Cambridge, Stoccolma, Zagabria), nel continente americano (a Baltimora, Cleveland, Santiago del Cile).

Fu sepolto nella chiesa di San Francesco alle Scale di Ancona[7].

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Le fonti che attestano le opere elencate qui sotto, ed edite antecedentemente al 2002, parlano di Carlo da Camerino; successivamente a tale data, parlano di Olivuccio di Ciccarello. Per i motivi esposti sopra, i due nomi si riconducono entrambi ad Olivuccio.

Nella Città del Vaticano
  • Opere di Misericordia, tempera su tavola, (1410-1420), Pinacoteca Vaticana, da Ancona, chiesa della Misericordia[8][9]
    • Dar da mangiare agli affamati
    • Dar da bere agli assetati
    • Visitare gli infermi
    • Vestire gli ignudi
    • Visitare i carcerati
    • Seppellire i morti
  • Madonna col Bambino venerata da un confratello bianco, (1410-1420), Pinacoteca Vaticana, da Ancona, chiesa della Misericordia[8]
In paesi esteri
In Italia
  • Madonna in trono con Bambino e donatore, Bergamo, Galleria Lorenzelli[9]
  • Madonna dell'umiltà con angeli, Milano, collezione Lampugnani[9]
Nelle Marche
Opere perdute o non più visibili

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Pietro Zampetti, in Francesco Podesti, Electa editrice, Milano 1996, pagina 34
  2. ^ Andrea De Marchi e Matteo Mazzalupi, Pittori ad Ancona nel Quattrocento, Fedierico Motta editore, Milano 2008, ISBN 978-88-7179-607-9
  3. ^ Il primo a leggere la firma e a leggerla "Carolus" è Cesare Brandi. Vedi: Cesare Brandi, Pittura riminese del '300, 1935 (Catalogo della mostra tenuta a Rimini)
  4. ^ Alessandro Marchi, in Pittori a Camerino nel Quattrocento, schede da 1 a 28, Milano 2002
  5. ^ Nadia Falaschini, Su alcuni quadri del museo diocesano di Ancona e sul magister Olivierus pictor.., Quaderni della Cattedrale, edito dalla Arcidiocesi di Ancona nel 2003
  6. ^ Andrea De Marchi e Matteo Mazzalupi, Pittori ad Ancona nel Quattrocento, Federico Motta editore, Milano 2008, ISBN 978-88-7179-607-9
  7. ^ a b c d e f g Pietro Zampetti, La pittura marchigiana del Quattrocento, Milano 1969
  8. ^ a b c d A. De Marchi e M. Mazzalupi, Pittori ad Ancona nel Quattrocento, Motta editore, Milano 2008, ISBN 978-88-7179-607-9
  9. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s Pietro Zampetti, Pittura nelle Marche, Nardini editore, Firenze 1988
  10. ^ Paolo da Poggetto, Fioritura tardogotica nelle Marche, Electa editrice, 1998. Il dipinto proviene dall'Università di Strasburgo ed è nel Museo delle Belle Arti nel 1938. La tavola forse è stata tagliata lungo il margine inferiore: la zona superiore, conservatrice della cornice originale, fa presupporre la sua appartenenza ad un polittico. Il primo ad accorgersi che questa bellissima tempera era opera di Carlo da Camerino fu Laclotte nel 1964
  11. ^ Fa parte della stessa serie delle Opere di Misericordia del Vaticano
  12. ^ Già in collezione privata a Filadelfia (Zampetti, Pittura nelle Marche), già nella collezione di Giovanni Sarti (Andrea De Marchi e Matteo Mazzalupi, Pittori ad Ancona nel Quattrocento, Motta editore, Milano 2008, ISBN 978-88-7179-607-9)
  13. ^ Secondo lo Zampetti (Pittura nelle Marche, op. citata), quest'opera e la precedente dallo stesso titolo sono forse gli sportelli laterali della Dormitio virginis di Ancona; è stata la terza opera a lui assegnata ed era precedentemente attribuita alla "Scuola di Ancona"
  14. ^ L'attribuzione a Carlo da Camerino, e conseguentemente ad Olivuccio di Ciccarello, risulta dal sito ufficiale del museo d'arte di Cincinnati: Copia archiviata, su taftmuseum.org. URL consultato il 19 febbraio 2012 (archiviato dall'url originale il 13 febbraio 2012).
  15. ^ a b c d Nadia Falaschini, Su alcuni quadri del Museo Diocesano..., Quaderni della Cattedrale n° 1, Ancona 2003
  16. ^ In: Nadia Falaschini, Su alcuni quadri del Museo Diocesano..., il dipinto è indicato con il nome di Beato Filippo da Fermo davanti al Crocifisso
  17. ^ Originariamente la tavola si trovava a S. Maria della Misericordia, poi fu spostata al Duomo nel 1854
Trittico attribuito a Carlo da Camerino (e quindi ad Olivuccio), al Museo Taft di Cincinnati, negli Stati Uniti

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Andrea De Marchi e Matteo Mazzalupi, a cura di, Pittori ad Ancona nel Quattrocento, Federico Motta Editore, Milano 2008
  • Alessandro Marchi in Andrea De Marchi, a cura di, Pittori a Camerino nel Quattrocento, Federico Motta Editore per la Banca delle Marche, 2002
  • Andrea De Marchi e Maria Giannatiempo, a cura di, Il Quattrocento a Camerino, Luce e prospettiva nel cuore della Marca, Federico Motta Editore
  • Pietro Zampetti, Pittura nelle Marche, I volume, Nardini editore, Firenze 1988
  • Pietro Zampetti, La pittura marchigiana del Quattrocento, Milano 1969
  • Nadia Falaschini, Su alcuni quadri del Museo Diocesano..., Quaderni della Cattedrale n° 1, Ancona 2003
  • Marcello Mastrosanti "I pittori in Ancona nel 1400 -Ricerca completa- Poligrafica Bellomo Ancona 2007 (a)
  • Mauro Minardi, OLIVUCCIO di Ceccarello, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 79, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2013. URL consultato il 7 ottobre 2017. Modifica su Wikidata

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