Nedda Guidi

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Nedda Guidi (Gubbio, 22 marzo 1927Roma, 13 aprile 2015) è stata una ceramista, scultrice e pittrice italiana.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nata a Gubbio nel 1927, Nedda Guidi si è laureata in filosofia presso l'Università degli Studi di Urbino con una tesi su John Dewey.[1]

Da autodidatta ha appreso le tecniche della ceramica nelle botteghe di Gualdo Tadino.[1] A metà degli anni cinquanta si è trasferita a Roma dove ha aperto un proprio laboratorio di ceramica in via Maggi 109.[2] Negli anni cinquanta ha completato la sua formazione presso il Centro di educazione artistica del Provveditorato agli studi di Roma.[3] Nei primi anni sessanta ha realizzato i Fogli, lamine di terracotta anche di grandi dimensioni, dello spessore di pochissimi millimetri, trattate in diversi modi, ed esposti nel 1964 nella sua prima personale presso la Galleria Numero di Roma.[3] Negli anni successivi ha realizzato la serie Moduli, opere in volume con colori artificiali, basate su forme elementari.[4] Negli anni settanta ha realizzato le Tavole di campionatura in terracotta e ossidi metallici.[4]

Nel 1976 con Carla Accardi, Suzanne Santoro, Anna Maria Colucci, Stephanie Oursler e LeoNilde Carabba ha fondato la Cooperativa Beato Angelico, primo spazio romano destinato alle artiste donne.[5] Nel 1976 ha tenuto la prima antologica organizzata dalla Biennale scultura di Gubbio.[6][7]

Le sue opere sono state presentate a Maestri della ceramica moderna di Faenza (1986), alla Quinta Biennale della ceramica d'arte a Savona (1992), a Ceramisti italiani a Castellamonte (1995). Negli anni 2000 si è avvicinata alle poetiche legate all'arte povera e alla minimal art.[3] Nel 2013 il Museo della ceramica di Montelupo Fiorentino ha organizzato la mostra Omaggio a Nedda Guidi.[8]

Dopo la sua morte, avvenuta nel 2015, la XXVI Biennale scultura di Gubbio del 2016 ha organizzato la prima retrospettiva postuma nel quarantennale della prima antologica eugubina.[9] Nel 2018 la retrospettiva La Possibile Unione ha presentato le sue creazioni artistiche dai primi anni cinquanta alla fine degli anni ottanta: la prima vera esposizione incentrata sui suoi lavori pittorici.[10]

Esposizioni[modifica | modifica wikitesto]

  • Fogli, Galleria Numero, Roma, 1964
  • Quindici anni di ricerca in ceramica (1961-1976), Biennale della scultura, Gubbio, 1976
  • Nedda Guidi, Sala comunale d'arte contemporanea, Alessandria, 1978
  • Nedda Guidi, Sì ceramica, Galleria dei serpenti, Roma, 1989
  • Nedda Guidi: le terre e gli artifici, Galleria Rondanini, Roma, 1990
  • Terra plasmata, Firenze, 1994
  • Omaggio a Nedda Guidi, Museo della ceramica di Montelupo Fiorentino, 2013
  • Nedda Guidi e Rosanna Lancia, Galleria Monserrato Arte '900, Roma, 2014
  • Nedda Guidi. Gesto modulo memoria, XXVI Biennale della scultura, Gubbio, 2016
  • La Possibile Unione, Studio GIGA, Roma, 2018
  • Impronte, Associazione ManInArte, Sesto Fiorentino, 2022

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Biografia, su Archivio Nedda Guidi.
  2. ^ Guidi Nedda, su bbcc.regione.emilia-romagna.it.
  3. ^ a b c Nedda Guidi e Rosanna Lancia. Donne d'arte, su Arte.it, 2014.
  4. ^ a b Guidi Nedda, su MagazineArt.
  5. ^ Cooperativa Beato Angelico, su Herstory.
  6. ^ Vanni Bramanti, L'arte negli spazi della città (PDF), in l'Unità, 30 settembre 1976, p. 3.
  7. ^ Gubbio ’76. Biennale della ceramica 1976, su s.t. foto libreria galleria.
  8. ^ Omaggio a Nedda Guidi, su exibart, 2013.
  9. ^ L'omaggio di Gubbio a Mirella Bentivoglio e Nedda Guidi: dal 15 ottobre torna la Biennale di scultura, su TGR Media, 22 settembre 2016.
  10. ^ Nedda Guidi – La Possibile Unione, su Artribune, 2018.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Lara Cossalter, Nedda Guidi: alchimie ceramiche, in La scultura ceramica dal secondo dopoguerra, in Italia, Venezia, Università Ca' Foscari, 2016/2017, pp. 142-154.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN96357871 · ISNI (EN0000 0000 7878 9209 · SBN CFIV083848 · ULAN (EN500092499 · LCCN (ENno2002063391 · GND (DE132200627 · WorldCat Identities (ENlccn-no2002063391