Monte Carpegna
Monte Carpegna | |
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Monte Carpegna, contrafforte sud-orientale | |
Stato | Italia |
Regione | Marche Emilia-Romagna |
Provincia | Pesaro e Urbino Rimini |
Altezza | 1,415 m s.l.m. |
Prominenza | 435 m |
Isolamento | 20,13 km |
Catena | Appennini |
Coordinate | 43°48′04.32″N 12°19′13.44″E / 43.8012°N 12.3204°E |
Mappa di localizzazione | |
Il monte Carpegna è un massiccio montuoso sito nell'Appennino settentrionale, posto in senso longitudinale nordovest-sudest ai confini tra le regioni di Marche, Toscana ed Emilia-Romagna, nella zona del Montefeltro. Si trova in provincia di Pesaro e Urbino e di Rimini per la gran parte del suo territorio. Una parte del Sasso Simone è in provincia di Arezzo.
Geografia
Il massiccio del monte Carpegna comprende anche le vette di San Leo, San Marino, Villagrande, Sasso Simone e Sasso Simoncello e altri rilievi minori del Montefeltro. La cima più alta è rappresentata dall'omonimo monte e raggiunge i 1415 metri di altitudine.
Alle pendici meridionali si stende l'abitato di Carpegna (748 metri s.l.m.), mentre a est, incastrata in uno dei suoi contrafforti, si trova l'abitato di Villagrande (sede del comune di Montecopiolo). A nord si staglia il piccolo comune di Maiolo (550 metri s.l.m.) e a nord-ovest è adagiato il comune di Pennabilli. Il monte Carpegna è compreso nel territorio del Parco naturale regionale del Sasso Simone e Simoncello.
La natura geologica prevalentemente calcarea è evidenziata dal biancore delle rocce affioranti lungo i fianchi della montagna. I composti calcareo-marnosi disegnano delle trame visibili a notevoli distanze, sia nella parte sommitale del versante settentrionale e, soprattutto, in quella meridionale. È possibile scorgere la bianchissima trama calcarea della scoscesa Ripa dei Salti fin dalle coste adriatiche, soprattutto nelle giornate di cielo terso.
Flora
Un bosco lussureggiante ricopre le pendici del Monte Carpegna. Sono prevalenti i faggi, le querce, i cerri, i carpini, gli aceri, i frassini, i sorbi, gli agrifogli, vegetazione tipica dell'Appennino settentrionale. Nelle pendici meridionali è presente invece una pineta, in cui le specie prevalenti sono pino nero d'Austria e abete. Quest'ultimo è il frutto di un rimboschimento effettuato durante i primi del Novecento. Questo tipo di albero ha permesso di ripristinare l'humus di un terreno eccessivamente dilavato, che costituiva un pericolo per l'abitato di Carpegna per le possibili frane. Oggi, la vegetazione spontanea sta lentamente sostituendo la pineta.
Tra le specie erbacee, ricordiamo le più diffuse: anemoni trifogliati, fiordalisi montani, gigli rossi, gigli martagoni e numerose specie di orchidee.
Fauna
La fauna è composta da rapaci notturni e diurni come la civetta, il barbagianni, il gufo reale, l'allocco, la poiana, il gheppio, il falco pellegrino e l'aquila. Tra i mammiferi è possibile incontrare volpi, caprioli, daini, cinghiali, tassi e istrici.
Sport
- Stagione invernale
Sulla vetta del monte Carpegna si trovano moderni impianti sportivi per attività invernali, sci e snowboard. Nell'estate del 2007 è stata inaugurata una nuova seggiovia a tre posti per rendere più veloce e comodo il trasporto degli sciatori diretti alle piste da discesa. Si segnala anche la presenza di un impianto di innevamento artificiale permanente. Dalla base delle piste è possibile visitare l'antico Eremo della Beata Vergine del Faggio.
- Stagione primaverile ed estiva
Nelle altre stagioni è possibile praticare trekking lungo i numerosi sentieri, curati e segnalati dalla Guardia forestale.
Un gruppo di giovani carpegnoli organizza dei voli in parapendio, prevalentemente in estate. La base di partenza è il dirupo del Trabocchino, a metà strada tra la cima del monte e la base degli impianti di risalita.
I sentieri e le stradine di montagna rappresentano percorsi ideali per podisti ben allenati, ma anche per gli amanti della bici da cross. La salita al Cippo della Carpegna è stata resa celebre dall'indimenticato Marco Pantani, che era solito scalare questa ripida salita durante i suoi allenamenti: il campione sosteneva infatti che fosse più utile delle grandi salite alpine, come il Mortirolo o l'Alpe d'Huez, per preparare le grandi corse a tappe.