Melanocharis
Melanocharis Sclater, 1858 è un genere di uccelli passeriformi della famiglia Melanocharitidae[1].
Etimologia
[modifica | modifica wikitesto]Il nome scientifico del genere, Melanocharis, deriva dall'unione delle parole greche μελανος (melanos, "nero") e χαρις (kharis, "grazia"), col significato di "grazioso e di colore nero", in riferimento alla livrea di parte delle specie: generalmente le specie ascritte al genere vengono conosciute col nome comune collettivo di beccabacche.
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Al genere vengono ascritti uccelli di piccole dimensioni (11–14 cm), dall'aspetto paffuto e massiccio, muniti di testa allungata, becco sottile e di media lunghezza, forti zampe e coda di media lunghezza, più lunga in alcune specie (come il beccabacche coda a ventaglio, che ad essa deve il nome comune, ed il beccabacche pettolimone, che ad essa deve il nome scientifico).
Il piumaggio è piuttosto sobrio, di colore bruno-nerastro dorsalmente (talvolta con riflessi metallici) e più chiaro su gola ed area ventrale: fa eccezione il beccabacche striato, nel quale anche l'area dorsale tende al verde oliva. In quest'ultima specie, oltre che nel beccabacche coda a ventaglio, è presente (caso unico fra gli uccelli canori) dimorfismo sessuale "inverso", poiché sono le femmine ad essere mediamente più grandi e robuste rispetto ai maschi[2].
Biologia
[modifica | modifica wikitesto]Si tratta di uccelli molto vivaci, dalle abitudini diurne, che vivono da soli o in coppie, talvolta associandosi a stormi misti: sono abitatori del sottobosco e degli alberi di media altezza, sebbene raramente si sentano i loro richiami fischianti anche dalla canopia.
La dieta delle specie ascritte al genere si compone (come del resto intuibile dal loro nome comune di "beccabacche") di bacche e piccoli frutti maturi, pur constando di una componente insettivora la cui percentuale non è ancora stata appurata.
I beccabacche sono uccelli monogami che sembrano riprodursi durante tutto l'arco dell'anno. La nidificazione è stata osservata molto raramente e in una sola specie (il beccabacche nero): la femmina si occupa da sola della costruzione del nido (a forma di coppa, costruito con fibre vegetali, soprattutto felci, sulla biforcazione del ramo terminale di un albero, e tenuto insieme con ragnatela e licheni), e cova le uova (solitamente uno-due) da sola, mentre i pulli vengono accuditi da ambedue i partner.
Distribuzione
[modifica | modifica wikitesto]Il genere è endemico della Nuova Guinea ed alle isole circonvicine (col beccabacche nero che abita anche le isole Aru): i beccabacche sono abitatori delle aree quasi inaccessibili di foresta pluviale montana e foresta nebulosa, con l'eccezione del già citato beccabacche nero, che invece popola le aree pianeggianti e pedemontane.
Tassonomia
[modifica | modifica wikitesto]Al genere vengono ascritte cinque specie[1]:
Genere Melanocharis
- Melanocharis arfakiana (Finsch, 1900) - beccabacche oscuro
- Melanocharis nigra (Lesson, 1830) - beccabacche nero
- Melanocharis longicauda Salvadori, 1876 - beccabacche pettolimone
- Melanocharis versteri (Finsch, 1876) - beccabacche coda a ventaglio
- Melanocharis striativentris Salvadori, 1894 - beccabacche striato
Per lungo tempo, il genere è stato classificato fra i Dicaeidae: le analisi del DNA molecolare effettuate negli anni '90, tuttavia, ne evidenziarono un'inaspettata affinità molto stretta coi beccolungo dei generi Toxorhamphus e Oedistoma (anzi Oedistoma risulterebbe più affine a Melanocharis che a Toxorhamphus[3]), coi quali (assieme al beccabacche maculato, talvolta ascritto anch'esso a Melanocharis[1]) costituiscono una famiglia a sé stante, i Melanocharitidae[1][4].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d (EN) F. Gill e D. Donsker (a cura di), Family Melanocharitidae, in IOC World Bird Names (ver 9.2), International Ornithologists’ Union, 2019. URL consultato il 6 maggio 2014.
- ^ Amadon, D., The Significance of Sexual Differences in Size among Birds, in Proceedings of the American Philosophical Society, vol. 103, n. 4, 1959, p. 531–536, JSTOR 985554.
- ^ Christidis, L.; Schodde, R.; Robinson, N. A., Affinities of the Aberrant Australo-Papuan Honeyeaters, Toxorhamphus, Oedistoma, Timeliopsis and Epthianura - Protein Evidence, in Australian Journal of Zoology, vol. 41, n. 5, 1993, p. 423–432, DOI:10.1071/ZO9930423.
- ^ Boyd J.H., Melanocharitidae, in Taxonomy in Flux Version 2.55. URL consultato il 15 gennaio 2018 (archiviato dall'url originale il 28 dicembre 2010).
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Melanocharis
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