Marie Amachoukeli

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Marie Amachoukeli al Festival du film de Cabourg nel 2014

Marie Amachoukeli (Parigi, 16 luglio 1979) è una regista e sceneggiatrice francese.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Figlia dello scultore e orafo franco-georgiano Goudji (all'anagrafe Guy Georges Amachoukeli), sorella dell'editore Stéphane Barsacq e nipote del drammaturgo André Barsacq, Marie Amachoukeli ha studiato alla scuola di cinema La Fémis.[1]

Co-scrive con Claire Burger il cortometraggio Forbach, premiato al Festival international du court métrage de Clermont-Ferrand, poi ha co-diretto con lei C'est gratuit pour les filles, selezionato alla Settimana della Critica del Festival di Cannes e César come miglior cortometraggio, e successivamente Demolition Party.[2]

Nel 2014, assieme a Claire Burger e Samuel Theis dirige il lungometraggio Party Girl, per il quale vincono il premio Caméra d'Or (assegnato alla miglior opera prima) durante la 67ª edizione del Festival di Cannes,[3] e numerosi premi internazionali.

Nel 2017 collabora con Vladimir Mavounia Kouka per I Want Pluto to Be a Planet Again, un cartone animato in bianco e nero nominato l'anno seguente nella categoria miglior cortometraggio d'animazione durante la 43ª edizione dei Premi César.[4]

In qualità di sceneggiatrice, collabora con Franco Lolli, Clément Cogitore, Guillaume Gouix, Cyprien Vial e Julia Ducournau.

Nel 2018 fa parte della giuria, presieduta da Ursula Meier, che assegna il premio Caméra d'or durante la 71ª edizione del Festival di Cannes.[5] Il lungometraggio premiato è stato Girl di Lukas Dhont.[6]

Fa parte del collettivo 50/50 che mira a promuovere l'uguaglianza tra donne e uomini e la diversità nel cinema e nell'audiovisivo.[7]

Nel 2020, l'Institut national de l'audiovisuel dà carta bianca a lei, Zabou Breitman e Michel Hazanavicius per creare un nuovo formato corto attorno agli archivi.[8]

Filmografia[modifica | modifica wikitesto]

Regista e sceneggiatrice[modifica | modifica wikitesto]

  • L'arbre d'Hugo (2007) – co-diretto con Yoann de Montgrand
  • C'est gratuit pour les filles (2010) – co-diretto e co-scritto con Claire Burger
  • Demolition Party (2013) – co-diretto e co-scritto con Claire Burger
  • Party Girl (2014) – co-diretto e co-scritto con Claire Burger e Samuel Theis
  • I Want Pluto to Be a Planet Again (2017) – co-diretto e co-scritto con Vladimir Mavounia-Kouka
  • Hypno (2023)
  • L'estate di Cléo (Àma Gloria) (2023)

Sceneggiatrice[modifica | modifica wikitesto]

  • Forbach, regia di Claire Burger (2009) – co-scritto con Claire Burger e Samuel Theis
  • Une mère incroyable, regia di Franco Lolli (2019) – co-scritto con Virginie Legeay e Franco Lolli

Scenografa[modifica | modifica wikitesto]

  • Bébé tigre, regia di Cyprien Vial (2014)
  • Les Fauves, regia di Vincent Mariette (2018)
  • Une mère incroyable, regia di Franco Lolli (2019)

Attrice[modifica | modifica wikitesto]

  • Kings, regia di Katia Lewkowicz (2019)

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (FR) MARIE AMACHOUKELI – Réalisatrice / scénariste, su femis.fr. URL consultato il 26 marzo 2024.
  2. ^ (FR) The French Film maker Claire Burger in the National Jury 2015., su clermont-filmfest.org, 5 dicembre 2014. URL consultato il 26 marzo 2024.
  3. ^ (FREN) PARTY GIRL, su festival-cannes.com. URL consultato il 26 marzo 2024.
  4. ^ (FREN) I want pluto to be a planet again, su academie-cinema.org. URL consultato il 26 marzo 2024.
  5. ^ (FREN) Le Jury de la Caméra d’or 2018, su festival-cannes.com, 7 maggio 2018. URL consultato il 26 marzo 2024.
  6. ^ (FREN) Tout le Palmarès du 71e Festival de Cannes, su festival-cannes.com, 19 maggio 2018. URL consultato il 26 marzo 2024.
  7. ^ (FREN) They wear the 50/50 pin, su collectif5050.com. URL consultato il 26 marzo 2024.
  8. ^ (FR) L’institut français de l’audiovisuel veut valoriser ses archives, su swissinfo.ch, 12 marzo 2020. URL consultato il 26 marzo 2024.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]