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André Barsacq

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André Barsacq

André Barsacq (Feodosia, 5 febbraio 1909Parigi, 3 febbraio 1973) è stato un regista, scenografo e direttore teatrale francese, nato in Ucraina.

Jacques Copeau e André Barsacq
Manifesto dell'Antigone

André Barsacq studiò alla Scuola di Arti Decorative di Parigi tra il 1924 e il 1926;[1] esordì come scenografo disegnando le scene e i costumi per l'edizione di Volpone di Ben Jonson,[2] presentata da Charles Dullin nel 1928 al Théâtre d de l'Atelier;[1] questa collaborazione è durata fino al 1930,[3] quando Barsacq passò a lavorare anche per il Théâtre du Vieux-Colombier.[4]

Nel 1933 al Maggio Musicale Fiorentino con Jacques Copeau,[3] (Il mistero di Sant'Uliva, 1933 e Savonarola, 1935),[2] nel 1937 fondatore, con altri, della "Compagnie des Quatre Saisons",[3][5] per l'esordio di questa alla Comédie des Champs-Élysées Barsacq curò la regia e ideò scene e costumi del Re Cervo di Carlo Gozzi,[4] oltre che le rappresentazioni delle prime "commedie rosa" di Jean Anouilh,[5] con particolare successo per Le Bal des voleurs (Il ballo dei ladri).[2]

Anoulh fu uno degli autori più rappresentati nel teatro da lui diretto, insieme con Marcel Aymé e Félicien Marceau.[2] Tra le molte regie si ricordano, sempre all'Atelier, Enrico IV di Luigi Pirandello (1950),[3] che fu una delle maggiori interpretazioni di Jean Vilar e alcune commedie russe (Nikolaj Vasil'evič Gogol' e Anton Čechov).[1][2][3][5]

Nel 1937-1938, con la stessa compagnia, a New York, e nel 1940 succedette a Dullin nella direzione del Theatre de l'Atelier,[5] continuando a svolgere anche altrove la sua attività di regista, scenografo e costumista.[4]

Scenografo anche di numerosi film (tra cui Les gardiens de phares di Jean Grémillon, 1929; Il denaro di Marcel L'Herbier, 1928; Yoshiwara, il quartiere delle geishe di Max Ophüls, 1937), le sue teorie estetiche sono illustrate nel saggio Lois scéniques nella Revue théâtrale (aprile 1947) e nel noto saggio Architecture et dramaturgie (Parigi 1950), nei quali insiste, fra l'altro, sulla necessità di fondere il più possibile sala e scena e di fare in modo che tutto debba concorrere alla creazione di quel mistero che è condizione indispensabile per la realizzazione di uno spettacolo d'arte.[4]

Nel 1945 allestì la propria commedia L'Agrippa ou La folle journée.[3]

Barsacq sapeva soprattutto come creare un'atmosfera, per svelare il naturale con una profonda intuizione dell'attore.[5]

  1. ^ a b c (EN) André Barsacq, su encyclopedia2.thefreedictionary.com. URL consultato il 22 maggio 2019.
  2. ^ a b c d e André Barsacq, in le muse, II, Novara, De Agostini, 1964, p. 87.
  3. ^ a b c d e f Barsacq, André, su sapere.it. URL consultato il 22 maggio 2019.
  4. ^ a b c d André Barsacq, in Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 22 maggio 2019.
  5. ^ a b c d e (FR) André Barsacq, su universalis.fr. URL consultato il 22 maggio 2019.
  • (FR) Jean Anouilh, En marge du théâtre - Articles, préfaces, etc., La Table Ronde, 2000.
  • (FR) André Barsacq, Cinquante ans de théâtre, préface de Georges Le Rider, BNF, 1978.
  • (FR) André Barsacq 2004, Un décorateur au carrefour de la réflexion scénique du xxe siècle, préface Jean-Noël Jeanneney, BNF, 2004.
  • (FR) Jean-Louis Barsacq, Place Dancourt : la Vie, l'œuvre et l'Atelier d'André Barsacq, Gallimard, 2005.
  • (FR) Bibliothèque nationale de France, André Barsacq, un décorateur au carrefour de la réflexion scénique du XXe siècle, Parigi, Bibliothèque nationale de France, 2004.
  • (FR) Marie Françoise Christout e Noëlle Guibert, André Barsacq : cinquante ans de théâtre, Paris, Bibliothèque nationale, 1978.

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