Lucio Lucrezio Tricipitino Flavo

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Lucio Lucrezio Tricipitino Flavo
Console e tribuno consolare della Repubblica romana
Nome originaleL. Lucretius Tricipitinus Flavus
GensLucretia
Tribunato consolare391 a.C., 388 a.C., 383 a.C., 381 a.C.
Consolato393 a.C.

Lucio Lucrezio Tricipitino Flavo (Roma, ... – ...; fl. IV secolo a.C.) è stato un politico e militare romano del V secolo a.C..

Consolato[modifica | modifica wikitesto]

Trascorsi quindici anni dal 408 a.C. durante i quali furono eletti ogni anno dei tribuni consolari, nel 393 a.C. vennero rieletti dei consoli: Lucio Valerio Potito e Publio Cornelio Maluginense Cosso che tuttavia si dimisero. Allora vennero eletti i due consoli suffetti: Lucio Lucrezio Tricipitino Flavo e Servio Sulpicio Camerino[1].

A Lucio Lucrezio toccò in sorte la campagna militare contro gli Equi, che avevano occupato la colonia romana di Vitellia; i romani ebbero facilmente ragione degli Equi, e riconquistarono la colonia.

A Roma si discuteva animatamente della proposta dei tribuni della plebe, di ripopolare Veio, con plebei e senatori romani; la lotta politica fu aspra, ma alla fine la proposta di legge fu respinta per un solo voto in più di un centuria.

«Siccome i patrizi non facevano ricorso alla coercizione ma si limitavano alle suppliche infarcendole di accenni agli dèi, la maggioranza risentì dello scrupolo religioso e così la legge venne respinta per un solo voto di differenza tra le tribù che ne caldeggiavano il passaggio e quelle che invece la osteggiavano.»

Per placare le rimostranze della plebe, ancora scontenta della suddivisione del bottino ricavato dalla presa di Veio, il Senato promulgò un decreto per il quale a ciascun plebeo venivano assegnati sette iugeri della terra di Veio.

Primo tribunato consolare[modifica | modifica wikitesto]

Nel 391 a.C. fu eletto tribuno consolare con Lucio Furio Medullino, Servio Sulpicio Camerino, Lucio Emilio Mamercino, Agrippa Furio Fuso e Gaio Emilio Mamercino[2].

A Lucio Lucrezio e Gaio Emilio fu affidata la campagna contro Volsinii, e ad Agrippa Furio e Servio Sulpico quella contro i Sapienati, interrotte a causa della pestilenzia che si era abbattuta su Roma.

I Romani ebbero facilmente sopravvento dei Volsinii durante la prima e unica battaglia campale, e iniziarono a razziarne il territorio, fino a che i Volsinii non ottennero una tregua ventennale, in cambio della restituzione di quanto razziato ai romani l'anno precedente, e la paga dei soldati romani per quest'anno.

I Sapienati, avuta notizia della disfatta degli alleati, si ritirarono nelle proprie roccaforti, lasciando il proprio territorio indifeso davanti alle razzie dei romani.

Fu durante questo tribunato che Marco Furio Camillo, accusato dal tribuno della plebe Lucio Apuleio, di aver distribuito in modo ingiusto il bottino bellico conseguito dalla presa di Veio, decise di andare in esilio volontario ad Ardea.

Intanto i Galli Senoni, condotti da Brenno, cingono d'assedio Chiusi, che invia degli ambasciatori a Roma, per chiederne l'aiuto[2].

Secondo tribunato consolare[modifica | modifica wikitesto]

Nel 388 a.C. fu eletto tribuno consolare con Tito Quinzio Cincinnato Capitolino, Quinto Servilio Fidenate, Lucio Giulio Iullo, Lucio Aquilio Corvo e Servio Sulpicio Rufo[3].

I tribuni guidarono i romani in una serie di razzie nei territori degli Equi e in quelli di Tarquinia, dove presero con la forza Cortuosa e Contenebra, che furono saccheggiate[3].

Intanto a Roma i tribuni della plebe cercarono di portare la discussione sulla suddivisione dell'agro pontino, strappato ai Volsci l'anno precedente[4].

Terzo tribunato consolare[modifica | modifica wikitesto]

Nel 383 a.C. fu eletto tribuno consolare con Servio Sulpicio Rufo, Lucio Emilio Mamercino, Aulo Manlio Capitolino, Lucio Valerio Publicola e Marco Trebonio[5].

A Roma arrivarono diverse notizie di ribellioni; dai soliti Volsci, dai Prenestini, oltre che dagli abitanti di Lanuvio, cui fu dichiarata guerra, che però non poté essere condotta quell'anno, per la carestia e la peste che avevano colpito Roma[5].

Quarto tribunato consolare[modifica | modifica wikitesto]

Nel 381 a.C. fu eletto tribuno consolare con Marco Furio Camillo, Lucio Postumio Albino Regillense, Aulo Postumio Albino Regillense, Lucio Furio Medullino Fuso e Marco Fabio Ambusto[6].

A Marco Furio Camillo e Lucio Furio fu affidata la guerra contro i Volsci che avevano occupato Satrico, che condusse alla successiva dichiarazione di guerra, contro la città alleata di Tuscolo[7].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Tito Livio, Ab Urbe condita, V, 3, 29.
  2. ^ a b Tito Livio, "Ab Urbe Condita", V, 3, 32.
  3. ^ a b Tito Livio, "Ab Urbe Condita", VI, 4.
  4. ^ Tito Livio, "Ab Urbe Condita", VI, 5.
  5. ^ a b Tito Livio, "Ab Urbe Condita", VI, 2, 21.
  6. ^ Tito Livio, "Ab Urbe Condita", VI, 3, 22.
  7. ^ Tito Livio, "Ab Urbe Condita", VI, 3, 22-26.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Fasti consulares Successore
Marco Furio Camillo III, Gaio Emilio Mamercino,
Lucio Furio Medullino VI, Lucio Valerio Publicola,
Spurio Postumio Albino Regillense, Publio Cornelio Scipione II
393 a.C.
con Servio Sulpicio Camerino
(suffectus di Lucio Valerio Potito)
Lucio Valerio Potito e
Marco Manlio Capitolino
I
Lucio Valerio Potito II e
Marco Manlio Capitolino
391 a.C. con Lucio Furio Medullino VII,
Servio Sulpicio Camerino, Lucio Emilio Mamercino,
Agrippa Furio Fuso e Gaio Emilio Mamercino II
Quinto Fabio Ambusto, Quinto Sulpicio Longo,
Cesone Fabio Ambusto IV, Quinto Servilio Fidenate IV,
Numerio Fabio Ambusto e Publio Cornelio Maluginense II
II
Publio Cornelio, Lucio Valerio Publicola II,
Lucio Verginio Tricosto, Aulo Manlio Capitolino,
Lucio Emilio Mamercino II, Lucio Postumio Albino Regillense
388 a.C.
con Tito Quinzio Cincinnato Capitolino, Quinto Servilio Fidenate V,
Lucio Giulio Iullo, Lucio Aquilio Corvo, Servio Sulpicio Rufo
Lucio Papirio Cursore, Lucio Emilio Mamercino III,
Lucio Valerio Publicola III, Gneo Sergio Fidenate Cosso,
Licinio Menenio Lanato
III
Gaio Papirio Crasso, Marco Furio Camillo V,
Servio Cornelio Maluginense II, Publio Valerio Potito Publicola II,
Servio Sulpicio Rufo II, Tito Quinzio Cincinnato Capitolino II
383 a.C.
con Servio Sulpicio Rufo III
Lucio Emilio Mamercino IV, Aulo Manlio Capitolino III,
Lucio Valerio Publicola IV, Marco Trebonio
Lucio Papirio Crasso, Spurio Papirio Crasso,
Gaio Sulpicio Camerino, Servio Cornelio Maluginense III,
Quinto Servilio Fidenate, Lucio Emilio Mamercino V
IV
Gaio Sulpicio Camerino, Lucio Papirio Crasso,
Spurio Papirio Crasso, Servio Cornelio Maluginense III,
Quinto Servilio Fidenate, Lucio Emilio Mamercino V
381 a.C.
con Marco Furio Camillo VI, Lucio Postumio Albino Regillense II,
Aulo Postumio Albino Regillense, Lucio Furio Medullino Fuso, Marco Fabio Ambusto
Lucio Valerio Publicola V, Servio Cornelio Maluginense IV,
Gneo Sergio Fidenate Cosso III, Licinio Menenio Lanato II,
Publio Valerio Potito Publicola III
V