Lordino di Saligny
Lordino di Saligny | |
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Signore di La Motte-Saint-Jean e Saligny | |
Trattamento | Signore |
Altri titoli | Gran Connestabile del Regno di Napoli |
Nascita | ante 1374 |
Morte | 31 dicembre 1446 |
Dinastia | Saligny |
Padre | Jean I de Saligny |
Madre | Catherine de La Motte-Saint-Jean |
Consorte | Jeanne Braque |
Figli | Catherine |
Religione | Cattolicesimo |
Lordino di Saligny | |
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Nascita | ante 1374 |
Morte | 31 dicembre 1446 |
Dati militari | |
Paese servito | Ducato di Borgogna Regno di Napoli |
Forza armata | Mercenari |
Grado | Condottiero |
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Lordin de Saligny, italianizzato in Lordino di Saligny (ante 1374[1] – 31 dicembre 1446[2]), è stato un nobile e condottiero francese, signore di La Motte-Saint-Jean e Saligny, e gran connestabile del Regno di Napoli[3].
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Apparteneva ad un'antica famiglia dell'Alvernia, i Saligny (o Chastel-Saligny)[1]. Era il figlio di Jean I, detto Lordin o Lourdin, signore di Saligny, e di sua moglie Catherine de La Motte-Saint-Jean[4].
Ebbe il rango di cavaliere e i titoli di signore di La Motte-Saint-Jean e Saligny, oltre che un ruolo prominente (fu consigliere e ciambellano) alla corte dei duchi di Borgogna Giovanni senza Paura, presso cui cadde poi in disgrazia (fu imprigionato nel castello di Rupelmonde e successivamente perdonato), e Filippo il Buono[5]. Appartenne al loro esercito e per loro conto partecipò ad ambascerie presso i re di Francia (1418), Inghilterra (1420) e Aragona (1425), presso i duchi di Lorena e d'Austria e nel 1432 a quelle che portarono alla pace generale nella regione[5].
Scese in Italia al seguito di Giacomo II di Borbone-La Marche, principe di Taranto, duca di Calabria e conte di La Marche e Castres, in procinto di diventare re del Regno di Napoli sposando la regina Giovanna II d'Angiò-Durazzo[3]. I rapporti tra i due coniugi non furono però idilliaci[3]. Nel luglio del 1415, a Benevento, Giacomo fece arrestare il gran connestabile del Regno Muzio Attendolo Sforza, gli tolse la carica e l'assegnò a Lordino, mandandolo a conquistare per lui vari territori del reame[3]. Giunto all'Aquila nel giugno del 1416, trovò una strenua resistenza da parte del governatore della città Antonuccio Camponeschi che gli fece inoltre assediare la sua guarnigione militare[6]. Lo scontro tra le due parti subì un arresto nel mese di agosto, quando Antonuccio Camponeschi[6], Jacopo Caldora[7] e Conte da Carrara stipularono una tregua con lui[8].
I successivi sviluppi videro Lordino costretto a far ritorno in Francia al seguito di Giacomo, non prima di aver restituito la carica di gran connestabile a Muzio nel febbraio del 1417[3]. Fu cavaliere d'onore di Isabella di Portogallo in occasione del suo matrimonio con Filippo il Buono[2]. Quest'ultimo nel 1425 eresse per lui in baronia la castellania di La Motte-Saint-Jean e nel 1426 gli concesse il godimento a vita della terra di Sanvignes[2].
Lordino di Saligny morì vent'anni dopo, nel 1446[2]. Aveva sposato Jeanne Braque, dama di Châtillon-sur-Loing e di Rocey, dalla quale aveva avuto una figlia, Catherine, andata in sposa a Guillaume de Coligny, signore d'Andelot[9].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b D'Arbaumont (1885), p. 7.
- ^ a b c d D'Arbaumont (1885), p. 9.
- ^ a b c d e Tutini (1666), p. 130.
- ^ D'Arbaumont (1885), p. 8.
- ^ a b D'Arbaumont (1885), pp. 8-9.
- ^ a b Antonuccio Camponeschi, su condottieridiventura.it.
- ^ Jacopo Caldora, su condottieridiventura.it.
- ^ Conte da Carrara, su condottieridiventura.it.
- ^ D'Arbaumont (1885), p. 10.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (FR) Jules d'Arbaumont, Note sur un sceau de justice de l'ancienne châtellenie de La Motte-Saint-Jean, Dijon, Eugène Jobard, 1885, ISBN non esistente.
- Camillo Tutini, Discorsi de' Sette Officii overo de' Sette Grandi del Regno di Napoli, vol. 1, Roma, Giacomo Dragondelli, 1666, ISBN non esistente.
Voci correlate
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