Lelio Falconieri

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Lelio Falconieri
cardinale di Santa Romana Chiesa
Monumento funebre del cardinale Falconieri, opera di Ercole Ferrata su disegno di Francesco Borromini, nella Basilica di San Giovanni Battista dei Fiorentini a Roma
 
Incarichi ricoperti
 
Nato1585 a Firenze
Ordinato presbiteroin data sconosciuta
Nominato arcivescovo4 dicembre 1634 da papa Urbano VIII
Consacrato arcivescovo10 dicembre 1634 dal cardinale Giulio Cesare Sacchetti
Creato cardinale13 luglio 1643 da papa Urbano VIII
Deceduto14 dicembre 1648 a Viterbo
 

Lelio Falconieri (Firenze, 1585Viterbo, 14 dicembre 1648) è stato un cardinale e arcivescovo cattolico italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque nel 1585, decimo dei tredici figli del banchiere fiorentino Paolo Falconieri e della sua seconda moglie, Maddalena degli Albizzi. Era fratello minore di Orazio Falconieri, banchiere e marchese della nobiltà romana.

Compì i propri studi all'Università di Perugia dove ottenne la laurea utroque iure, portandosi poi a Roma per divenire avvocato di curia. Papa Paolo V lo nominò protonotario apostolico e dal 1619 venne nominato governatore di San Severino. Referendario dei tribunali della signatura apostolica di grazia e giustizia, divenne governatore di Spoleto nel 1621 e quindi vice governatore di Benevento per breve tempo, prima di essere nominato governatore di Campagna e Marittima dal 5 ottobre 1622.

Il 4 dicembre 1634 venne eletto arcivescovo titolare di Tebe ed il 10 dicembre di quello stesso anno ottenne l'ordinazione episcopale nella basilica di San Giovanni dei Fiorentini a Roma per mano del cognato, Giulio Cesare Sacchetti, assistito da Nicola Sacchetti, vescovo di Volterra, e da Ludovico Serristori, vescovo di Cortona. Nunzio apostolico nelle Fiandre dal 1635 al 1637, fece ritorno a Roma a causa di una pesante malattia dalla quale fu colpito. Nel 1642 venne nominato segretario della Sacra Congregazione per i Vescovi ed i Regolari.

Durante il pontificato di papa Urbano VIII, venne nominato relatore della sacra consulta e commissario generale per l'Umbria e la Romagna; fu lo stesso pontefice ad elevarlo al rango di cardinale nel concistoro del 13 luglio 1643. Il 31 agosto di quello stesso anno ottenne il titolo di cardinale presbitero di Santa Maria del Popolo. Prese parte al conclave che nel 1644 elesse papa Innocenzo X. Legato pontificio a Bologna, si ammalò nuovamente a Firenze e decise quindi di rientrare a Roma.

Morì il 14 dicembre 1648 a Viterbo, mentre era in viaggio per portarsi a Roma. La sua salma venne quindi trasferita a Roma e sepolta nella cappella di famiglia presso la basilica di San Giovanni dei Fiorentini

Genealogia episcopale[modifica | modifica wikitesto]

La genealogia episcopale è:

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Arcivescovo titolare di Tebe Successore
Giuseppe Acquaviva 4 dicembre 1634 - 13 luglio 1643 Annibale Bentivoglio
Predecessore Nunzio apostolico nelle Fiandre Successore
Fabio de Lagonissa 4 agosto 1635 - 1º gennaio 1637 Richard Pauli-Stravius
Predecessore Segretario della Congregazione dei Vescovi e Regolari Successore
Antonio Tornielli 1º gennaio 1639 - 1º gennaio 1642 Cesare Facchinetti
Predecessore Cardinale presbitero di Santa Maria del Popolo Successore
Lelio Biscia 31 agosto 1643 - 14 dicembre 1648 Mario Theodoli
Predecessore Legato apostolico di Bologna Successore
Antonio Barberini 23 luglio 1644 - 14 dicembre 1648 Fabrizio Savelli
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