La jetée

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La jetée
Il fotogramma in cui l'anonimo protagonista mostra alla donna a cui egli fa visita nel passato, il punto/tempo da cui proviene raffigurato nella sezione del tronco dell'albero (esattamente come faceva James Stewart a Kim Novak ne La donna che visse due volte di Alfred Hitchcock)
Titolo originaleLa jetée
Lingua originalefrancese
Paese di produzioneFrancia
Anno1962
Durata28 min
Dati tecniciB/N
rapporto: 1,66:1
Generefantascienza
RegiaChris Marker
SoggettoChris Marker
SceneggiaturaChris Marker
ProduttoreAnatole Dauman
Casa di produzioneArgos Film
FotografiaChris Marker, Jean Chiabaut
MontaggioJean Ravel
MusicheTrevor Duncan
Interpreti e personaggi

La jetée è un cortometraggio di fantascienza del 1962 diretto da Chris Marker. Ambientato in un'epoca futura distopica, venne realizzato attraverso il montaggio di una serie di fotografie (tranne una breve sequenza filmata di pochi secondi[1]) accompagnate da una voce narrante fuori campo che racconta l'intera storia (l'autore lo definì "un photo-roman", un fotoromanzo o un "fotoracconto").[2][3][4][1][5][6][7][8]

Viene unanimemente ritenuto una delle opere più influenti della Nouvelle Vague oltre che un capolavoro del cinema mondiale per la sua capacità innovativa e sperimentale e la sua influenza culturale.[4][6][8][1][7][9] È al 50º posto della classifica The Top 50 Greatest Films of All Time del British Film Institute[10] e ha direttamente ispirato il film L'esercito delle 12 scimmie (1995) di Terry Gilliam.[6][11][7]

Trama[modifica | modifica wikitesto]

(FR)

«Ceci est l’histoire d’un homme marqué par une image d’enfance»

(IT)

«Quella che state per vedere è la storia di un uomo segnato da un’immagine d’infanzia»

Un bambino con i suoi genitori si trova a Parigi, al molo d'imbarco dell'aeroporto di Orly (la parola jetée, in francese, indica il molo d'imbarco) assiste alla morte di un uomo che viene assassinato vicino a una donna; questa scena si imprimerà nella sua memoria.

Passa qualche tempo e dopo una catastrofe nucleare, la superficie di Parigi è inabitabile per la radioattività e la popolazione si è rifugiata nei sotterranei della città ed è impossibilitata a procurarsi il cibo. I tedeschi, vincitori del conflitto, comprendono che l'umanità può risorgere soltanto chiedendo aiuto nel passato e nel futuro, e pertanto provano a realizzare un sistema per viaggiare nel tempo, iniziando una sperimentazione con cavie umane francesi.

Il bambino di cui si parla all'inizio del film è ora un adulto e prigioniero dei tedeschi; viene scelto per partecipare alla sperimentazione e, proprio per la forza del ricordo che ha del molo e della donna, è l'unico che riesce a tornare nel passato; dopo diversi giorni di sperimentazione, egli incontra la donna del molo. Via via che la sperimentazione prosegue, gli scienziati sono sempre più in grado di far interagire l'uomo con la realtà passata. A un certo punto l'esperimento viene interrotto in quanto si è ora in grado di viaggiare nel tempo; spedito nel futuro, l'uomo chiede aiuto ai posteri che gli forniscono una fonte di energia che egli riporta con sé quando ritorna nel suo tempo; ora lui, divenuto inutile per i suoi carcerieri, è in attesa della sua esecuzione, ma gli esseri umani del futuro lo salvano e gli propongono di tornare con loro nel futuro; egli però gli chiede di poter tornare nel passato per incontrare la donna del suo ricordo; viene accontentato e quindi inviato sulla terrazza dell'aeroporto di Orly dove rivede la donna del suo ricordo; qui le corre incontro, ma viene raggiunto da uno dei suoi carcerieri che lo uccide nella terrazza sotto gli occhi terrorizzati di un bimbo che la voce narrante spiega essere lui stesso da bambino.

Accoglienza[modifica | modifica wikitesto]

«Questo film strano e poetico, un misto di fantascienza, favola psicologica e fotomontaggio, crea nei suoi modi peculiari una serie di immagini bizzarre dei paesaggi interiori del tempo»

Analogie con L'esercito delle 12 scimmie[modifica | modifica wikitesto]

La jetée ha ispirato il film L'esercito delle 12 scimmie di Terry Gilliam, del 1995. I seguenti elementi del corto di Marker si possono ritrovare nel film di Gilliam:

  1. i sotterranei ove il prigioniero viene costretto a viaggiare nel tempo;
  2. la scena all'aeroporto (ne La jetée c'è il ricordo dell'uomo e della sparatoria, ma ne Le 12 scimmie è molto più elaborato);
  3. i segni sui muri (nessun riferimento a bande sovversive però);
  4. una scena al museo degli animali imbalsamati (Gilliam popolerà di animali il mondo futuro);
  5. il mondo post catastrofe.

La scena dell'albero, tratta da La donna che visse due volte (Vertigo) e che si vede ne L'esercito delle 12 scimmie, era già stata omaggiata ne La jetée.

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Martina Polastri, Annegare nelle onde del tempo - La jetée di Chris Marker, su Birdmen Magazine, 16 febbraio 2022. URL consultato il 27 luglio 2023.
  2. ^ La Jetée | Il Cinema Ritrovato Festival, su festival.ilcinemaritrovato.it. URL consultato il 27 luglio 2023.
  3. ^ "La Jetée": in 28 minuti la vertigine della memoria, su la Repubblica, 26 febbraio 2021. URL consultato il 27 luglio 2023.
  4. ^ a b About the Author Collaboratori 1977, Il viaggio temporale de “La Jetée” tematizza la dissoluzione di ogni punto fermo nell’era moderna, su 1977, 24 luglio 2020. URL consultato il 27 luglio 2023.
  5. ^ LA JETÉE, su Spietati - Recensioni e Novità sui Film, 17 febbraio 2022. URL consultato il 27 luglio 2023.
  6. ^ a b c Scheda film, su Torino Film Fest. URL consultato il 27 luglio 2023.
  7. ^ a b c Daniele Sacchi, "La Jetée" di Chris Marker - Recensione, su Critical Eye, 5 ottobre 2018. URL consultato il 27 luglio 2023.
  8. ^ a b La jetée - 500 Film da vedere prima di morire - Recensione, su filmalcinema.com, 13 febbraio 2017. URL consultato il 27 luglio 2023.
  9. ^ F.W., Cahiers du Cinéma, n. 146, 1963.
  10. ^ (EN) The Top 50 Greatest Films of All Time, su bfi.org.uk, British Film Institute, 1º agosto 2012. URL consultato l'8 marzo 2015.
  11. ^ Scheda film, su Torino Film Fest. URL consultato il 27 luglio 2023.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Roy Menarini, Andrea Meneghelli, Fantascienza in cento film, Genova, Le Mani editore, 2000.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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